sabato 8 ottobre 2016

SESTO SENSO

SESTO SENSO Questa volta è stato il caro amico F. P. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli in che modo si possa rendere in napoletano l’espressione italiana in epigrafe. Provvedo illico et immediate, premettendo che il “sesto senso”,nell’inteso comune, è l’ attitudine a percepire, ad intuire, a presagire qualcosa non servendosi dei cinque sensi, ma in virtù di una sensibilità particolare, quasi si trattasse di un senso nascosto, globalmente capace di percepire per vie extranormali, funzionante in soggetti di particolare sensibilità dotati di capacità di previsione e forniti d’intuizioni particolarmente sviluppate. Tanto détto vengo al napoletano per dire che il nostro idioma rende la locuzione “sesto senso” in maniera rapida ed icastica con la lapidaria espressione “a uosemo” attribuendo il significato estensivo di percezione, intuizione, presentimento, sensazione al sostantivo uosemo [dal greco osmé con l’epentesi di una vocale evanescente tra le due consonanti per mitigarne l’asprezza ] che di per sé vale odorato, olfatto quasi a voler significare che le previsioni ed intuizioni proprie del sesto senso siano ottenute a sentore di naso. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico F.P. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est. Raffaele Bracale

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