lunedì 10 settembre 2018

“FRATE ‘E PRIEVETE, NEPUTE ‘E PRIEVETE NEMICE ‘E CRISTO”


“FRATE ‘E PRIEVETE, NEPUTE ‘E PRIEVETE NEMICE ‘E CRISTO”
Questa volta è stato il  caro amico S. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato e portata dell’espressione partenopea   in epigrafe. Gli ò cosí risposto:
Pur trattandosi di un’espressione datata è quasi del tutto desueta e la si puó cogliere pressoché solo sulle labbra dei napoletani d’antan. Eppure si tratta di locuzione sapida,interessante ed antichissima, risalente com’è  ai princípi del 1500 e  non mi  spiego come mai non la si usi ancóra, magari in senso estensivo e non soltanto nei riguardi del clero e della relativa parentela. Parliamone;  ad litteram essa vale: fratelli  di  preti, nipoti  di sacerdoti,nemici di Cristo e nacque, come già ò accennato ai primordi del 1500, dalla disincantata osservazione della realtà per sottolineare che non è sufficiente essere fratelli o nipoti di consacrati per essere innamorati, sostenitori, fautori, simpatizzantI o seguaci di Cristo, ma spesso se ne è avversari,a volte  ostili ed addirittura rivali come nel caso di quei Cesare Borgia [(Subiaco, 13 settembre 1475 –† Biana, 12 marzo 1507),  nobile, cardinale e condottiero italiano] e Lucrezia Borgia[(Subiaco, 18 aprile 1480 –† Ferrara, 24 giugno 1519),soggetti ambedue dalle vite burrascosa, macchiate di violenze ed omicidi,   figli illegittimi  del cardinale Roderic Llançol de Borja (piú tardi divenuto papa Alessandro VI [(Xàtiva, 1 gennaio 1431 – †Roma, 18 agosto 1503),  214º papa della Chiesa cattolica dal 1492 alla morte]); dagli esempi sullodati,  in àmbito chiesastico napoletano cinquecentesco,se ne dedusse che pur nulla vietando che congiunti di preti fóssero individui pii, religiosi, credenti, osservanti, buoni, giusti, pietosi, caritatevoli e forse anche consacrati alla medesima stregua dei consanguinei, il piú delle volte [donde la generalizzazione] capitava l’esatto contrario; va da sé che l’espressione venne usata ed tuttora lo si potrebbe fare in modo estensivo in riferimento ai congiunti di politici e/o professionisti, congiunti che, benché lo facciano non son tagliati per seguire le orme dei familiari fossero pure i genitori!    E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico S.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est.
 Raffaele Bracale

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