1.“TENIMMO’E MMANE A PPOSTO!” DICETTE ‘A COZZECA ‘NFACCI’ Ô PURPO.
Letteralmente: Disse la cozza al polpo: Teniamo le mani al (loro)
posto! Id est: Non prendiamoci liberalità e non profittiamo della situazione.
Piú in generale: Non si può accedere alle “grazie” o ai “beni” degli altri,
senza una precisa autorizzazione. L’espressione in esame ovviamente non va
presa in senso letterale, ma traslato; infatti la cozza ed il polpo sono usati
in modo figurato in quanto la prima è uno dei modi piú icastici di indicare la
vulva della donna, mentre il polpo dai molti tentacoli (nell’espressione mani )
raffigura l’uomo che tenta di palpeggiarla;
Tenimmo = teniamo, manteniamo letteralmente, di per sé anche
abbiamo: in napoletano il verbo tené/tènere di cui tenimmo è voce qui
dell’imperativo ( 1ª pers. pl.) altrove anche voce( 1ª pers. pl.) dell’ind.
pres. , può avere varie accezioni: avere,tenere, mantenere, possedere, ed anche
condurre in fitto o anche altro significato estensivo ; etimologicamente il
verbo tené/tènere che è l’italiano tenére è dal basso latino teníre =trarre a
sé, corradicale di tendere = tendere;
cozzeca,= cozza, mitilo
bivalve che aperto, come altrove la vongola ricorda quasi la forma dell’organo
femminile; in piú la cozza, per essere di colore nero e provvista di bisso, ben
si presta a rappresentare il fronzuto organo femminile di una donna giovane;
l’etimo di cozzeca è, quasi certamente, da una forma ampliata di un lat. volg.
*cocja→*cocjala→cozzala→cozzaca→cozzeca;
2.A ‘NA CERT’ORA.
Espressione temporale che tradotta ad litteram varrebbe: ad un’ora
certa, determinata, sicura ma che in realtà deve intendersi in senso
antifrastico giacché nell’inteso comune partenopeo è un’espressione usata non
per indicare un ben precisato orario, un tempo concreto, esatto, particolare,
specifico quanto piuttosto un’ ora decisamente incerta, confusa, evanescente,
imprecisa, indefinita, vaga quale è quella che va dal crepuscolo al far della
sera, il tutto in linea con il concetto di tempo che per un vero napoletano non
è da costringere in rigidi schemi , ma si espande ad libitum a seconda delle
occorrenze e/o della necessità.
3.À ‘NGRASSATO ‘A CAPA ‘A CEPOLLA!...
locuzione eufemistica usata per à ‘ngrussato ‘a capa ‘a cepolla!
Letteralmente la prima è la cipolla à ingrassato la testa, la seconda è la
cipolla à ingrossato la testa; ambedue le espressioni sono da intendersi in
senso giocoso/furbesco per significare: Ci siamo, il glande è gonfio e pronto
alla tenzone amorosa! Come si evince in ambedue le espressioni con il termine
cipolla si intende eufemisticamente quella parte del sesso maschile che
allorché è in erezione, si presenta gonfia e dura a mo’ d’una cipolla o rapa;
infatti rammento che a proposito di eccitazione sessuale maschile, che accanto
ad arrezzà/arrizzà (denominale del lat. ad+rectus) spesso s’usa o il verbo
‘ncepullirse (denominale di in + cepolla= farsi duro come una cipolla) oppure
piú spesso il verbo arrapà/arraparse etimologicamente denominale di
ad+rapa→arrapa/re semanticamente spiegato tenendo presente che nell’eccitazione
sessuale maschile il membro eretto può esser duro tal quale una rapa ortaggio
molto compatto, sodo, saldo, rigido. Cepolla = s. f.le 1 pianta erbacea
coltivata per il bulbo commestibile, composto di varie tuniche carnose (fam.
Liliacee) | il bulbo stesso e, per estens., il bulbo di altre piante: cipolla
bianca, rossa; frittata con le cipolle; togliere il velo alle cipolle, la prima
squama sottilissima che ricopre il bulbo; la cipolla del giglio, del tulipano '
mangiare pane e cipolla, (fig.) pochissimo e male; essere molto povero. DIM.
cipolletta, cipollina ACCR. cipollona, cipollone (m.) PEGG. cipollaccia 2
(estens.) qualsiasi oggetto o sua parte a forma di cipolla: la cipolla del
LLUme a petrolio, la parte inferiore, sferica, che contiene il liquido; la
cipolla dell'annaffiatoio, la parte terminale del collo, rotondeggiante e a
buchi, da cui esce l'acqua 3 (scherz.) orologio da tasca di foggia antiquata 4
(scherz.) colpo radente assestato con la mano aperta e diretto alla testa
etimologicamente richiamata nella caepa d’avvio;infatti in latino caepulla da
cui la nostra cepolla ma pure l’italiana cipolla, è il diminutivo di caepa=
testa. Con la voce a margine alibi in senso furbesco si intende 5(scherz. come
nel caso che ci occupa) il glande di un membro in istato erettivo.
4. ‘NTRASATTA
ad litteram: all’improvviso detto di cose che accadono
inaspettatamente, senza che nulla lo lasci prevedere, nel bel mezzo di altri
avvenimenti proprio secondo la traduzione ad litteram del latino: (i)ntra (re)s
actas→’ntrasacta(s)→’ntrasatta da cui scatuisce la locuzione in epigrafe.
5.A ALDARE SGARRUPATO NUN S'APPICCIANO CANNELE.
Ad altare diruto non portar ceri accesi. - Figuratamente: Non
corteggiare donne anziane.
6. BBELLA FIGLIOLA NUN MANCA 'O 'NNAMMURATO
Ad una bella donna non difetterà un innamorato
La bellezza è arma vincente.
Brak
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