METTERE
‘O VESSICANTE ‘NCOPP’Ô CAPPIELLO
Mi è stato chiesto,per le vie brevi, dal
carissimo amico S. C. (i consueti problemi di riservatezza mi
costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche
parola per illustrare significato e portata dell’antica locuzione partenopea in epigrafe. Lo faccio volentieri qui di
sèguito e dico che l’espressione da rendersi in italiano con: “Porre il
vescicante sul cappello.” fu usata, temporibus illis, per mettere in ridicolo
l’azione dissennata, sciocca, disavveduta di chi si comporti da avventato, sconsiderato, incauto,
malaccorto, imprevidente ponendo in essere un comportamento che non puó
raggiungere in alcun modo lo scopo che vorrebbe ottenere in quanto mancante d’ogni concreto fondamento.
Chiarisco e dico in premessa che il termine VESSICANTE è un agg.vo e s.vo m.le [deverbale del lat.
tardo vescicare→vessicare] nei significati di 1. (così come nel caso che ci
occupa) cataplasma contenente una
preparazione farmaceutica o fitoterapica , ormai disusata, ad azione
vasodilatatoria molto energica, che,
applicata sulla pelle, provoca la comparsa di bolle a contenuto sieroso. 2. in senso figurato, persona noiosa e molesta, impiastro, pittima.
E rammento al proposito che anticamente, per mano dei
semplicisti [cioè dei farmacisti/ erboristi cosí chiamati in quanto venditori
di preparati per i quali venivano usate erbe medicinali détte appunto
simplex] veniva approntato uno specifico
impiastro a base di Capsicum annuum o
di Capsicum frutescens cioè di peperoncino
contenente una sostanza, la capsicina da utilizzare come revulsivo nel
trattamento dei dolori articolari, nei geloni, nelle nevralgie, nonché per contrastare la caduta dei capelli stimolando
la circolazione sanguigna locale, facilitando l’apporto di nutrimento
alle radici dei capelli; il suddetto
impiastro era da applicare in loco e va
da sé che che fósse del tutto inutile
utilizzare poggiato sul cappello un
cataplasma approntato per essere applicato sulla testa o adiacenze! Quanto ora
ricordato identifica con precisione un’azione dissennata, sciocca o disavveduta.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito
l’argomento, soddisfatto l’amico S. C.
ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú
genericamente chi dovesse imbattersi in
queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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