‘o pirchio è comm’ ô puorco è bbuono sulo doppo muorto!
Icastico antico proverbio partenopeo che ad litteram è: l’avaro è come il maiale, è buono solo dopo la morte.
Infatti come il maiale risulta utile (è questo il senso del buono riferito in epigrafe all’avaro) solo quando da morto entra con le sue saporitissime carni, opportunamente lavorate, nell’alimentazione dell’uomo, cosí l’avaro riuscirà finalmente ad essere utile ad un sia pure limitatissimo prossimo, solo dopo la morte quando le tante sostanze avaramente accumulate dal defunto avaro potranno beneficare uno o piú eredi.
pirchio = avaro, gretto, tirchio, taccagno non di tranquilla lettura l’etimo di pirchio; alcuni vogliono sia corruzione della voce italiana tirchio; però gli stessi reputano tirchio un incrocio tra la voce dialettale napoletana pirchio ed il part. pass. tirato nel senso di molto economo; ci troveremmo davanti ad un gatto che si morde la coda; per cui penso che per l’etimo di pirchio, tenendo presente la parallela voce siciliana píllicu e lo spagnolo pelon donde peloneria= avarizia , si debba pensare ad un sia pure tenue collegamento al latino pilus= pelo per cui pirchio sarebbe un spelato, povero che non potrebbe permettersi il lusso di spender le sue magre sostanze;
comme come, alla stessa maniera di, derivato del lat.quomo abbreviazione di quomodo 'in qual modo' con tipico raddoppiamento popolare della m (vedi alibi: ommo←homo,nomme←nomen etc.) e semplificazione del dittongo mobile uo→o così come capita nella lingua italiana: buono→bontà, suono→sonata etc.;altre volte invece tale dittongo si semplifica in u (muorto→murticiello, buono→bunariello etc.);rammenterò la particolarità della lingua napoletana che relativamente all’avverbio a margine e ad altri avverbi e preposizioni improprie quali ‘ncoppa (sopra), sotto, ‘mmiezo (in mezzo) richiede sempre l’aggiunta della preposizione semplice a (che comporta la geminazione della consonante iniziale della parola successiva) o delle sue composte â(alla), ô (al/allo) ê (a gli, alle) per cui si avrà in italiano come te ed in napoletano comme a tte (notasi, come detto la geminazione della consonante t), sopra te o sopra di te ed in napoletano ‘ncoppa a tte, ancóra: in italiano sotto il tavolo ed in napoletano sott’ô tavulo etc.
ô preposiz. articolata = al/allo derivata da a + ‘o = a + il/lo;
puorco= porco, maiale, carne di maiale: salsicce di porco
(figuratamente) persona che fa o dice cose oscene, persona sporca, laida, sozza; l’etimo è dal lat. porcu(m ) con tipica dittongazione ǒ→uo nella sillaba d’avvio;
bbuono aggettivo = buono, mite, mansueto, bonario, che o chi è incline al bene qualità tutte che, secondo l’etimologia latina bonu(m) dovrebbero connotare il buono, ma qui ed altrove l’aggettivo a margine vale utile;
sulo di per sé aggettivo = solo, senza la partecipazione, l'intervento di altri; con esclusione di altri; ma qui à valore avverbiale ed è perciò solamente; l’etimo è dal latino solu(m);
doppo avverbio =dopo, poi, in seguito, piú tardi l’etimo è dal latino de+post (con il de→do e geminazione popolare della consonante d’avvio p)dove la preposizione de denota relazione di posterità e vale dunque appresso ;
muorto sost. ed aggettivo = morto di per sé part. pass. poi sostantivato ed aggettivato dell’infinito murí derivato del lat. volg. morire per il class. mori.
Raffaele Bracale
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