giovedì 11 novembre 2010

NCIARMO e voci collegate

NCIARMO e voci collegate
Questa volta tratterò di un antichissima voce partenopea: nciarmo, nonché di altre voci ad essa collegate come il verbo nciarmare o il sostantivo nciarmatore e mi soffermerò poi su di una tipica espressione che un tempo fu spesso usata e che invece attualmente è quasi desueta come il vocabolo in epigrafe; l’espressione è: Rompere ‘o nciarmo; essa aveva numerosi significati tra i quali: Dar principio a qualcosa, disporsi all’azione, ma pure: riappacificarsi etc.
Cominciamo con il prendere in esame la voce nciarmo che vale o valeva: sortilegio,incantamento e naturalmente chi li mettesse in atto era detto nciarmatore (addizionando alla voce di partenza il solito suffisso di attinenza o pertinenza: tore come in tutte le parole – anche toscane - dove il detto suffisso è usato per indicare attinenza o riferimento come ad es lavora-tore=pertinente al lavoro, addetto al lavoro etc.) id est: cerretano (che etimologicamente piú che derivato di Cerreto, paese dell’Umbria donde – nel medio evo - pare provenisse la maggior parte di coloro che nelle fiere vendevano unguenti miracolosi, penso sia da far risalire al latino gerrae= ciarle; da gerrae si ebbe gerrones e da questi gerretanus donde il toscano cerretano che poi è l’odierno ciurmatore,e fig.: ciarlatano, truffatore, imbroglione. insomma uomo volgare accreditato dal popolino di compiere miracoli;guaritore e simili.
Torniamo alla voce nciarmo che come il verbo nciarmà di cui pare esser deverbale è etimologicamente a mio avviso non è (come ipotizzato da qualcuno) dal latino in (illativo)+ carmen,donde sarebbe derivato il napoletano ‘nciarmo scritto da quel qualcuno aferizzato nell’inteso che (i)ncarmen abbia prodotto ‘ncarmen→’nciarmo ma reputo che sia pervenuto nel napoletano attraverso il francese charme = magía, incantesimo charme che a sua volta come il verbo charmer son derivati dal basso latino carminare (in latino carmen indica una formula magica);accettando la mia ipotesi etimologica ne deriva che la voce in epigrafe e tutte le voci derivate o collegate che ovviamente ànno il medesimo etimo, vanno scritte senza alcun segno d’aferesi atteso che la n d’attacco di nciarmo, nciarmà, nciarmatore non è un residuo dell’ (i)n→’n illativo,ma una semplice consonante eufonica come càpita per nce/ nc’è che correttamente non necessitano del segno d’aferesi!
Illustro ora l’espressione : Rompere ‘o nciarmo; essa, come ò detto, aveva numerosi significati tra i quali: Dar finalmente! principio a qualcosa, disporsi all’azione, ma pure: riappacificarsi etc. Esaminiamo i varî significati:
-Principiare alcunché: in effetti chi inizia un’azione o vi si dispone tenta di venir fuori da una sorta di stallo in cui si trovi, quello stallo in cui è stato forse costretto da un ipotizzato sortilegio e di cui ci si libera rompendolo, spezzandolo;
Il medesimo ipotizzato sortilegio, quando non addirittura una macroscopica fattura ( voce che è dal neutro plurale, ma inteso poi femminile, latino factura costruita sul participio futuro facturum→factura di facere e vale manipolazione, stregoneria, malefizio, incantesimo) dicevo che l’ipotizzato sortilegio o fattura può aver indotto o prodotto contrasto tra due innamorati che quando si riappacificassero, romperebbero, spezzerebbero détto sortilegio, détta fattura e quindi la riappacificazione si sostanzierebbe nel rompere ‘o nciarmo.

Raffaele Bracale

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