ZUPPA INGLESE (dolce napoletano)
Ingredienti
400 gr di pan di Spagna, 1 confettura di amarene,
per la crema: 1/2 l di latte, 4 cucchiai di zucchero, 4 tuorli d'uovo, 4 cucchiai di fecola, per lo sciroppo: 1/2 bicchiere di maraschino, 1 bicchiere d'acqua, ½ bicchiere di zucchero. Per la copertura: 50 gr. di zucchero in granella.
Preparazione
Tagliate il pan di Spagna a fette alte un cm e larghe 3 cm; disponetene una parte su un piatto da forno.
Spruzzatele con uno sciroppo preparato facendo bollire, e un po’ addensare, lo zucchero con l'acqua e aggiungendo il maraschino quando lo sciroppo si è raffreddato.
Preparate la crema pasticciera ( tenendo da parte le chiare delle uova) e distribuitene una parte sul pan di Spagna.
Sulla crema ponete un sottile strato di marmellata di amarene.
Continuate a montare strati di pan di Spagna (inumidito con lo sciroppo), di crema e di marmellata, dando alla torta una forma di cupola, fino ad esaurimento degli ingredienti.
Sbattete alla fiocca (neve fermissima) le chiare delle uova utilizzate per la crema, distribuitele sulla cupola coprendola completamente, spolverizzate, se volete, con zucchero a granelle e mettete il dolce in forno tiepido (120°) per pochi minuti affinchè si formi una crosta dorata.
NOTA
A malgrado del nome che potrebbe far pensare ad una preparazione originaria d’oltre Manica, in realtà il dolce chiamato zuppa inglese è una preparazione tipicamente partenopea, e non toscana (come affermato da qualcuno che, come gira il vento, una volta parla della corte de’ I Medici del Rinascimento, una volta di una signora inglese(?) sguattera(sic!) in una famiglia toscana dell’ ‘800; in realtà pare invece che detta preparazione sia autenticamente napoletana ideata però (contrariamente alla maggioranza dei dolci napoletani nati (spesso per caso) nelle cucine dei monasteri femminili campani ) non in un monastero, ma nelle cucine reali al tempo del re Ferdinando II Borbone 2 Sicilie (Palermo 12 gennaio 1810 -† Caserta 22 maggio 1859), figlio di Francesco I di Borbone e di Maria Isabella Borbone di Spagna, che fu re del Reame delle Due Sicilie dal 1830 al 1859, e che nel 1839 in occasione della realizzazione della prima ferrovia d'Italia (la Napoli-Portici ) diede a palazzo una gran festa alla quale invitò l’ambasciatore d’ Inghilterra Lord Robert Cornelis Napier (Ceylon 1810 -† Londra 1890)., dando ordine al 1° cuoco di preparare in onore dell’ospite un sontuoso dolce che chiudesse degnamente il pranzo di gala; il cuoco aveva preparato del pan di Spagna per approntare una torta glassata al naspro torta di cui il re era ghiotto e che a Napoli era detta gattò mariagge(dal francese gateau (de) mariage), ed assentatosi momentaneamente, aveva delegato un suo malaccorto ragazzo di cucina a sorvegliare cottura e raffreddamento del pan di Spagna; il distratto collaboratore si lasciò scappare dalle mani il pan di Spagna ancòra caldo, facendolo frantumare in piú
parti. Tornato in cucina, lo chef si trovò davanti il pan di Spagna rovinato, ma in luogo di farsi prender dal panico, (non v’era tempo per preparare altro pan di Spagna ) risolse brillantemente la faccenda e pensò di usare comunque quei pezzi di pan di Spagna ; li pareggiò con un coltello, li affettò e li dispose su di una placca da forno irrorandoli dapprima con uno sciroppo di acqua zucchero e maraschino e farcendoli poi con una veloce crema pasticciera addizionata di amarene sciroppate; diede ai pezzi cosí sistemati una forma semisferica e ricoprì il tutto con una meringa di zucchero e chiare d’uova che avrebbero dovute servire per confezionare il naspro necessario alla glassatura del gattò de mariage; mandò la preparazione al forno fino a che la meringa non prese colore e presentò il dolce in tavola al sovrano ed a lord Napier; il re – come era solito fare (faceva cosí per ogni pietanza nuova, ed a tavola amava fare lui stesso le porzioni per tutti i commensali) – saggiò per primo il dolce indi ne porzionò per l’ospite che lo trovò squisito e chiese quale fosse il nome di quel dolce.
Il re con furbesca prontezza non esitò ad affermare che il suo chef aveva ideato quel dolce proprio per l’ospite d’oltre Manica ed in suo omaggio lo aveva chiamato zuppa inglese.
E fu con questo nome che il dolce uscito dalle cucine di palazzo reale invase le pasticcerie napoletane e da queste le case partenopee assieme a tutti i dolci nati nelle cucine dei conventi campani.
MANGIA NAPOLI, Facítene salute!
raffaele bracale
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