giovedì 11 agosto 2011

VARIE 1361


1.SENZA D’ 'E FESSE NUN CAMPANO 'E DERITTE
Senza gli sciocchi, non esistono i dritti. Id est: i furbi in tanto prosperano in quanto c'è chi glielo permette, non per loro forza intrinseca o acclarate capacità.
2.NUN FÀ PÍRETE A CHI TENE CULO...NUN DÀ PONIE A CCHI TÈNE MANE!
Non fare scorregge contro chi à sedere... non dar pugni a chi à mani Id est: Non metterti contro chi à mezzi adeguati e sufficienti per risponderti per le rime...
3.QUANNO 'O PIRO È AMMATURO, CADE SENZA TURCETURO.
Quando la pera è matura, cade senza (l’uso del) bastone. Il turceturo (deverbale attraverso il suffisso uro che continua per adattamento il lat. ura(m))del lat. volg. *torquere, per il class. torquíre) è un bastone uncinato atto a piegare il ramo al fine di scuoterlo per far cadere il frutto.Id est: Quando un'azione è compiuta fino alle sue ultime conseguenze queste non si lasciano attendere.
4.JIRSENE A CASCETTA(TE NE VAIE A CASCETTA!)
Letteralmente: Andarsene a cassetta.(te ne vai a cassetta!). La cassetta in questione è quella del cocchiere o del conducente il carro per trasporto di passeggeri: il posto piú alto, ma anche il piú scomodo ed il piú faticoso da raggiungere, delle antiche vetture da trasporto passeggeri. L'espressione viene usata quando si voglia sottolineare la dispendiosità o la fatica cui si va incontro, impegnandosi in un'azione ritenuta gravosa per cui se ne sconsiglia il porvi mano.
5. CASA D' 'O FERRARO, 'O SPITO 'E LIGNAMMO...
Letteralmente: In casa del ferraio, lo spiedo è di legno. La locuzione è usata a commento sapido allorché ci si imbatta in persone dalle quali, per la loro supposta, vantata professionalità ci si attenderebbero nelle loro azioni, risultati adeguati ben diversi da quelli che invece sono sotto gli occhi di tutti.
6.PIGLIATELLA BBELLA E CÓCCATE PE TTERRA.
Letteralmente:spòsala bella e coricati in terra. Id est: accàsati pure con una donna bella, ma tieniti pronto a sopportarne le peggiori conseguenze;la bellezza di una moglie comporta danno in spese e sofferenza per l’inevitabile gelosia cui va incontro un marito di una donna bella.
7.ABBACCÀ CU CHI VENCE.
Colludere col vincitore - Schierarsi dalla parte del vincitore. Comportamento nel quale gli Italiani sono maestri: si racconta, ad esempio, che al tempo dell'ultima guerra, all'arrivo degli americani non fu possibile trovare un fascista. Tutti quelli che per un ventennio avevano indossato la camicia nera, salirono sul carro dei vincitori e i militari anglo-americani si chiedevano, riferendosi a Mussolini: Ma come à fatto quell'uomo a resistere vent'anni se non aveva nessuno dalla sua parte?
Il verbo abbaccare/abbaccà è dal lat. volg. ad+vadicare→avvad(i)care→avvaccare→abbaccare; vadicare è un frequentativo di vadere
8.QUANNO 'A CUNNIMMA È PPOCA, SE NE VA P' 'A TIELLA.
Quando il condimento è poco, si disperde nel tegame, invece di attaccarsi alle pietanze; id est: chi non à mezzi sufficienti, facilmente li disperde e non riesce ad usarli per portare a compimento un'opera cominciata.
9.A LLU FRIJERE SIENTE 'ADDORE, A LLU CAGNO,SIENTE 'O CHIANTO.
Letteralmente: al momento di friggere sentirai l'odore, al momento del cambio, piangerai. Un disonesto pescivendolo aveva ceduto ad un povero prete un pesce tutt' altro che fresco e richiesto dall'avventore intorno alla bontà della merce si vantava di avergli dato una fregatura asserendo che l'odore del pesce fresco si sarebbe manifestato al momento di cucinarlo, ma il furbo sacerdote , che aveva capito tutto e lo aveva ripagato con danaro falso, gli replicò per rime dicendogli che al momento che avesse tentato di scambiare la moneta ricevuta, avrebbe avuto la cattiva ventura di doversene dolere in quanto si sarebbe accorto della falsità del danaro.La locuzione è usata nei confronti di chi pensa di aver furbescamente dato una fregatura a qualcuno e non intende di esser stato ripagato con medesima moneta...
10.VOCA FORA CA 'O MARE È MARETTA...
Rema verso il largo ché il mare è agitato...Consiglio pressante, quasi ingiunzione ad allontanarsi, rivolto a chi chieda insistentemente qualcosa che non gli spetti.In effetti i marinai sanno che quando il mare è molto agitato è conveniente remare verso il largo piuttosto che bordeggiare a ridosso della riva contro cui ci si potrebbe infrangere
11.METTERE LL'UOGLIO 'A COPP' A 'O PERETTO.
Letteralmente: aggiungere olio al contenitore del vino. Id est:colmare la misura. La locuzione viene usata sia per indicare che è impossibile procedere oltre in una situazione, perché la misura è colma, sia per dolersi di chi, richiesto d'aiuto, à invece completato un'azione distruttrice o contraria al richiedente. Un tempo sulle damigiane colme di vino veniva versato un piccolo strato d'olio a mo' di suggello e poi si procedeva alla tappatura, avvolgendo una tela di sacco intorno alla imboccatura del contenitore vitreo.
Con la voce peretto s.vo m.le ed il plurale perette: si indica una caraffa vitrea senza manico di varia capacità (dai 2 litri al quarto di litro) in cui si versava e talvolta ancóra si versa il vino per servirlo in tavola : etimologicamente per alcuni da ricollegarsi a pera di cui a loro dire ricalcherebbe vagamente la forma; la cosa poco mi convince, e non prendo per buono quella che piú che una etimologia, mi appare una frettolosa paretimologia, ed atteso che a mia memoria ‘e perette ch’io conobbi non somigliarono, né ancóra somigliano ad una pera, né dritta, né capovolta, risultando invece essere dei cilindrici vasi vitrei (e solamente vitrei) che per tutta la loro altezza mantenevano e mantengono il medesimo passo e solo verso l’alto presentavano e presentano una contenuta strozzatura che costringeva e costringe il vaso a slargarsi in una imboccatura svasata,ecco che quanto all’etimologia, penso che piú che alla forma ci si debba riferire al materiale ed al modo d’apparire d’esso peretto che essendo (come ò détto) di terso e scintillante vetro (non esistono, né esistettero perette in coccio o porcellana…) penso che trasse il suo nome dall’antico alto tedesco perhat= chiaro, splendente, trasparente cosí come i perette furono e sono;

12.QUANNO JESCE 'A STRAZZIONA, ÒGNE FFESSO È PRUFESSORE...
Quando è avvenuta l'estrazione dei numeri del lotto, ogni sciocco diventa professore. la locuzione viene usata per sottolineare lo stupido comportamento di chi,incapace di fare qualsiasi previsione o di dare documentati consigli, s'ergono a profeti e professori, solo quando, verificatosi l'evento de quo, si vestono della pelle dell' orso...volendo lasciar intendere che avevano previsto l'esatto accadimento o le certe conseguenze...di un comportamento.
13.'A MONECA 'E CHIANURA:MUSCIO NUN 'O VVULEVA MA TUOSTO LE FACEVA PAURA...
La suora di Pianura:tenero non lo voleva, ma duro le incuoteva paura (si sottointende :il pane). La locuzione viene usata nei confronti degli incontentabili o degli eterni indecisi...
Che la parola da sottintendere sia il pane e non altro, come invece pensa furbescamente ed irriverentemente qualcuno)si evince dalla geminazione iniziale di vvuleva geminazione prpriziata dall’ ‘o che precede il verbo, ‘o che è pronome neutro usato per riferirsi all’alimento pane che in napoletano è voce neutra.
14.FÀ 'E SCARPE A UNO E COSERLE 'NU VESTITO.
Letteralmente:confezionare scarpe ad uno e cucirgli un vestito.Id est: far grave danno a qualcuno o augurargli di decedere.Un tempo alla morte di qualcuno gli si metteva indosso un abito nuovo e gli si facevano calzare scarpe approntate a bella posta.
15.TIENE 'A CASA A DDOJE PORTE.
Letteralmente: Ài la casa con due porte d'ingresso.Locuzione ingiuriosa in cui si adombra l'infedeltà della moglie di colui cui la frase viene rivolta.In effetti la casa con due usci d'ingresso consentirebbe l'entrata e l'uscita del marito e dell'amante senza che i due venissero a contatto.
16.FÀ ACQUA 'A PIPPA.
Letteralmente:La pipa versa acqua. Id est: la miseria è grande. la locuzione è usata a commento del grave stadio di indigenza di qualcuno.. La pipa in questione non è l'attrezzo per fumare, bensí la botticella spagnola oblunga chiamata pipa nella quale si usa conservare vino o liquore,qualora invece versasse acqua ivi contenuta indicherebbe che il prprietario è in uno stato di cosí grave miseria da non poter conservare né vino, né liquore, ma solo acqua...
17.SANT'ANTUONO, SANT' ANTUONO TÈCCOTE 'O VIECCHIO E DAMME 'O NUOVO E DAMMILLO FORTE FORTE, COMME 'A VARRA ARRETO Â PORTA...
Sant' Antonio, sant' Antonio èccoti il vecchio e dammi il nuovo, e dammelo forte, forte come la stanga di dietro la porta. La filastrocca veniva recitata dai bambini alla caduta di un dente, anche se non si capisce perché si invochi sant' Antuono, che poi non è il santo da Padova, ma è il santo anacoreta egizio.
18.FACESSE 'NA CULATA E ASCESSE 'O SOLE!
Letteralmente: Facessi un bucato e spuntasse il sole!Id est: avessi un po' di fortuna...La frase viene profferita con amarezza da chi veda il proprio agire vanificato o per concomitanti contrari avvenimenti o per una imprecisata sfortuna che ponga il bastone tra le ruote, come avverrebbe nel caso ci si sia dedicati a fare il bucato e al momento di sciorinarlo ci si trovi a doversi adattare ad una giornata umida e senza sole ,cosa che impedisce l'ascigatura dei panni lavati. 'a culata è appunto il bucato ed è detto colata per indicare il momento della colatura ossia del versamento sui panni, sistemanti in un grosso capace contenitore,dell'acqua bollente fatta colare sui panni attraverso un telo sul quale , temporibus illis, era sistemata la cenere ricca di per sé di soda(in sostituzione di chimici detergenti), e pezzi di arbusti profumati(per conferire al bucato un buon odore di pulito)...
19.CARTA VÈNE E GGHIUCATORE S'AVANTA...
La sorte lo soccorre fornendoglii carte buone che gli permettono di vincere, ed il giocatore se ne vanta, come se il merito della vittoria fosse da attribuire alla sua abilità e non alla fortuna di aver avuto un buon corredo di carte vincenti. La locuzione è usata per commentare l'eccessiva autoesaltazione di taluni che voglion far credere di essere esperti e capaci, laddove son solo fortunati!
20.'A FEMMENA È 'NU VRASIERE, CA S'AUSA SULO Â SERA.
La donna è un braciere che si usa solo di sera. Locuzione violentemente antifemminista che riduce la donna ad un dispensatore di calore da usare però parsimoniosamente solo a sera, nel letto
21.AMMORE, TOSSE E RROGNA NUN SE PONNO ANNASCONNERE.
Amore, tosse e scabbia non si posson celare:ànno manifestazioni troppo palesi.
22.PÀRONO 'O SERVEZZIALE E 'O PIGNATIELLO.
Sembrano il clistere e il pentolino. La locuzione viene usata per indicare due persone che difficilmente si separano, come accadeva un tempo quando i barbieri che erano un po' anche cerusici,chiamati per praticare un clistere si presentavano recando in mano l'ampolla di vetro atta alla bisogna ed un pentolino per riscaldarvi l'acqua occorrente...

23.CHI ATO NUN TÈNE, SE COCCA CU 'A MUGLIERA...
Chi non à altre occasioni, si accontenta di sua moglie, id est:far di necessità virtú.
24.NUN SPUTÀ 'NCIELO CA 'NFACCIA TE TORNA!
Non sputare verso il cielo, perché ti ricadrebbe in volto! Al di là del significato letterario che ripropone una regola fisica, la locuzione ammonisce a non scagliarsi contro la divinità,poiché le azioni blasfeme fatte contro il Cielo si ritorcono contro il blasfemo.
25.CHIJARSELA A LIBBRETTA.
Letteralmente:piegarsela a libretto. È il modo piú comodo per consumare una pizza, quando non si possa farlo comodamente seduti al tavolo servendosi di piatto e posate e si sia costretti a farlo in piedi. In tal caso è opportuno procedere alla piegatura in quattro parti della pietanza circolare che viene ad assumere quasi la forma di un piccolo libro di alcuni fogli e si può mangiarla riducendo in tal modo al minimo il pericolo di imbrattarsi di condimento. Id est: obtorto collo,sopportare le contrarietà, facendo sia pure per necessità, buon viso a cattivo gioco.
26.VENNERE 'A SCAFAREA PE SICCHIETIELLO.
Letteralmente:Vendere una grossa insalatiera presentandola come un secchiello.Figuratamente,la locuzione la si adopera nei confronti di chi decanti la nettezza dei costumi di una donna, che notoriamente invece è stata conosciuta biblicamente da parecchi.
27.S'È ARRECCUTO CRISTO CU 'NU PATERNOSTRO o anche S'È ARRENNUTO CRISTO CU 'NU PATERNOSTRO
In ambedue le morfologie espressive ci troviamo difronte ad affermazioni retoriche per cui le espressioni sono da intendersi in senso antifrastico di Cristo non si è arricchito con un sol Padre nostro ed ugualmente Cristo non si è arreso con un sol Padre nostro. Ambedue le espressioni significano che è pura illusione sperare di ottenere dei risultati cavandosela con poca fatica e con piccolo impegno, come chi volesse ingraziarsi Iddio e trarlo dalla propria parte con la semplice recita di un solo pater.
28.'E SÀBBATO, 'E SÚBBETO E SENZA PREVETE!
Di sabato, di colpo e senza prete! E' il malevolo augurio che si lancia all'indirizzo di qualcuno cui si augura di morire in un giorno prefestivo, cosa che impedisce la sepoltura il giorno successivo, di morire di colpo senza poter porvi riparo e di non poter godere nemmeno del conforto religioso
29.A PPESIELLE NE PARLAMMO.
Letteralmente: Parliamone al tempo dei piselli –In senso positivo l’espressione sta per Rimandiamo tutto a tempi migliori. (quando cioè avremo incassato i proventi della raccolta e potremo permetterci nuove spese...) In senso negativo ed addirittura minaccioso l’espressione posta sulla bocca di un medico o di un farmacista assume una colorazione del tutto minacciosa e vale Riparliamo piú in là e precisamente al tempo dei piselli quando, in preda alle coliche viscerali che ti procurerà il consumo di quei legumi, dovrai far ricorso alla mia opera e mi dovrai pagare profumatamente! .
30.JÍ ASCIANNO OVA 'E LUPO E PIETTENE 'E QUINNICE.
Letteralmente:Andare alla ricerca di uova di lupo e pettini da quindici (denti). Id est: andare alla ricerca di cose introvabili o impossibili; nulla quaestio per le uova di lupo che è un mammifero per ciò che concerne i pettini bisogna sapere che un tempo i piú conosciuti nel popolo erano i pettini dei cardalana e tali attrezzi non contavano mai piú di tredici denti...
31.CHI TÈNE MALI CCEREVELLE, TÈNE BBONI CCOSCE...
Chi à cattivo cervello, deve avere buone gambe, per sopperire con il moto alle dimenticanze o agli sbagli conseguenti del proprio cattivo intendere.
32.METTERE 'O PPEPE 'NCULO Â ZÒCCOLA.
Letteralmente:introdurre pepe nel deretano di un ratto. Figuratamente: Istigare,sobillare, metter l'uno contro l'altro. Quando ancora si navigava, capitava che sui bastimenti mercantili, assieme alle merci solcassero i mari grossi topi, che facevano gran danno. I marinai, per liberare la nave da tali ospiti indesiderati, avevano escogitato un sistema strano, ma efficace: catturati un paio di esemplari, introducevano un pugnetto di pepe nero nell'ano delle bestie, poi le liberavano. Esse, quasi impazzite dal bruciore che avvertivano si avventavano in una cruenta lotta con le loro simili. Al termine dello scontro, ai marinai non restava altro da fare che raccogliere le vittime e buttarle a mare, assottigliando cosí il numero degli ospiti indesiderati. L'espressione viene usata con senso di disappunto per sottolineare lo scorretto comportamento di chi, in luogo di metter pace in una disputa, gode ad attizzare il fuoco della discussione...
33.PURE 'E PULICE TENONO 'A TOSSE...
Anche le pulci tossiscono - Id est: anche le persone insignificanti tossiscono, ossia voglione esprimere il proprio parere.
34.DICE BBUONO 'O DITTO 'E VASCIO
QUANNO PARLA DELLA DONNA:
UNA BBONA CE NE STEVA
E 'A FACETTERO MADONNA...
Ben dice il detto terrestre allorché parla della donna: ce n'era una sola che era buona ma la fecero Madonna... Id est: La donna è un essere inaffidabile - La quartina, violentemente misogina è tratta dal poemetto 'MPARAVISO del grande poeta Ferdinando Russo
35.DICERE 'A MESSA CU 'O TEZZONE.
Celebrare la messa con un tizzone ardente(in mancanza di ceri...)Id est: quando c'è un dovere da compiere, bisogna farlo quale che siano le condizioni in cui ci si trovi, adattandosi alle situazioni.
36.JAMMO, CA MO S'AIZA!
Muoviamoci ché ora si leva(il sipario)! - Era l'avviso che il direttore di scena dava agli attori per avvertirli di tenersi pronti , perché lo spettacolo stava per iniziare. Oggi lo si usa per un avviso generico sull'imminenza di una qualsiasi attività.
37.CHELLO È BBELLO 'O PRUTUSINO, VA 'A GATTA E NCE PISCIA ‘NCOPPA...
Il prezzemolo non è rigoglioso, poi la gatta vi minge sopra - Amaro commento di chi si trova in una situazione precaria e non solo non riceve aiuto per migliorarla, ma si imbatte in chi la peggiora maggiormente...
38.QUANNO VIDE 'O FFUOCO Â CASA 'E LL'ATE, CURRE CU LL'ACQUA Â CASA TOJA...
Quando noti un incendio a casa d'altri, corri a spegnere quello in casa tua - Cioè: tieni per ammonimento ed avvertimento ciò che capita agli altri per non trovarti impreparato davanti alla sventura.
39.GIORGIO SE NNE VO’ JÍ E 'O VESCOVO 'O VO’ MANNÀ.
Giorgio intende andar via e il vescovo vuole cacciarlo. L'icastica espressione fotografa un rapporto nel quale due persone intendono perseguire il medesimo fine, ma nessuno à il coraggio di prendere l'iniziativa, come nel caso del prelato e del suo domestico...
40.FA MMIRIA Ô TRE 'E BASTONE.
Fa invidia al tre di bastoni- Ironico riferimento ad una donna che abbia il labbro superiore provvisto di eccessiva peluria, tale da destare l'invidia del 3 di bastoni, che nel mazzo di carte napoletano è rappresentato con nell'incrocio di tre randelli un mascherone di uomo provvisto di esorbitanti baffi a manubrio.
Brak

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