giovedì 17 ottobre 2013

PURTUALLO/PURTUVALLO

PURTUALLO/PURTUVALLO Questa volta è stato il caro amico M. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli l’etimologia della voce partenopea in epigrafe, voce usata in doppia morfologia, per indicare quello che, in lingua nazionale è il frutto dell’arancio dolce.L’amico mi à chiesto lumi giacché non è rimasto soddisfatto di ciò che altro amico gli aveva suggerito e cioè che il termine purtuallo derivasse dalla lingua francese e segnatamente dall’espressione "pour toi"= "per te" pronunciata dai napoletani, al tempo (1799) dell’invasione delle truppe al comando del gen. Championnet nell’offrire, ai militi francesi, un’arancia. Ò súbito sgombrato il campo da certe fantasie dicendo all’amico M. C. che aveva tutte le ragioni di non essere soddisfatto di qualcosa che à tutta l’aria d’essere una leggenda metropolitana e che l’espressione francese riportata, pour toi non poteva stare alla base dell’etimo di purtuallo/purtuvallo con cui à solo una tenue assonanza e nessuna attinenza semantica. In realtà la parola di cui ci occupiamo deriva dritto per dritto dalla voce Portogallo (paese dove la pianta ed i suoi frutti si diffusero dapprima in Europa nel sec. 14°, provenendo dalla Cina). Dal termine portogallo→purtu(g)allo il napoletano trasse il nostro purtuallo con caduta della g nonché il collaterale purtuvallo con epentesi consonantica (v) d’un suono transitorio. Non ci si meravigli se un termine analogo (portakal) lo ritroviamo anche in lingua turca dove la voce è potuta pervenire proveniente da Napoli per il tramite di invasori saraceni o esportata da marinai partenopei. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico M.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est. Raffaele Bracale

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