domenica 18 maggio 2014

SCICCHIGNACCO/CICCHIGNACCO ‘INT’â BBUTTEGLIA

SCICCHIGNACCO/CICCHIGNACCO ‘INT’â BBUTTEGLIA Questa volta è stato il caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata dell’ espressione partenopea in epigrafe. Gli ò cosí risposto: Con l’espressione in epigrafe, nata negli anni ’50 del 1900, intraducibile ad litteram si fa riferimento ad un trastullo per bambini che riproduceva in maniera industriale il cosiddetto Diavoletto di Cartesio, strumento che serviva in origine alla dimostrazione di un principio fisico, relativo alla pressione atmosferica; tale strumento di misurazione della pressione dei liquidi deve il suo nome a quello di Cartesio, nome latinizzato di René Descartes (La Haye en Touraine, 31 marzo 1596 † Stoccolma, 11 febbraio 1650) a quale venne attribuita l’ideazione dello strumento nel 1640; in realtà esso però fu inventato dal sacerdote italiano Raffaello Magiotti (Montevarchi, settembre 1597 † Roma, 1656)e descritto per la prima volta nel 1648. Originariamente lo strumento era costituito appunto da una sorta di cavo diavoletto di vetro soffiato, riempito in parte di acqua, diavoletto che immerso nell’acqua di una bottiglia tappata, attingeva il fondo della medesima o risaliva in superficie a seconda della variazione di pressione operata con la compressione della imboccatura della bottiglia; ridotto a trastullo per i bambini l’effige del diavoletto fu mutata in quella di un ridicolo gnometto di bachelite, riempito per metà di acqua, ma la funzione rimase la medesima e da strumento scientifico il Diavoletto di Cartesio divenne strumento di divertimento per i bambini. Interessante, a questo punto soffermarsi sul nome assegnato dai napoletani al gioco che fu détto alternativamente in primis “nicchinocco/gnicchegnocche ‘int’â bbutteglia” e poi per corruzione del parlato: scicchignacco/cicchignacco ‘int’â bbutteglia; l’originale nome nicchinocco/gnicchegnocche è da ricondursi allo spagnolo ñiqueñaque voce dispregiativa riferita a cosa inutile o ridicola; ugualmente interessante è soffermarsi sui significati attribuiti ai s.vi nicchinocco/gnicchegnocche/scicchignacco/cicchignacco che valsero: 1)(in primis) il gioco de quo 2)(con riferimento alle fattezze dello gnometto) bambino piccolo, sgraziato e ridicolo e 3) (spregiativamentecon riferimento all’azione condizionata dello gnometto) adulto senza carattere, capriccioso, incerto, instabile, volubile e facilmente condizionabile. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est. Raffaele Bracale

1 commento:

Unknown ha detto...

Interessantissimo!! Grazie mille