venerdì 20 marzo 2015

VARIE 15/216

1 ‘A RAGGIONA S''A PIGLIANO 'E FESSE. Letteralmente: la ragione se la prendono gli sciocchi. La locuzione, con aria risentita. viene profferita da chi si vede tacitato con vuote chiacchiere, in luogo delle attese concrete opere. 2 SE SO' STUTATE 'E LLAMPIUNCELLE. Letteralmente: si sono spente le luminarie. Id est: siamo alla fine, non c'è piú rimedio, non c'è piú tempo per porre rimedio ad alcunché, la festa è finita.Da notare che la parola lampiuncelle è il plurale della voce femminile lampiuncella derivata dal fr. lampe, che è dal lat. lampada; e come tale se preceduta dall’articolo ‘e (le) va correttamente scritta con la geminazione della elle iniziale ‘e llampiuncelle esiste poi una voce simile maschile lampiunciello che al plurale fa lampiuncielle ma che preceduto dall’art. ‘e (i) non comporta geminazione della elle iniziale; pertanto in napoletano ‘e llampiuncelle (voce femminile) sono le luminarie,oggi elettriche ed anticamente a gas e/o petrolio, mentre ‘e lampiuncielle (voce maschile) sono i lampioncini di carta colorata 3 TRUÓVATE CHIUSO E PPIÉRDETE CHISTO ACCUNTO. Letteralmente: Tròvati chiuso e pèrditi questo cliente.La divertita locuzione viene usata in senso ironico a commento della situazione antipatica e fastidiosa in cui qualcuno abbia a che fare con persona pronta ad infastidire o a richiedere i maggior vantaggi da un quid senza voler conferire il giusto corrispettivo, come nel caso ad es. di un cliente che entri in negozio solo per curiosare e senza decidersi ad un acquisto o pretenda di accaparrarsi la miglior merce, ma sia restío a pagare il giusto prezzo dovuto.La voce accunto deriva dal latino: adcognitus →accognitus= ben conosciuto atteso che chi frequenti con continuità una bottega diventandone fisso cliente è ovviamente ben conosciuto. 4 FÀ TRE FICHE NOVE ROTELE. Letteralmente: fare con tre fichi nove rotoli. Con l'espressione in epigrafe, a Napoli si è soliti sarcasticamente bollare i comportamenti o - meglio - il vaniloquio di chi borioso saccente esageri con le parole e si ammanti di meriti che non possiede, né può possedere. Per intendere appieno la valenza della locuzione occorre sapere che il rotolo era una unità di peso del Regno delle Due Sicilie e corrispondeva in Sicilia a gr.790 mentre a Napoli e suo circondario,ad 890 grammi per cui nove rotole corrispondevano a Napoli a circa 8 kg. ed è impossibile che tre fichi (frutto, non albero) possano arrivare a pesare 8 kg. Per curiosità storica rammento che il rotolo, come unità di peso, è in uso ancora oggi a Malta che, prima di divenire colonia inglese, appartenne al Regno delle Due Sicilie. Ancora ricordiamo che il rotolo deriva la sua origine dalla misura araba RATE,trasformazione a sua volta della parola greca LITRA, che originariamente indicava sia una misura monetaria che di peso; la LITRA divenne poi in epoca romana LIBRA (libbra)che vive ancora in Inghilterra col nome di pound che indica sia la moneta che un peso e come tale corrisponde a circa 453,6 grammi, pressappoco la metà dell'antico rotolo napoletano. 5 'A DISGRAZZIA D''O 'MBRELLO È CQUANNO CHIOVE FINO FINO. Letteralmente: la malasorte dell'ombrello è quando pioviggina lentamente. Va da sé che l'ombrello corre i maggiori rischi di rompersi allorché debba essere aperto e chiuso continuamente, non quando debba sopportare un unico, sia pure violento, scroscio temporalesco; cosí l'uomo(che nel proverbio è adombrato sotto il termine di 'mbrello) soffre di piú nel sopportare continuate piccole prove che non un solo , anche se pesante danno. 6 AVIMMO FATTO: CUPINTE, CUPINTE: 'E CAVÉRE 'A FORA I 'E FRIDDE 'A DINTO. Inutile come che non significante la traduzione letterale; in senso ampio la locuzione è usata per indicare l’incongruente azione di chi premi qualcuno oltre i propri meriti e al contrario lesini il plauso o il premio a chi invece spetterebbero; in senso piú strettamente letterale la locuzione si attaglia a quelle occasioni allorché spinti dalla cupidigia si siano concessi i favori di una donna a coloro che (freddi) non mostravano i necessarii requisiti fisici, e si siano erroneamente negati ai piú meritevoli caldi tenuti ingiustamente fuori sebbene mostrassero di essere adeguatamente... armati. Letteralmente, di solito, in napoletano la parola cupínto sta per Cupído, miticologico nume dell’amore; ma penso che riferirsi a lui per la locuzione in epigrafe sarebbe errato, non esistendo un nesso tra il benevolo nume suddetto e l’errato, inesatto comportamento ricordato nella seconda parte della locuzione; ò reputato piú giusto pensare, nella fattispecie della locuzione, che il termine cupinte, oltre a fornire una adeguata rima con il termine dinto, sia stato usato come corruzione del termine cúpido: bramoso, agognante, desideroso, quella brama o desiderio che può spingere all’errore. 7 'A PECORA S'À DDA TUSÀ, NUN S'À DDA SCURTECÀ Letteralmente: la pecora va tosata, ma non scorticata. Id est: est modus in rebus: non bisogna mai esagerare; nel caso : è giusto che una pecora venga tosata, non è corretto però scarnificarla; come è giusto pagare i tributi, ma questi non devono essere esosi. 8 - SI' PRE' 'O CAPPIELLO VA STUORTO... – ACCUSSÍ À DDA JÍ! - Signor prete, il cappello va storto - Cosí deve andare. Simpatico duettare tra un gruppetto di monelli che - pensando di porre in ridicolo un prete - gli significavano che egli aveva indossato il suo cappello di sgimbescio, e si sentirono rispondere che quella era l'esatta maniera di portare il suddetto copricapo. La locuzione viene usata quando si voglia fare intendere che non si accettano consigli non richiesti soprattutto quando chi dovrebbe riceverli ha - per sua autorità - sufficiente autonomia di giudizio. Faccio notare che nell’espressione, cosí come ci è giunta ed è riportata, è impropriamente usato il termine zi’ (apocope di zio che è dal basso lat. thíus modellato sul greco theîos); in realtà in origine l’espressione suonò Si' pre' 'o cappiello va stuorto... - Accussí à dda jí! ed in essa il si’ fu l’esatta apocope di si(gnore) derivato dal francese seigneur a sua volta marcato sul lat. seniore(m) comparativo di senex. Solo in prosieguo di tempo per corruzione popolare l’originaria Si' pre' 'o cappiello va stuorto... fu letta Zi' pre' 'o cappiello va stuorto...e cosí è giunta sino a noi, ma l’esatta lettura e significato devono intendersi Si' pre' 'o cappiello va stuorto... 9 DICETTE NUNZIATA: CE PONNO CCHIÚ LL'UOCCHIE CA 'E SCUPPETTATE! Letteralmente: Disse Nunziata: Ànno piú potenza gli occhi (il malocchio) che le schioppettate.Il napoletano teme piú il danno che gli possa derivare dagli sguardi malevoli di taluno (iettatura), che il danno che possono arrecargli colpi di fucile: dalle ferite da arma da fuoco si può anche guarire,non è possibile sottrarsi ai nefasti influssi della iettatura. 10 'E MACCARUNE SE MAGNANO TENIÉNTE, TENIÉNTE. Letteralmente: i maccheroni vanno mangiati molto al dente. La locuzione a Napoli oltre a compendiare un consiglio gastronomico ineludibile, viene usata anche per significare che gli affari devono esser conclusi sollecitamente, senza por troppe remore in mezzo. la voce teniénte non è il sostantivo tenente (grado militare) ma è una voce verbale aggettivata e cioè il part. presente del verbo tené/tènere= mantenere, reggere (in questo caso la cottura...) verbo che deriva dritto per dritto dal lat. teníre, corradicale di tendere 'tendere'. 11.DICETTE 'O PAPPICE VICINO Â NOCE: DAMME 'O TIEMPO CA TE SPERTOSO! L'insetto punteruolo disse alla noce: Dammi tempo e ti perforerò - Cioè: chi la dura la vince! 12.A GGHIENNERE E NNEPUTE, CHELLO CA FAJE È TTUTTO PERDUTO. A generi e nipoti quel che fai, è tutto perso - Cioè: va perduto il bene fatto ai parenti prossimi che normalmente sono irriconoscenti. 13. Ô FIGLIO MUTO, 'A MAMMA 'O 'NTENNE. Il figlio muto è compreso dalla madre - Lo si dice di due persone che abbiano un'intesa perfetta come una madre, la sola che riesce ad intendere i desiderii d’un figliuolo muto. 14. QUANNO SIENTE 'O LLATINO DÊ FESSE, STA VENENNO 'A FINE D' 'O MUNNO... Quando senti dai fessi parlare il latino, s'approssima la fine del mondo. Cioè: quando gli sciocchi prendono il comando a parole e con i fatti, si preparono tempi grami. 15. QUANNO DDUJE SE VÒNNO, CIENTO NUN CE PÒNNO... Quando due si vogliono, cento non possono contrastarli... Cioè: È decisamente inutile opporsi all'amore di due persone che si amano 16. ME STAJE ABBUFFANNO 'E ZIFERE 'E VIENTO. Mi stai riempiendo di refoli di vento. - Cioè: mi stai riempiendo la testa di fandonie 17.ÒGNE CCAPA È 'NU TRIBBUNALE Ogni testa è un tribunale - Cioè:ognuno decide secondo il proprio metro valutativo. 18.'O PESCE FÈTE DÂ CAPA. Il pesce puzza dalla testa. Cioè: il cattivo esempio parte dall'alto. 19.PARE 'A VARCA 'E MASTU TTORE:A POPPA CUMBATTEVANO, MA NUN 'O SSAPEVANO A PPRORA... Sembra la barca di mastro Salvatore: a poppa combattevano e lo ignoravano a prua - Cioè:il massimo della disorganizzazione!... 20. MAZZE E PPANELLE, FANNO 'E FIGLIE BBELLE...,PANELLE SENZA MAZZE, FANNO 'E FIGLIE PAZZE! Botte e cibo saporito, fanno i figli belli, cibo senza percosse fanno i figli matti! - Cioè: nell'educazione dei figli, per ottenerne risultati positivi, occorre contemperare le maniere forti con quelle dolci. 21. CHI S'ANNAMMORA D''E CAPILLE E D''E DIENTE, S'ANNAMMORA 'E NIENTE... Chi si lascia conquistare dai capelli e dai denti, s'innamora di niente, perché capelli e denti sono beni che sfioriscono presto..Cioè: non bisogna lasciarsi conquistare dalle apparenze esteriori. 22.CHIAGNERE CU 'A ZIZZA 'MMOCCA... Piangere con la tetta in bocca - Cioè: piangere ingiustificatamente 23.GUÀLLERE E PPAZZE, VENONO 'E RAZZA... Ernie e pazzia sono ereditarie(non si possono eludere). 24.'E FESSE SO' SSEMPE 'E PRIMME A SSE FÀ SÈNTERE... I fessi son sempre i primi a parlare - cioè: gli sciocchi sono sempre i primi ad esprimere un parere... 25.DICETTE PULICENELLA:'A MEGLIA MMEDICINA? VINO 'E CANTINA E PPURPETTE 'E CUCINA... Disse Pulcinella:la miglior medicina? Vino stagionato e polpette fatte in casa... 26. STANNO CAZZA E CUCCHIARA. Stanno secchio della calcina e cucchiaia. - Cioè:vanno di pari passo, stanno sempre insieme. 27.STAMMO ASSECCANNO 'O MARE CU 'A CUCCIULELLA... Stiamo prosciugando il mare con la conchiglia - Cioè: ci siamo imbarcati in un'impresa impossibile... 28.ARROSTERE 'O CCASO CU 'O FUMMO D''A CANNELA. Arrostire il formaggio con il fumo di una candela - cioè:tentare di far qualcosa con mezzi inadeguati. 29.'A MALA NUTTATA I 'A FIGLIA FEMMENA. La notte travagliata ed il parto di una figlia - cioè: Le disgrazie non vengono mai sole. 30.NUN TENÉ MANCO 'A CAPA 'E SI' VICIENZO. Non aver nemmeno la testa del sig. Vincenzo. Cioè:esser poverissimo. 'a capa 'e si' Vicienzo è la corruzione dell'espressione latina:caput sine censu ovverossia:persona senza alcun reddito, persona che pertanto non pagava tasse. 31.DICETTE MUNSIGNORE Ô CUCCHIERE:"VA' CHIANO , CA VACO 'E PRESSA!" Disse il monsignore al suo cocchiere:"Va' piano, ché ò premura!" Ossia:la fretta è una cattiva consigliera 32.SENZA DENARE NUN SE CANTANO MESSE. Senza denaro non si celebrano messe cantate. Cioé: tutto à il suo prezzo. 33.A CUOPPO CUPO POCO PEPE CAPE. Nel cartoccetto conico pieno entra poco pepe. Cioè: chi è sazio non può riempirsi di piú(in tutti i sensi). 34.GIACCHINO METTETTE 'A LEGGE E GIACCHINO FUJE 'MPISO. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso: Con riferimento a Gioacchino Murat ucciso a Pizzocalabro in attuazione di una norma da lui stesso dettata 35.A ALDARE SGARRUPATO NUN S'APPICCENO CANNELE. Ad altare diruto non portar ceri accesi. - Figuratamente: Non corteggiare donne anziane. 36. SI LL'AUCIELLE CANUSCESSENO 'O GGRANO, NUN NE LASSASSENO MANCO N' ACENO! Se gli uccelli conoscessero il grano, non ne lascerebbero un chicco! - Cioè: se gli uomini fossero a conoscenza di tutti i benefici che la vita offre, ne approfitterebbero sempre. 37.DICETTE PULICENELLA: PE MMARE NUN CE STANNO TAVERNE. Disse Pulcinella: in mare non vi sono ripari.Cioè: è sconsigliato mettersi in situazioni pericolose che non offrono scampo. 38. SCARTE FRUSCIO E PPIGLIE PRIMMERA. Cader dalla padella nella brace. 39.VA' DINTO Ê CHIESIE GRANNE CA TRUOVE SEGGE E SCANNE... Va' nelle chiese grandi dove troverai sedie e scranni - Cioè: Chi vuol qualcosa lo deve cercare nei negozi piú grandi che sono i piú forniti. 40.FEMMENE, CIUCCE E CCRAPE TENONO TUTTE UNA CAPA. Donne, asini e capre ànno tutti una medesima testa(ragionano tutti alla medesima maniera!) 41.LL'OMMO CU 'A PAROLA E 'O VOJO CU 'E CCORNE. L'uomo si conquista prendendolo con la parola, il bue tenendolo per le corna. Id est: Con la violenza si possono ammansire le bestie, non gli uomini che vanno convinti con l’eloquio. 42.'NTIEMPO'E TEMPESTA, OGNE PPERTUSO È PPUORTO! In caso di necessità, qualunque buco può servire da porto! brak

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