lunedì 26 settembre 2016

VARIE 16/845

1 GIACCHINO METTETTE 'A LEGGE E GGIACCHINO FOVE 'MPISO. Gioacchino emanò una legge e fu impiccato in attuazione della medesima legge; id est: Chi è causa del suo mal, pianga se stesso Con riferimento a Gioacchino Murat giustiziato a Pizzocalabro in attuazione di una norma da lui stesso dettata, e poco importa se in realtà il Murat fosse fucilato e non impiccato. 2 A LL’ALDARE SGARRUPATO NUN S'APPICCIANO CANNELE. All’ altare druto nn portar ceri accesi. - Figuratamente: Non corteggiare donne anziane. 3 SI LL'AUCIELLE CANUSCESSENO 'O GGRANO, NUN NE LASSASSENO MANCO N' ACENO! Se gli uccelli conoscessero il grano, non ne lascerebbero un chicco! - Cioè: se gli uomini fossero a conoscenza di tutti i benefici che la vita offre, ne approfitterebbero sempre. 4DICETTE PULICENELLA: PE MMARE NUN CE STANNO TAVERNE. Disse Pulcinella: in mare (aperto) non vi sono ripari. 5 SCARTE FRUSCIO E PPIGLIE PRIMERA. Scarti un fruscio e raccatti una primiera; id est:cader dalla padella nella brace. 6 VA' DINTO ê CHIESIE GRANNE CA TRUOVE SEGGE E SCANNE... Va' nelle chiese grandi dove troverai sedie e scranni - Cioè: Chi vuol qualcosa lo deve cercare nei negozi piú grandi che sono i piú forniti. 7 FEMMENE, CIUCCE E CRAPE TENENO TUTTE UNA CAPA. Donne, asini e capre ànno tutti una testa. 8 LL'OMMO CU 'A PAROLA I 'O VOJO CU 'E CCORNE. L'uomo si conquista con la parola, il bue per le corna. 9'NTIEMPO'E TEMPESTA, òGNE PERTUSO È PPUORTO! In caso di necessità, qualunque buco può servire da porto! 10TENGO ‘E LAPPESE A CQUADRIGLIè CA M’ABBALLANO ‘NCAPA Letteralmente: Ò le matite a quadretti che mi ballano in testa. Presa alla lettera la locuzione non significherebbe niente. In realtà lappese a quadrigliè è la corruzione dell'espressione latina lapis quadratus poi corrotto in quadrellatus,donde quadrigliè antica tecnica di costruzione muraria romana consistente nel sovrapporre, facendo combaciare le facce laterali e tenendo la base rivolta verso l'esterno,ed il vertice verso l'interno, piccole piramidi di tufo o altra pietra , per modo che chi guardasse il muro, cosí costruito, aveva l'impressione di vedere una serie di quadratini orizzontati diagonalmente.Questa costruzione richiedeva notevole precisione ed attenzione con conseguente applicazione mentale tale da procurare nervosismo, mal di testa e malumore 11 M’HÊ DATO ‘O LLARDO‘INT’ Â FIJURA Letteralmente:Mi ài dato il lardo nel santino. L'espressione si usa nei confronti di chi usi eccessiva parsimonia nel conferire qualcosa a qualcuno e prende l'avvio dall'uso che avevano i monaci di Sant' Antonio Abate a Napoli che gestivano in piazza Carlo III un ospedale per cure dermatologiche ed usavano il lardo dei maiali con il quale producevano unguenti curativi. Allorché poi dimettevano un infermo erano soliti consegnare al medesimo, per il prosieguo della cura, una piccolissima quantità di lardo benedetto, avvolto in un santino raffigurante Sant'Antonio abate .Pur se benedetto la quantità del lardo era veramente irrisoria e pertanto assai poco bastevole alla bisogna 12 Fà 'E CCOSE A CAPA 'E 'MBRELLO. Agire a testa (manico) di ombrello. Il manico di ombrello è usato eufemisticamente in luogo di ben altre teste. La locuzione significa che si agisce con deplorevole pressappochismo, disordinatamente, grossolanamente, alla carlona. 13 CHI NUN SENTE A MMAMMA E PPATE, VA A MURÍ ADDÒ NUNN’ È NATO... Letteralmente: chi non ascolta i genitori, finisce per morire esule. Id est: bisogna ascoltare e mettere in pratica i consigli ricevuti dai genitori e dalle persone che ti vogliono bene, per non incorrere in disavventure senza rimedio. 14. È GGHIUTA 'A MOSCA DINT' ô VISCUVATO... Letteralmente: È finita la mosca nella Cattedrale. È l'icastico commento profferito da chi si lamenta d' un risibile asciolvere somministratogli, che non gli à tolto la fameIn effetti un boccone nello stomaco, si sperde, quasi come una mosca entrata in una Cattedrale... Per traslato la locuzione è usata ogni volta che ciò che si riceve è parva res, rispetto alle attese... 15 CU 'NU Sí TE 'MPICCE E CU 'NU NO TE SPICCE. Letteralmente: dicendo di sí ti impicci, dicendo no ti sbrighi. La locuzione contiene il consiglio, desunto dalla esperienza, di non acconsentire sempre, perché chi acconsente, spesso poi si trova nei pasticci... molto meglio, dunque, è il rifiutare, che può evitare fastidi prossimi o remoti. 16 TENÉ'A SALUTE D' 'A CARRAFA D’’A ZECCA. Letteralmente:avere la consistenza della caraffa della Zecca. Ossia essere gracilissimo e cagionevole di salute quasi come l'ampolla di circa un litro usata per le tarature, esistente presso la Zecca di Napoli, ampolla che era di sottilissimo vetro e perciò fragilissima. 17 LàSSEME STÀ CA STONGO 'NQUARTATO! Lasciami perdere perché sono irritato, scontroso, adirato. Per cui non rispondo delle mie reazioni... La locuzione prende il via dal linguaggio degli schermidori: stare inquartato, ossia in quarta posizione che è posizione di difesa, ma anche di prevedibile prossimo attacco il che presuppone uno stato di tensione massima da cui possono scaturire le piú varie reazioni. 18 SE FRUSCIA PINTAURO, D''E SFUGLIATELLE JUTE 'ACITO. Si vanta PINTAURO delle sfogliatelle inacidite. Occorre sapere che Pintauro era un antico pasticciere napoletano che, normalmente, produceva delle ottime sfogliatelle dolce tipico inventato peraltro dalle suore del convento partenopeo detto Croce di Lucca. La locuzione è usata nei confronti di chi continua a pavoneggiarsi vantandosi di propri supposti meriti, anche quando invece i risultati delle sue azioni sono piuttosto deprecabili. 19 CARCERE, MALATIA E NECISSITÀ, SE SCANAGLIA 'O CORE 'E LL'AMICE. Carcere, malattia e necessità fanno conoscere la vera indole, il vero animo, degli amici. 20 AJE VOGLIA ‘E METTERE RUMMA, ‘NU STRUNZO NUN ADDEVENTA MAJE BABBÀ. Letteralmente:Puoi anche esagerare nell’irrorarlo di rum, uno stronzo non potrà mai diventare babà...E’ l’icastica e piú divertente trasposizione dell’asettico adagio italiano:Chi nasce quadro non muore tondo . Brak

Nessun commento: