1. Ê TIEMPE 'E PAPPAGONE
Letteralmente: Ai tempi di PAPPAGONE Id est: in un tempo
lontanissimo. Cosí vengono commentate cose di cui si parli che risultano
risalenti a tempi lontanissimi, quasi mitici. Il PAPPAGONE della locuzione non
è la famosa maschera creata dal compianto attore napoletano Peppino De Filippo;
ma è la corruzione del cognome PAPPACODA antichissima e nobile famiglia
partenopea che à lasciato meravigliosi retaggi architettonici risalenti al
1400, in varie strade napoletane.
2. ARRETÍRATE, PIRETO!
Letteralmente: Ritirati, peto! Imperiosa ed ingiuriosa
invettiva rivolta verso chi, per essere andato fuori dei limiti consentiti, si
cerchi di ridimensionare esortandolo, anzi imponendogli di rientrare nei
ranghi, anche se non si capisce come un peto, partito dalla sua sede vi possa
rientrare a comando...
3. A 'NU PARMO DÔ CULO MIO, FOTTA CHI VO’.
Letteralmente: ad un palmo dal mio sedere, si diverta chi
vuole. Id est: fate pure i vostri comodi, purchè li facciate lontano dal mio
spazio vitale, non mi coinvolgiate e soprattutto non mi arrechiate danno!
4. DICETTE 'O MIEDECO 'E NOLA: CHESTA È 'A RICETTA E CA DDIO
T''A MANNA BBONA...
Letteralmente: Disse il medico di Nola: Questa è la ricetta
e che Dio te la mandi buona. La locuzione viene usata quando si voglia
sottolineare che, dinnanzi ad un problema, si sia fatto tutto quanto sia nelle
proprie possibilità personali e che occorra ormai confidare solo in Dio dal
quale si attendono gli sperati risultati positivi.
5. FÀ 'NU QUATTO 'E MAGGIO.
Letteralmente: fare un quattro di maggio. Id est: sloggiare,
cambiar casa, trasferirsi altrove. Da intendersi anche in senso figurato di
allontanarsi, o recedere dalle proprie posizioni. Nel lontanissimo 1611 il
vicerè Pedro de Castro, conte di Lemos, nell'intento di porre un po' di ordine
nel caos dei quasi quotidiani traslochi che si operavano nella città di Napoli,
fissò appunto al 4 di maggio la data fissa soltanto nella quale si potevano
operare i cambiamenti di casa. Il giorno 4, da allora divenne la data nella
quale gli inquilini erano soliti conferire mensilmente gli affitti ai
proprietarii di immobili concessi in fitto.
6. S'À DDA ÒGNERE L'ASSO.
Letteralmente: occorre ungere l'asse. Id est: se si vuole
che la faccenda si metta in moto e prosegua bisogna, anche obtorto collo, sottostare
alla ineludibile necessità di ungere l'ingranaggio: inveterata necessità che
viene di lontano quando i birocciai solevano spalmare con grasso animale gli
assi che sostenevano gli elementi rotanti dei loro calessi, affinché piú
facilmente si potesse procedere con meno sforzo delle bestie deputate allo
scopo. Il traslato in termini di "mazzette" da distribuire è ovvio e
non necessita d'altri chiarimenti.
BRAk
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