CAZZIMMA – CAZZINCULARÍA
Talora gli amici che leggono qui e lí le cosette che scrivo, si divertono a
farmi richieste che oserei dire strane, se non fossero palesemente
provocatorie. È il caso della richiesta pervenutami questa mattina via e-mail
dall’amico N. C. (al solito motivi di riservatezza mi impongono di indicare
solo le iniziali di nome e cognome) il quale mi à chiesto di parlare delle due
parole in epigrafe.
Premetto súbito che le due voci sono essenzialmente del parlato e pertanto di
difficilissimo reperimento nei calepini del napoletano,con una qualche
eccezione riferibile a pochi linguisti che, sia pure con comprensibili
limitazioni, pescano le voci non soltanto negli autori d’antan, ma pure nel
parlato (in effetti, nella fattispecie solo nei lessici degli amici prof.Carlo Iandolo ed avv.to Renato de Falco ò potuto reperire la voce
cazzimma, ma in nessuno ò trovato cazzincularía che pure è voce usatissima nel
gergo giovanile popolare…). Mi è stato chiesto però di illustrare le due voci e
non mi tiro indietro! Farò da solo senza il supporto degli amici… Cominciamo:
Cazzimma:
s.vo f.le astratto intraducibile; con
la voce a margine usata nell’espressione “tené ‘a cazzimma” si indica
l’asprezza comportamentale, la proditoria gratuita cattiveria, la malevola
furbizia quasi levantina (che non è indice di intelligenza,come taluno vorrebbe
far credere, ma di innata cattiveria…) sempre prevaricante di colui o coloro
che vessa/no i meno dotati fisicamente e/o moralmente al fine di sopravanzarli
e godere dei frutti conquistati marmaldeggiando.
Etimologicamente si tratta di una parola costruita addizionando il termine
cazzo (che – come noto - è da un gergo marinaresco greco: (a)kation=albero
della nave [ qui semanticamente inteso quale…strumento di proditoria offesa])
con il suff. collettivo/ dispregiativo.. imma che continua, con raddoppiamento
espressivo della bilabiale (M) il latino imen. Ribadisco qui che l’azione
prevaricante e l’asprezza comportamentale indicate dalla voce cazzimma sono
atteggiamenti indici di cattiveria innata e/o gratuita non determinata da cause
o motivi scatenanti, da far risalire esclusivamente al bagaglio caratteriale
dell’individuo cazzemmuso (cioè aduso alla cazzimma). Ben diversa è la voce cazzincularía
s.vo f.le astratto intraducibile, che
pur rappresentando il medesimo atteggiamento comportante un’azione prevaricante
condita di asprezze comportamentali,proditorie offese, furbizie malevoli,
scaltrezze astiose, à una ben determinata origine che non è da far risalire
esclusivamente al bagaglio caratteriale dell’individuo che agisce con
cazzincularía, ma bisogna andare a ricercare in un qualche torto súbito da tale
individuo, torto del quale egli pare voglia rivalersi in una sorta di
rappresaglia verso tutto il mondo. E quale è il torto subíto che lo spinge alla
vendetta? Si tratta di una vera o, piú spesso, ipotizzata, figurata
sodomizzazione di cui l’individuo che agisce con cazzincularía sia rimasto
vittima; in effetti la parola etimologicamente riproduce, attraverso
l’addizione delle parole cazzo + in + culo + il suffisso tonico (r) ía dei nomi
astratti, il tipo di torto subíto dall’individuo che agendo con cazzincularía
cerca ora di ripagarsi di ciò che realmente o figuratamente abbia dovuto
sopportare.
In coda rammento che la voce cazzincularía è spesso attestata, sempre nel
parlato, come cazzancularía con un’evidente assimilazione progressiva vocalica
di tipo popolare per la quale la i di
cazzi si assimila alla a dando cazza
cosí come accade nell’italiano dove càpita che talora l’assimilazione vocalica
sia regressiva cfr. ad es. tenaglie ma attanagliare.
E mi pare che, una volta fatte le mie rimostranze verso i vocabolaristi che
evitano di trattare talune sanguigne voci come queste in epigrafe…, possa
bastare e l’amico N. C., i miei abituali ventiquattro lettori e qualche altro che dovesse leggere queste
paginette, possano dirsi soddisfatti.
Raffaele Bracale 11/02/09
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