martedì 17 agosto 2021

SPOGLIAMPISE/O & dintorni

 

SPOGLIAMPISE/O & dintorni

 

Questa volta tengo dietro ad una richiesta  dell’amica M.P. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di non riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) che mi à chiesto  di chiarire significato e portata del termine spogliampise/o    ed illustrare   altre voci prossime, simili, affini, analoghe, insomma sinonimi d’esso. L’accontento súbito e dico che la voce spogliampise/o à molti sinonimi o voci analoghe; le illustrerò tutte e m’auguro di interessare con queste paginette anche qualche altro dei miei consueti ventiquattri lettori. Diamoci da fare!

spogliampise/o s.vo e talora agg.vo m.le e f.le  straccione, cencioso, ma letteralmente chi spoglia(va) degli abiti gli impiccati, oppure li depreda(va) degli ultimi averi, svuotando loro le tasche o ne compra(va) dal boia, per rivenderli, gli abiti; estensivamente in seguito  il termine indicò colui che rivendesse abiti usati e per traslato la voce fu usata quale sinonimo di miserabile, spregevole, abietto, meschino, in quanto semanticamente tali aggettivazioni ben si attagliano sia  a chi si dedicasse alla spoliazione e/o depredazione (in tutti i sensi) degli impiccati,sia a chi indossasse abiti dismessi da povera gente, per cui abitil isi, consunti, sia  a chi si dedicasse   alla rivendita di  abiti usati,come che fosse  sottratti ad impiccati. Etimologicamente la voce è formata dall’unione di spoglia + il s.vo ‘mpise ; la voce verbale spoglia  è la 3° p. sg. ind. pr. dell’infinito spuglià (dal lat. spoliare, deriv. di spolium 'spoglia') =spogliare; ‘mpise è il pl. di ‘mpiso = appeso, impiccato (p.p. sostantivato di ‘mpennere = appendere impiccare che è dal lat. in→impendere 'pesare', poi ''sospendere' ', comp. di in→’m e pendere 'sospendere'.

Come ò premesso, ripeto  che della voce spogliampise or ora esaminata esistono e sono usati nel napoletano, alcuni icastici sinonimi da leggersi tutti oltre che   nel primitivi significati di straccione/a, cencioso/a  anche  estensivamente in tutti quelli indicati: miserabile, spregevole, abietto, meschino, ed addirittura persona malvagia, priva di scrupoli, crudele, feroce,furba, scaltra, spietata, scellerata, empia, perversa, sadica, maligna proclive ad essere efferata, disumana, brutale;

i sinonimi che esamino sono:

 

arrobbagalline s.vo ed agg.vo m.le e f.le; voce spregiativa che vale  straccione/a, cencioso/a povero, miserabile, straccione, pezzente,ma letteralmente chi ruba galline, chi ruba piccole cose, chi compie piccoli furti, per incapacità o paura (sinon. delle espressioni fig. mariuolo ‘e galline, ‘e pullaste(ladro di galline, di polli): chillo è n’arrobbagalline nun è stato cert’ isso a svaliggià ‘arefice (quello è un rubagalline, non è stato certo lui a svaligiare la gioielleria); semanticamente la voce a margine può accostarsi a spogliampiso per il fatto che ambedue le voci ci si riferisce a chi è cosí misero da accontentarsi di abiti lisi e rattoppati o di piccola, insignificante refurtiva; etimologicamente arrobbagalline è l’agglutinazione del s.vo f.le galline con la voce verbale arrobba:

galline s.vo f.le pl. di gallina  tipico animale da cortile,  femmina del gallo, piú piccola del maschio, con piumaggio meno vivacemente colorato, coda piú breve, cresta piccola o mancante, speroni e bargigli assenti; viene allevata per le uova e per le carni (ord. Galliformi); nell’immaginario comune è inteso animale stupido e di nessuna intelligenza e ciò forse perché – avendo testa piccola – si pensa che abbia poco cervello; etimologicamente il nome è dal lat. gallina(m), deriv. di gallus 'gallo';

arrobba  voce verbale (3ª pers. sg. ind.pr.) dell’infinito arrubbà  che vale il generico rubare, ma sarebbe fallace pensare che il verbo napoletano sia stato marcato sull’italiano rubare; in realtà il verbo partenopeo à un diverso etimo di quello italiano risultando essere un denominale di robba (roba)( lemma dal tedesco rauba =bottino,preda) attraverso un ad + robba = adrobba→arrubba→arrubbare/arrubbà= darsi al bottino, alla preda. petacciuso/osa s.vo ed agg.vo m.le o f.le 

1 in primis straccione/a, cencioso/a, barbone/a 

2 per ampliamento semantico  individuo miserabile, spregevole, abietto, meschino;

etimologicamente è voce costruita addizionando al s.vo petaccia il con il suffisso lat. di pertinenza   osus/osa→uso/osa (suffisso di aggettivi derivati dal latino o tratti da nomi, che indica presenza, caratteristica, qualità ecc.; il s.vo petaccia = cencio, brandello, straccio ed estensivamente   abito  di tessuto logoro; piú in generale con tutte le accezioni di straccio quale indumento logoro e dimesso,  pezzo di tessuto logoro, riutilizzabile industrialmente per la fabbricazione di carta e tessuti o impiegato in usi domestici per pulire e spolverare,  ma con valore accresciuto nel negativo: cchiú ca ‘nu straccio era ‘na petaccia!

quanto all’etimo, petaccia   appare a taluno un derivato dello  spagnolo pedazo= pezzo  ma a mio avviso non è errato vedervi un derivato del lat. volg. *pettia(m), di origine celtica = pezza secondo il seguente percorso morfologico: pettia(m)→pet(ti)a(m) + il suff. dispregiativo aceus/a→accio/a; tuttavia qualcuno à  anche ipotizzato  un lat. volg. *pitacium accanto al classico pittacium/pittacia= cencio, brandello. C’è da scegliere, quantunque  a me piaccia la derivazione dal lat. volg. *pettia(m).

sauzammàro/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le 1 in primis  salumaio grossolano, dozzinale,

2 produttore/trice girovago/a di salsa;

3 per ampliamento semantico sudicione/a, sbrindellone/a straccione/a, cencioso/a; si tratta comunque  in tutte e tre  le accezioni di voce dispregiativa e lo si ricava dalla presenza nel corpo della parola  del suffisso  collettivo/ dispregiativo amma/immo  che continua con raddoppiamento espressivo della labiale il latino imen (cfr. zuzzimma, canimma, lutamma, sfaccimma etc.) unito con il suff. lat.  di competenza arius→àro.

L’accostamento semantico tra il salumaio ordinario o il/la produttore/trice girovago/a di salsa e l’individuo sudicione/a, sbrindellone/a straccione/a etc. si coglie tenendo presente il fatto che sia il salumaio scadente che il/la produttore/trice girovago/a di salsa sono intesi individui poco attenti all’igiene,vestiti alla meno peggio con camici spesso luridi, sozzi, lerci, macchiati, individui  incuranti di lordarsi di grasso o sugo.

scarfugno  agg.vo e s.vo maschile e solo maschile che rende i termini dell’italiano rapinatore, scippatore, borsaiolo, tagliaborse, predone;  etimologicamente è un deverbale del   greco skariphàomai addizionato del sugffisso ógno/ugno suffisso collettivizzante di agg.vi e s.vi m.li e f.li che continua il greco ónia.

 sfelenza/o  agg.vo e s.vo maschile e solo maschile rende gli italiani poveraccio, sbrindellone, morto di fame, pezzente, spiantato, squattrinato, straccione. Si tratta di un termine che trova i suoi omologhi nel calabrese sfilenziu/sfilensiu  e nel salentino sfilenze/sfelenze. Quanto all’etimologia  il prof. Giovanni Alessio postulò, ma senza chiarirne il perché semantico, una derivazione da un nome proprio lat. Fidentǐus con protesi di una S distrattiva e normale passaggio a liquida  della dentale sonora [D→L];   Ernesto Giammarco ( valente linguista abruzzese scomparso intorno al 1960) pensò – ma poco convincentemente – ad un composizione del tema del verbo  sfil-are addizionato con il s.vo  lenza  nell’inteso che lo sfelenza fósse un soggetto cosí male in arnese da potersi solo dedicare al poco remunerativo mestiere di addetto alla riparazione di reti e/o lenze. A malgrado della grande stima che porto al prof. Giovanni Alessio non mi sento di aderire alla sua ipotesi  che mi appare zoppicante dal punto di vista semantico. Trovo pure, per il medesimo motivo,  assai poco perseguibile l’idea dello Giammarco ed in ultima analisi penso di poter formulare l’ipotesi che segue e che  aderisce d’avvio  all’idea dell’amico avv.to Renato de Falco che tenendo presente che la voce in esame si riferisce  ad un soggetto vestito di panni lisi e consunti e sfilacciati cioè ad uno sbrindellone, uno  straccione, reputa che la voce in esame sia da  collegare al verbo filare preceduto da una S distrattiva ed addizionata del suffisso enza  [ dal lat. -ĕntia] suffisso derivativo di nomi  tratti da verbi.

spetaccione/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le straccione/a soggetti adusi a rivestirsi di abiti sbrendolati, lisi, laceri; etimologicamente voce costruita sul termine petaccia addizionata in posizione protetica di una S intensiva; petaccia  s.vo f.le  =cencio, brandello, straccio ed estensivamente   abito  di tessuto logoro; piú in generale con tutte le accezioni di straccio,[cfr. alibi] ma con valore accresciuto nel negativo: cchiú ca ‘nu straccio era ‘na petaccia!

Quanto all’etimo di petaccia ò già detto antea.

 

spellicchione s.vo ed agg.vo m.le e solo  m.le straccione, povero diavolo cosí malmesso da presentare addirittura abrasioni, lacerazioni, sbucciature sulla superficie del corpo; voce denominale di pellecchia  addizionata in posizione protetica di una S intensiva;pellecchia s.vo f.le  = buccia sottile, pelle aggrinzita  dal lat. pellicula→pellic(u)la→pellecchia.

scauzacane s.vo ed agg.vo m.le e solo m.le persona di umile condizione sociale, priva di mezzi e di capacità, miserabile, pezzente, poveraccio. 2. (estens.) chi è incompetente nel proprio lavoro, incapace, inetto; voce formata dall’agglutinazione di scauzare [=scalzare] + cane nell’inteso che si tratti di soggetto cosí miserabile da esser capace addirittura di sottrarre ipotetiche scarpe anche ai cani; scauzàre= scalzare è dal lat. ex-calceare→scalceare→scauzare.

sdellenzato/a s.vo ed agg.vo m.le o f.le  cencioso/a, sbrindellato/a voce deverbale dell’iberico deslazar/desenlanzar

sbrunzuluso/oa s.vo ed agg.vo m.le o f.le (in primis) di persona, vestito di abiti sporchi e logori, brindelloso/a, lacero/a, malandato/a, malconcio/a. (estens.) di persona, ridotto in miseria, in pessime condizioni di vita e sim., miserabile, misero/a. voce etimologicamente formata sul s.vo vrenzola ( straccio, cencio, etimologicamente  da ricollegarsi ad una brenniciola→bren(ni)ciola→brenciola diminutivo di un’originaria brenna corrispondente (vedi il Du Cange) ad un basso lat. breisna= rozza, vile,senza valore.

E qui penso di poter far punto, convinto, se non di avere esaurito l’argomento, di averne détto a sufficenza, accontentato l’amica M.P. ed interessato qualcuno dei miei consueti ventiquattro lettori. Satis est.

raffaele bracale

 

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