A tavola non si invecchia: un piatto in meno ed una luce in piú.
Simpatico e veritiero proverbio che, in verità, non so bene se appartenga alla tradizione nazionale o a quella popolare partenopea; lo esamino per tentar di chiarirne l’autentico sotteso significato, spesso non compreso o travisato, anche da persone di età avanzata;
Una prima osservazione semantica ci può aiutare a comprender che forse si tratta di un proverbio napoletano, sebbene redatto non nel consueto verace idioma partenopeo, ma in un ibrido linguaggio solo apparentemente toscano: infatti il verbo invecchia è, per posizione e senso un congiuntivo esortativo che in pretto toscano (se si fosse trattato di un proverbio nazionale) sarebbe stato reso con un più corretto invecchi; è vero che in lingua napoletana non esiste il verbo invecchiare (che solitamente è reso con i verbi appassuliarse o staggiunarse) e la sua presenza nel proverbio potrebbe far pensare che ci troviamo a parlare di un proverbio nazional popolare, ma l’uso scorretto del congiuntivo reso con l’indicativo, mi fa invece pensare che si tratti di un proverbio popolare partenopeo; nella lingua napoletana, infatti, pur esistendo in grammatica il congiuntivo presente, nell’uso comune lo si sostituisce con l’indicativo presente.
Ciò detto, passo ad illustrarne il sotteso significato e prendendo in considerazione la seconda parte del proverbio chiarisco súbito che la luce in piú di cui si parla non è da intendersi, come pure erroneamente taluno fa, come riferimento ad un mezzo di illuminazione quale che sia; in realtà, come qui appresso chiarirò, la luce in piú è da intendersi come un giorno in piú..
Infatti il proverbio suggerendo, anzi consigliando di non invecchiare a tavola e cioè consigliando di non intrattenersi a lungamente (ed abbondantemente) banchettare, chiarisce che il rinunciare ad un piatto,
può portare il beneficio di allungare la vita, concetto reso con l’espressione una luce in piú id est:un giorno in piú.
Ci troviamo in somma davanti ad un proverbio che non si interessa di problemi energetici,auspicando che il desco sia bene illuminato, anche a discapito dell’abbondanza di vivande, ma molto piú opportunamente dètta una norma comportamentale salutare.Tuttavia debbo segnalare che molte persone anche tra quelle anziane, non conoscono il proverbio cosí come riportato in epigrafe, ma ne rammentono semplicemente la prima parte: A tavola non si invecchia e lo leggono edonisticamente, se non in senso epicureo, affermando che il proverbio consiglia, quando non invita a stare lungamente a tavola a cibarsi abbondandemente, stando in gioiosa compagnia con i commensali; le due cose aiuterebbero a mantenersi giovani e a non invecchiare... Dissento!
Raffaele Bracale
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