sabato 19 aprile 2008

‘A MALORA ‘E CHIAJA

‘A MALORA ‘E CHIAJA

Letteralmente: la cattiva ora di Chiaja.
Cosí a Napoli viene apostrofato,con sapido traslato, chiunque sia ripugnante d'aspetto e di modi. Occorre sapere, per comprendere la locuzione che Chiaja è oggi uno dei quartieri piú eleganti e chic della città, ma un tempo era solo un borgo molto prossimo al mare ed era abitato da popolani e pescatori d'infimo ceto. Orbene, temporibus illis, era invalso l'uso che le popolane abitanti a Chiaja, sul tardo pomeriggio del giorno solevano recarsi nei pressi del mare a sversare nel medesimo i contenuti maleodoranti dei grossi pitali nei quali la famiglia lasciava i propri esiti fisiologici: quel lasso di tempo in cui si svolgevano gli sversamenti era detto 'a malora ‘e Chiaja
Chiaja letteralmente valse in origine spiaggia con derivazione dal greco plaghía con normale passaggio di pl a chj, caduta della gutturale intervocalica e sviluppo di una j di transizione; mentre in napoletano l’omografa ed omofona chiaja = piaga, dolore tormentoso è da un acc.vo latino: plaga(m) connesso al verbo plàngere.
raffaele bracale

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