venerdì 17 ottobre 2008

Aiza ‘ncuollo e vatténne

Aiza ‘ncuollo e vatténne
Ad litteram: alza addosso e va’ via; id est: caricati indosso quanto di tua competenza ed allontanati. Robusto modo di invitare qualcuno, probabilmente perché importuno, ad allontanarsi avendo cura di portar via con sé quanto di sua spettanza, per modo che non abbia a scusante, per ritornare, il fatto di dover recuperare il suo. Anticamente era, sia pure limitatamente alla prima parte della locuzione l’ordine che si impartiva ai facchini, affinché principiassero sollecitamente la loro incombenza di trasportar merci o altro issandole sulle loro robuste spalle; oggi, limitatasi la locuzione ad un invito, sia pure perentorio, ad allontanarsi che viene rivolto agli importuni, l’aiza ‘ncuollo della locuzione è pletorico e viene mantenuto per non guastare il sapore di antico di cui è pervasa l’espressione
aiza = alza voce verbale ( qui 2° p. sg. imperativo, altrove anche 3° p. sg. indicativo presente) dell’infinito aizà/aizare derivato dal lat. altiare donde derivò dapprima auzare (cfr. alibi altus→auto→aveto= alto) ed infine aizare.

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