martedì 28 ottobre 2008

Jí a ppuorto (o a Puortece) pe ‘na rapesta.

Jí a ppuorto (o a Puortece) pe ‘na rapesta.
Ad litteram: recarsi al porto (oppure a Portici) per (acquistare) una rapa. Id est: impegnarsi eccessivamente, affaticarsi oltremodo per raggiungere un risultato modesto o meschino come sarebbe il recarsi al mercato del porto o addirittura a Portici, piccolo comune agricolo nei pressi di Napoli, per acquistare una sola, insignificante rapa.Per vero l’espressione esatta è Jí a ppuorto pe ‘na rapesta,mentre Jí a Puortece pe ‘na rapesta ne è solo una colpevole corruzione; un tempo il principale mercato ortofrutticolo napoletano era ubicato in prossimità del porto su terreno che poi ospitò il mercato del pesce e da ultimo i tendoni dei circhi equestri nomadi.
rapesta s. f. è voce che con derivazione dal lat. rapist(r)u(m) indica la rapa(ortaggio di scarsissimo sapore e valore) e per traslato un uomo o donna inetti e dappoco.
brak

5 commenti:

Clem Ros ha detto...

Mi spiace contraddirti, ma definire il luogo di villeggiatura dei Borboni, come piccolo paese agricolo nel napoletano, è sbagliato. il fatto che sia sede dell'università Agrarie, non fa di questa cittadina un paese agricolo, anzi, fino agli anni 2000 aveva una densità di popolazione superiore a quella di Hong Kong..... molto commercio e paese dormitori in quanto quasi tutti i suoi cittadini lavorano fuori dal paese.

Unknown ha detto...

Corretto Portici è la città più evoluta del napoletano

Renato ha detto...
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Renato ha detto...
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Renato ha detto...

Probabilmente siete molto giovani e non potete ricordare che Portici è stato un paese sia a vocazione agricola che di pesca e solo dopo la speculazione edilizia iniziata negli anni 60 che ha stravolto totalmente la vocazione naturale di questo Comune rendendolo un agglomerato urbano con densità di popolazione tra i maggiori al mondo. Lo scrivo da napoletano di nascita e porticese di adozione.