venerdì 19 dicembre 2008

RUBARE E VERBI CORRISPONDENTI NEL NAPOLETANO

il verbo italiano RUBARE ed i suoi corrispondenti nella lingua napoletana.
Il verbo italiano in epigrafe: rubare (che è propriamente l’appropriarsi in modo illecito di beni altrui; sottrarre ad altri qualcosa, spec. con l'astuzia o con la frode) pur avendo numerosi sinonimi quali: trafugare, carpire; (pop.) fregare, grattare (pop.); (qualcuno di qualcosa) derubare, defraudare, spogliare, impossessarsi, impadronirsi, rapinare, scippare, estorcere, taccheggiare, è verbo che (salvo poche eccezioni: rapinare, scippare, estorcere) non à – nei suoi sinonimi – significazioni specifiche e/o particolari, per cui tali sinonimi possono essere usati (senza grosse differenze) in luogo dell’originario rubare verbo che etimologicamente si fa derivare da un latino dell’VIII sec.: raubàre o robare a loro volta forgiati su di un antico tedesco raubon.
Ben diversa la situazione della lingua napoletana che pur presentando numericamente pochi sinonimi del verbo di partenza arrubbà che è l’appropriarsi in modo illecito di beni altrui, destína i varî sinonimi all’indicazione di precise, circostanziate azioni e/o situazioni. Elenco qui di sèguito i sinonimi, per poi illustrali singolarmente:
accrastà, arravuglià, arraffà o,aggraffà o aggranfà, arrefulià, arrunzà furà.
Passiamo ad esaminare i singoli verbi:
arrubbà: vale il generico rubare, ma sarebbe fallace pensare che il verbo napoletano sia stato marcato sull’italiano rubare; in realtà il verbo partenopeo à un diverso etimo di quello italiano risultando essere un denominale di robba (roba)(dal tedesco rauba =bottino,preda) attraverso un ad + robba = adrobba→arrubba→arrubbare/arrubbà= darsi al bottino, alla preda;
accrastà:di per sé vale: agguantare, sopraffare con violenza, ma in particolare: rapinare; l’etimo è dal latino *ad-crastare→accrastare= sospingere ad una intagliatura; crastare è da un lat. classico castrare(=tagliare) da cui,con una evidente metatesi,crastare donde ad+crastare→accrastare/accrastà;
arraffare/arraffà o anche aggranfà o pure aggraffà tutte le tre voci verbali sono evidenti tre sistemazioni fonetiche (attraverso varî adattamenti) di una medesima voce iniziale che è aggranfà e tutte valgono per: abbrancicare, afferrare con destrezza e rapidità e posson quasi valere l’italiano scippare; etimologicamente la voce aggranfare/aggranfà risulta essere un denominale del longobardo krampfa = artiglio, grinfia,uncino;
arrunzà:di per sé vale: prender tutto, senza distinzione di sorta, far man bassa di ciò che càpiti, raccattandolo alla meno peggio; con questo verbo, e con il successivo si identifica il furto di piccoli oggetti o generi alimentari operato nei grandi centri commerciali; etimologicamente la voce risulta denominale di un tardo latino runca = falcetto, quasi nel significato di tagliar tutto, recidere (con la roncola) senza distinzione;
arravugliare/arravuglià: di per sé vale: avvolgere, inviluppare ed estensivamente sottrarre qualsiasi cosa capiti sotto mano, celandola nelle tasche o nelle pieghe degli abiti; come ò detto è il tipo di furto che si perpetra nei grandi centri commerciali soprattutto nei reparti di generi alimentari; etimologicamente la voce risulta essere dal basso latino ad+revolviare→arrevolviare→arravoglià→arravuglià= confondere, celare;
arrefuliare/arrefulià è il verbo che in napoletano si usa per indicare il rubacchiare che si fa sui soldi della spesa; è il verbo che connota l’azione che in italiano è resa con l’espressione far la cresta (dalla locuzione romanesca: far l'agresta, riferita ai contadini che, per rubare al padrone, coglievano l'uva acerba e ne vendevano il succo);il verbo napoletano a margine è un rafforzamento, attraverso un ad→ar prostetico , del verbo refulià /refilà = rifilare (da un tardo lat.re(ri)+ filare, deriv. di filum 'filo'=pareggiare qualcosa con un taglio a filo);
furare/furà che è il generico rubare, sottrarre , ma è voce essenzialmente usata anticamente in poesia; il verbo a margine ripete dritto per dritto il basso latino furare per il classico furari da fur/furis.
Raffaele Bracale

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