lunedì 4 maggio 2009

VARIE 205

1.Fà carne 'e puorco...
Ad litteram: far carne di porco; id est:trarre il massimo del profitto, lucrare oltre il lecito o consentito, come chi si servisse della carne di maiale del quale, è noto, non si butta via nulla...

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2.Fà 'o paro e 'o sparo....
Ad litteram: fare a pari e dispari; id est:tentennare, non prendere decisioni, essere eternamente indecisi ed affidar tutto, per non assumer responsabilità, all'alea della sorte

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3.Lassàte 'e penziere miéje e pigliateve 'e vuoste!
Ad litteram: Lasciate stare i miei problemi e prendetevi i vostri! Id est: Impicciatevi dei fatti vostri ed evitate di darmi consigli (non richiesti)!

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4. È fernuta 'a zezzenella!
Ad litteram: È finita (id est:si è svuotata) la piccola mammella. Sorta di ammonimento che vuol significare: è terminata la pacchia,si appresano tempi difficili, oppure - con diversa valenza -(ragazzo!,) la mammella è ormai vuota, è tempo di crescere!
Zezzenella s.f. = piccola mammella il sostantivo a margine è quale diminutivo (con doppio suffisso (ina + ella→nella)) , una forma collaterelale di zezzella e cioè di piccola zizza=mammella dal lat.: titta(m); rammento che in napoletano esiste anche la voce zezzeniello che è un s. m.le ed è una sorta di maschilizzazione della voce a margine, ma indica la parte alta del collo, quella che, nei maschi, insiste sul pomo di adamo e che proprio per la sua forma blandamente pizzuto può richiamare alla mente la forma di una piccola tetta, una zezzella appunto di cui maschilizzato riprende il nome.

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5. Fà ascí ‘e ssòvere ‘a culo.
Letteralmente: fare uscire le sorbe dal culo; id est: percuotere qualcuno, torchiandolo fino allo spasimo, quasi strizzandolo fino a che non dica o confessi ciò che sa o abbia fatto, costringendolo iperbolicamente ad emettere le emorroidi (eufemisticamente dette sovere che sono in realtà i frutti del sorbo, dal lat.: sorbere→sobere in quanto frutti succosi e maturi, quasi da suggere)

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6. Fà tremmà ‘o strunzo ‘nculo.
Ad litteram: far tremare lo stronzo nel culo; id est: incutere in qualcuno, attraverso gravi minacce, tanto timore o spavento da procurargli, iperbolicamente, un convulso tremore degli intestini e del loro contenuto prossimo ad essere espulso.
Tremmà = tremare, essere scosso da una serie di rapide contrazioni muscolari causate dal freddo, dalla paura, da una malattia e sim.; la voce è dal lat. tremere con cambio di coniugazione e raddoppiamento espressivo della labiale: tremere→tremare→tremmare.
Strunzo = s.vo m.le = escremento solido di forma cilindrica; voce derivata dal tedesco strunz.
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