lunedì 23 novembre 2009

CUNTRORA

CUNTRORA
Ecco un altro vocabolo che, squisitamente partenopeo, partito dai vocabolarî della lingua napoletana, è approdato in quelli della lingua nazionale,(sebbene nella forma di controra) mantenendo inalterati i significati estensivi di siesta ( che è forse da un lat.: hora sexta), riposo pomeridiano, ciò che, per intenderci, nell’italiano mediatico (mutuato dal romanesco) si dice: pennichella (etimologicamente forse da un basso latino: pendicare).
Nel suo significato primo la parola cuntrora che etimologicamente viene dal latino: contra hora id est: ora contraria, avversa nel senso di inadatta al lavoro, all’applicazione e quindi da destinarsi al riposo indica quel lasso di tempo a ridosso dell’ora meridiana, quando – specie in estate – il sole picchia piú forte e le ore sono piú calde; poiché nel meridione si è soliti pranzare intorno al suddetto orario meridiano e far seguire al pranzo il riposo, la siesta, che si fanno proprio nelle ore più calde e meno adatte al lavoro, ecco che il termine cuntrora è passato ad indicare non più solo un certo lasso di tempo, quanto la confortevole stasi cui si è soliti dedicarsi in quel lasso di tempo: la siesta, il riposo cioè ed in tale accezione ‘a cuntrora, addolcita in controra è approdata nella lingua nazionale. In coda a tutto quanto detto rammento che la voce cuntrora (controra) fu voce antica già in uso a far tempo dalla seconda metà del seicento e mai desueta e che anticamente fu addirittura codificata stabilita nella sua durata in riferimento soprattutto al lavoro svolto da gli operai alle dipendenze; al proposito infatti rammento che esistettero durante la giornata due controre cioè due ben precisi lassi di tempo duranti i quali gli operai dismettevano temporaneamente il lavoro per prendersi un po’ di riposo e rifocillarsi; l’inizio di tali controre era annunciato da nove tocchi di campane; premesso che anticamente il lavoro di operai alle dipendenze d’ un si’masto (signor maestro/padrone) o di operaie alle dipendenze d’ una sié maesta (signora maestra/padrona) si svolgeva quotidianamente nei giorni tra la festa di san Giuseppe ed il primo lunedí di ottobre dal mattino alla mezzanotte, mentre negli altri mesi veniva svolto sino a due ore dopo la mezzanotte, ciò premesso dirò che la prima delle due codificate controre, quella riservata ad un breve riposo ed un modico asciolvere,si protraeva tra il mezzodí (modernamente ore 12.00 e le venti ore ( modernamente alle ore 20.00 cioè ad un’ora dopo il tramonto); la cuntrora piú lunga era quella tra le due ore di notte (modernamente alle ore 23.00) ed il mattino successivo (ore 6.00) durante la quale gli/le operai/e prendevano l’unico sostanzioso pasto della giornata ed il meritato riposo. In seguito il riposo notturno perdette il nome di cuntrora che fu attribuito al generico riposo postprandiale, non solo a quello che si prendevano gli/le operai/e per sbocconcellare una loro merenda.
Raffaele Bracale

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