martedì 12 luglio 2016

VARIE 16/721

1.'O TURCO FATTO CRESTIANO, VO' 'MPALÀ A TTUTTE CHILLE CA GHIASTEMMANO. Ad litteram: il turco diventato cristiano vuole impalare tutti i bestemmiatori. Id est: I neofiti sono spesso troppo zelanti e perciò pericolosissimi. 2.SI ‘A ‘MMIRIA TENESSE ‘A GUALLERA, CHI SA’ QUANTE CAMMENASSENO CU ‘E CCOSCE APERTE! Ad litteram:Se l’invidia avesse l’ernia inguinale chissà quanti camminerebbero a gambe divaricate! Id est: il peccato capitale dell’invidia è cosí tanto diffuso che se, per giocosa ipotesi, comminasse a gli invidiosi l’ernia inguinale troppi dovrebbero camminare a gambe divaricate. ‘mmiria s.vo f.le– 1. Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità; [dal lat. invidia con aferesi ed assimilazione progressiva iniziale(N-V→MM) e rotacizzazione (D→R)]. guallera/guallara s.vo f.le indica segnatamente ernia scrotale con etimo dall’arabo wadara di identico significato; 3. 'O PATATERNO ADDÓ VEDE 'A CULATA, LLA SPANNE 'O SOLE Ad litteram: il Padreterno dove vede un bucato sciorinato, là invia il sole. Id est: la bontà e la provvidenza del Cielo sono sempre presenti là dove occorrono. 'a culata è appunto il bucato (che è dal ted. bukon) ed è detto culata (deverbale di colare) per indicare il momento della colatura ossia del versamento dell'acqua bollente sui panni già lavati,ma necessarii di sbiancatura, sistemanti in un grosso capace contenitore; l'acqua bollente veniva fatta colare sui panni attraverso un telo sul quale , temporibus illis, era sistemata della cenere (ricca di per sé di soda, agente sbiancante(in sostituzione di chimici detergenti)), e dei pezzi di arbusti profumati(per conferire al bucato un buon odore di pulito)…; il telo proprio per il fatto di accogliere la cenere fu détto cennerale 4.'O GALANTOMMO APPEZZENTÚTO, ADDEVÈNTA 'NU CHIAVECO. Ad litteram: il galantumo che va in miseria, diventa un essere spregevole. In effetti la disincantata osservazione della realtà dimostra che chi perde onori e gloria, diventa il peggior degli uomini giacché si lascia vincere dall'astio e dal livore verso coloro che il suo precedente status gli consentiva di tenere sottomessi e che nella nuova situazione possono permettersi di alzare la testa e contrattare alla pari con lui. Chiaveco s.vo ed a.vo m.le = sporco, lercio e per estensione cattivo soggetto, essere spregevole; è un adattamento al maschile del s.vo f.le chiaveca/chiavica= fogna, porcheria,sozzura che è dal tardo lat. clàvica per il classico cloaca normale il passaggio cl→chj→ chi come ad es. clarum→chiaro. 5.'E VRUOCCOLE SO' BBUONE DINT’Ô LIETTO. Letteralmente: i broccoli sono buoni nel letto. Per intendere il significato del proverbio bisogna rammentare che a Napoli con la parola vruoccole si intendono sia la tipica verdura che per secoli i napoletani mangiarono,tanto da esser ricordati come "mangiafoglie", sia le moine, le carezze che gli innamorati son soliti scambiarsi specie nell'intimità; il proverbio sembra ripudiare ormai la verdura per apprezzare solo i vezzi degli innamorati. Analoga alla locuzione in esame è quella che recita: ‘E MMULIGNANE SO’ BBONE SOTT’A LL’UOCCHIE che letteralmente è. Le melanzane sono buone sotto a gli occhi ed in questo caso bisogna rammentare che a Napoli con la parola mulignane si intende sia il tipico gustosissimo ortaggio che la fa da padrone nella cucina partenopea, sia le occhiaie bluastre tendenti al viola, tipiche di occhi stanchi di colui/colei che non à riposato durante la notte impegnato/a com’era in tenzoni amorose; anche questa locuzione sembra ripudiare ormai l’ortaggio per apprezzare solo le occhiaie conseguenti degli incontri amorosi. Rammento che mulignana= melanzana dall’arabo badingian incrociato con il prefisso mela→ melingian donde per metatesi meligniana→mulignana; altrove l’arabo badingian fu incrociato con i prefissi petro(primo elemento di parole composte della terminologia scientifica, formate modernamente, dal gr. pétra 'pietra') o con il prefisso peto adattamento locale del precedente e s’ebbe petronciano o petonciano. la voce melanzana fu anche ritenuta, ma impropriamente, derivata da mela+ insana in quanto ritenuto ortaggio il cui consumo potesse portare alla pazzia. 6. STATTE BBUONO Ê SANTE: È ZZUMPATA 'A VACCA 'NCUOLLO Ô VOJO! Letteralmente: buonanotte!la vacca à montato il bue. Id est: Accidenti: il mondo sta andando alla rovescia e non v'è rimedio: ci troviamo davanti a situazioni così contrarie alla norma che è impossibile raddrizzare. 7.QUANNO 'O VINO È DDOCE, SE FA CCHIÚ FFORTE ACÍTO. Letteralmente: quando il vino è dolce si muta in un aceto piú forte, piú aspro.Id est: quando una persona è d'indole buona e remissiva e paziente, nel momento che dovesse inalberarsi, diventerebbe così cattiva, dura ed impaziente da produrre su i terzi effetti devastanti. 8.'O DULORE È DDE CHI 'O SENTE, NO 'E CHI PASSA E TTÈNE MENTE. Letteralmente: il dolore è di chi lo avverte, non di coloro che assistono alle manifestazioni del dolente.Id est:per aver esatta contezza di un quid qualsiasi - in ispecie di un dolore - occorre riferirsi a chi prova sulla propria pelle quel dolore, non riferirsi al parere, spesso gratuito e non supportato da alcuna pratica esperienza, degli astanti che - per solito - o si limitano ad una fugace commiserazione del dolente , o - peggio! - affermano che chi si duole lo fa esagerando le ragioni del proprio dolere. 9. A 'NU CETRANGOLO SPREMMUTO, CHIAVECE 'NU CAUCIO 'NCOPPA. Schiaccia con una pedata una melarancia premuta.Id est: il danno e la beffa; la locuzione cattivissima nel suo enunciato, consiglia di calpestare un frutto già spremuto; ossia bisogna vilipendere e ridurre a mal partito chi sia già vilipeso e sfruttato, per modo che costui non abbia né la forza, nè il tempo di risollevarsi e riprendersi.Il tristo consiglio è dato nel convincimento che se si lascia ad uno sfruttato la maniera o l'occasione di riprendersi, costui si vendicherà in maniera violenta e allora sarà impossibile contrastarlo; per cui conviene infeierire e non dar quartiere, addirittura ponendoselo sotto i tacchi come un frutto spremuto ed inutile ormai. 10.CHI TROPPO S''O SPARAGNA, VENE 'A 'ATTA E SSE LLU MAGNA. Letteralmente: chi troppo risparmia,viene la gatta e lo mangia. Il proverbio- che nella traduzione toscana assume l'aspetto di un anacoluto sta a significare che non conviene eccedere nel risparmiare, perché spesso ciò che è stato risparmiato viene dilapidato da un terzo profittatore che disperde o consuma tutto il messo da parte. 11.MÉNA MO, CH’È CCARNE ‘E PUORCO! Ad litteram: Datti da fare ora, giacché è carne di maiale! Id est: Profitta ora dell’occasione propizia(che ti si presenta) e non tralasciare di godere del bene che ti capita sottomano, qui rappresentato dalla gustosa carne di maiale. Ména voce verbale 2ª pers. sg. dell’infinito riflessivo menarse [dal lat. minare + se] = darsi da fare, prodigarsi Mo [dal lat. mox] avv.di tempo = ora, adesso, in questo momento (per l’esame del lemma rimando alibi). Ch’è[da (per)ch(è) è] = giacchè è, visto che è. Carne s.vo f.le [ dal lat. carne-m, affine al gr. κείρω «tagliare»]. . Parte muscolare del corpo dell’uomo e degli animali. Puorco s.vo m.le [lat. pŏrcu-m con dittongazione della ŏ] Nome popolare del maiale domestico Brak

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