lunedì 23 ottobre 2017

CIMILIARCA o CIMILIARCHA etc.



CIMILIARCA o CIMILIARCHA  o anche CIMELIARCA o CIMELIARCHA
Fu nella Chiesa del III – IV secolo  un presbitero, diretto collaboratore dell’ Arcivescovo; a lui  era demandato il compito particolarmente importante e delicato di custodire e conservare al meglio i vasi sacri ed ogni altro oggetto piú o meno prezioso usato nelle celebrazioni liturgiche che si tenevano nella cattedrale o nelle basiliche maggiori delle città arcivescovili. Si occupava altresí di custodire e conservare al meglio tutte le reliquie di pertinenza di cattedrale o  basiliche maggiori , reliquie che non fossero sempre esposte al culto dei fedeli e non  avessero perciò  normalmente una sistemazione ben determinata (altari, bacheche, ostensorî etc.) ma fossero conservate in mobili o stipi della sacrestia per essere tirate fuori ed esposte alla venerazione dei fedeli, in occasione di festività particolari.
In prosieguo di tempo la figura del cimiliarca  sparí ed il suo compito fu assunto  dal normale sacrista (che poteva anche non essere un presbitero , ma solo un  ordinato di ordini minori e poi successivamente addirittura un  semplice laico) che prendesse cura non solo dei i vasi sacri ed ogni altro oggetto piú o meno prezioso usato nelle celebrazioni liturgiche che si tenevano nella cattedrale o nelle basiliche maggiori delle città arcivescovili, nonché delle reliquie e dei paramenti sacri.
Stranamente non ò trovato occorrenze per le voci CIMILIARCA o CIMILIARCHA  o anche CIMELIARCA o CIMELIARCHA in nessuno dei maggiori  vocabolarî (Treccani – Garzanti – De Mauro) in uso  della lingua italiana  e non ne ò trovato neppure nel vecchio dizionario di O. Pianigiani; non mi è stato possibile consultare il D.E.I. di Battisti ed Alessio.
Per mia fortuna mi à soccorso l’intramontabile Du Cange  che a pag. 1089 del suo insostituibile Glossarium  tratta sia la voce cimilia  che  cimeliarcha  dandone la definizione di custode etc., come ò riportato, e suggerendo l’etimo dal greco kemeliarxés.
Rebus sic stantibus, non penso di dover o potere aggiungere altro, se non suggerire una gran tirata d’orecchie ai curatori dei vocabolarî Treccani – Garzanti – De Mauro  che ànno tenuto in non cale una bella parola come  CIMILIARCA o CIMILIARCHA  o anche CIMELIARCA o CIMELIARCHA. Peggio per loro... Ci serviremo di altre fonti! 
Raffaele BRACALE.

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