venerdì 6 dicembre 2019

MARCHESE seu MESTRUO


MARCHESE seu MESTRUO
Questa volta è stato l’ amico L. L.M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  origine e motivo dell’uso   del sostantivo    in epigrafe. Gli ò cosí risposto:
 Il sostantivo marchese [che con derivazione dal germ. marka «segno di confine»,  di per sé in primis indicò nel medioevo, il conte di una marca, cioè di un territorio di confine,  è il titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di duca ed à quale segno distintivo una corona in  cerchio d’oro gemmato, cordonato ai margini, cimato di 4 fioroni d’oro sostenuti da punted e alternati con 12 perle disposte tre a tre, a piramide]; esso termine  à anche il significato eufemistico di mestruo; questo secondo significato  à il suo  etimo nel  francese marquis deverbale di marquer= marcare  in riferimento al fatto che il sangue del flusso mestruale marca di rosso i pannolini usati un tempo per arginarlo ed i moderni assorbenti occorrenti alla bisogna. Da notare che l’accezione eufemistica  del termine marchese fu inizialmente (mutuato dal francese)  un uso napoletano [risalente addirittura a Giulio Cesare Cortese (Napoli, 1570 †Napoli, 1640) che lo impiegò nel Micco Passaro, nel Viaggio di Parnaso et alibi] trasmigrato poi nell’italiano nel 1900,  poco usato però  perché ritenuto volgare avendo sdoganato (per merito o demerito della televisione) termini quali ciclo, flusso mestruale, mestruo e  menorrea!
 E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico L.L.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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