IETTATORE, MENAGRAMO & dintorni
Anche questa volta
mi trovo a raccogliere una garbata provocazione
del mio caro amico A.M.(i consueti problemi di riservatezza mi
costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che,memore ch’io
abbia piú volte affermato che il napoletano sia se non piú preciso e circostanziato
dell’italiano,certamente piú
icastico mi à sfidato ad elencare ed
a parlare delle eventuali voci del
napoletano che rendano piú acconciamente
quelle italiane dell’epigrafe e
dei loro sinonimi . Come ò già détto alibi e qui ripeto il caro amico – come diciamo dalle mie parti
- m’
à rattato addó me prore (letteralmente: mi
à grattato dove mi prude, id est:
mi à sollecitato sul mio terreno preferito) per cui raccolgo pure questo guanto di sfida cominciando, come è mio
solito, con l’esaminare dapprima le voci
dell’italiano:
iettatore s.vo m.le
[ al f.le -trice] persona che si ritiene eserciti influssi malefici; si
tratta etimologicamente di una voce che
l’italiano à marcato sul napoletano
jettatore(che è un deverbale del lat. *iectare
intensivo di iacere)
menagramo s.vo ed ag.vo m.le e f.le Persona alla quale, soprattutto per il suo aspetto
triste e tetro, si attribuisce (per superstizione o con intento scherz.) il
potere di portare sfortuna; iettatore, iettatrice: voce etimologicamente composta di menare,(dal
lat. minare) nel sign. di 'portare',
e gramo (dal germ. *gram 'affanno, cordoglio'), cioè 'cose grame',
misere, infelici; si tratta piú
precisamente di una voce d’area lombarda, trasmigrata nell’italiano.
malaugurio s.vo ed ag.vo m.le e
f.le cattivo augurio;
presagio infausto,détto di persona che si crede rechi sventura; voce
etimologicamente composta da mal(o)+augurio (dal
lat. auguriu(m) 'presagio').
Questi le sole parole, s.vi od agg.vi, usabili in italiano per indicare
colui/colei che abbia il potere di portare sfortuna; piú preciso, circostanziato
ed icastico il napoletano dove troviamo
jettatore/ghiettatore s.vo m.le
[ al f.le -trice] Persona
a cui si attribuisce il potere, anche con la sola presenza e contro la sua
stessa volontà, di esercitare la iettatura, cioè di portare sfortuna, di far
succedere guai: trattasi della medesima voce sulla quale è stata marcato il s.vo
italiano iettatore; per
l’etimo rimando a quanto ò già scritto; faccio qui però notare quanto sia piú accorta la grafia partenopea che in
luogo della vocale i d’avvio usa la semiconsonante j atta a sostituire
graficamente il digramma gh usato alternativamente in talune
voci soprattutto verbali ( cfr.
jammo/ghiammo – jenno/ghienno – jucà/ghiucà – jetteca/ ghietteca etc.) crestariello/cestariello s.vo
m.le di doppia morfologia[ al f.le -rella] 1 in
primis gheppio, sparviero,falco grillaio 2 per traslato, come nel caso
che ci occupa menagramo, iettatore( semanticamente in riferimento
all’acutissima vista del rapace, capace di individuare di lontano la preda,
come accade per il menagramo che anche
di lontano, con una semplice guardata, riesce a colpire la malcapitata vittima dei suoi sguardi); si tratta etimologicamente
di una voce derivata da un ant. francese
cresserel a sua volta da un lat. med.le cristula. (cfr. D.E.I.);
uocchiesicche
oppure uocchie sicche Ad litteram:occhi seccati, o - meglio -
seccanti,cioè: occhi capaci di seccar,
prosciugare coloro contro cui vengon rivolti(ossia arrecar danno a qualcuno
sino a prosciugarne i succhi vitali). Cosí, vengono chiamati i menagramo, gli
jettatori, tutti coloro che con i loro sguardi sono ritenuti capaci di grandemente danneggiare qualcuno, non con
azioni proditorie, ma semplicemente guardandolo.Si tratta di un sostantivo
ottenuto attraverso l’agglutinazione funzionale del s.vo uocchie (pl. di uocchio
dal lat. ŏculu(m)→uoclu(m)→uocchio) + l’agg.vo sicche (pl. di sicco
dal lat. siccu(m).
seccia
di per sé s.vo f.le, ma usato
anche al m.le senza mutamenti morfologici; 1in
primis mollusco
marino dei cefalopodi, commestibile, a forma di sacco ovale e depresso, con bocca
munita di tentacoli e provvisto di conchiglia interna; 2 per traslato come nel caso che ci occupa iettatore, malaugurio
pericoloso capace (a mo’ d’una seppia che è solita, ma per difesa, lanciare
spruzzi d’ un suo nero di cui è provvista
con la sua azione malevola e proditoria di offuscare,scurire,
rabbuiare l’esistenza di colui/colei
contro cui agisca.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento,
soddisfatto l’amico A.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro
lettori e piú genericamente chi dovesse
imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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