mercoledì 24 novembre 2021

MIETTE SPERANZA Ê RRECCHIE

MIETTE SPERANZA Ê RRECCHIE

Ad litteram: Poni speranza alle orecchie [cioè nel “sentito dire”].

È l’incipit di due sarcastiche locuzioni popolari partenopee che rispettivamente suonano: 1) Miette speranza ê rrecchie ca campe assaje… e 2) Miette speranza ê rrecchie ch’addiviente ricchione!... Ambedue le espressioni sostanziano un beffardo, caustico, mordace ammonimento rivolto a chi è tanto credulone da fidarsi non dello studio o della scienza, ma di ciò che si dice ricavandono un’esperienza tutt’altro che positiva; nel primo caso infatti affidarsi alle parole di incompetenti, impreparati, incolti non sortirà l’effetto di prolungare la vita e nel caso sub 2 addirittura ascoltare i consigli di chi non à le vesti per darli, causerà la conseguenza di trasformare in pederasta addirittura un eterosessuale!

A questo punto non trovo fuori luogo  soffermarmi sul termine

recchione o ricchione, s. m. omosessuale maschile, pederasta,gay, vocabolo che, partito dal lessico partenopeo, è approdato per merito o colpa   di taluna letteratura minore ed altre forme artistiche quali: teatro cinema e televisione, nei piú completi ed aggiornati vocabolarî della lingua nazionale dove viene riportata come voce volgare, nel generico  significato di omosessuale maschile.

Molto  piú precisamente della lingua nazionale, però, il napoletano con i vocaboli a margine  non definisce il generico omosessuale maschile, ma l’omosessuale maschile attivo quello cioè che nel rapporto sodomitico svolge la parte attiva; chi invece svolge la parte passiva è definito nel napoletano  : femmenella che è quasi: femminuccia, piccola femmina ed è etimologicamente dal latino fémina(m) con raddoppiamento popolare della postonica  m tipico in parole sdrucciole piú il consueto suffisso diminutivo ella.

Torniamo al recchione - ricchione precisando súbito  che nel napoletano  tale omosessuale maschile non va confuso (come invece accade nell’italiano)con il pederasta il quale, come dal suo etimo greco: pais-paidos=fanciullo ed erastós=amante, è  chi intrattiene rapporti omosessuali con i fanciulli;per il vero la lingua napoletana non à un termine specifico per indicare il pederasta e ciò  probabilmente perché la pedofilía o pederastía fu quasi sconosciuta alla latitudine partenopea, quantuque Napoli siastata città di origine e cultura greca ;dicevo: ben diverso il pederasta  dal recchione – ricchione che infatti à i suoi viziosi rapporti sodomitici quasi esclusivamente con adulti di pari risma.

Ed accostiamoci adesso al problema etimologico del termine recchione – ricchione; sgombrando súbito il campo dall’idea  che esso termine possa derivare dall’affezione parotidea nota comunemente con il termine orecchioni, affezione che attaccando le parotidi le fa gonfiare ed aumentare di volume.

Una prima e principale scuola di pensiero, alla quale, del resto mi sento di aderire fa risalire i termini in epigrafe al periodo viceregnale(XV-XVI sec.) sulla scia del termine spagnolo orejón con il quale i marinai spagnoli solevano indicare i nobili incaici, conosciuti nei viaggi nelle Americhe, che si facevano forare ed allungare, tenendovi attaccati grossi e pesanti monili, le orecchie; con il medesimo nome erano indicati anche dei nobili peruviani privilegiati, noti altresí per i loro costumi viziosi e lascivi; taluni di costoro usavano abbigliarsi in maniera ridondante ed eccentrica talora cospargendosi di polvere d’oro i padiglioni auricolari,donde la frase napoletana: tené ‘a póvera ‘ncopp’ ê rrecchie = avere la polvere sulle orecchie, usata ironicamente appunto per indicare gli omosessuali.

Satis est.

Raffaele Bracale  

 

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