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LOCUZIONI 14.7.21
-DICETTE ‘A VECCHIA: SI NUN TE PONNO ARRUBBÀ
‘A CARNE ‘A COPP’ Ô FFUOCO, T’’A FANNO ABBRUSCIÀ
Disse la
vecchia: Se non possono rubarti la carne dal fuoco, te la faranno bruciare
Id est:Gli invidiosi, non riuscendo a sottrarti ciò che ài,
possono talvolta rovinartene il
godimento.
2 - DICETTE
‘A GOLPE: QUANNO GALLINE E CQUANNO SCARRAFUNE
Disse la
volpe: talvolta (mangerò) galline, talvolta scarafaggi.
Id est: non sempre si può ottenere il meglio, spesso occorre
accontentarsi di ciò che càpita.
3 - DICETTE
CHILLO: NUN È ‘A MERCE CA NUN CE AGGÚSTA , MA È ‘A MUNETA CA NUN CE ABBASTA
Disse un
tale: non è la merce che non ci piace, è il danaro che è insufficiente
Id est: il vero problema non è il gusto, ma la penuria di mezzi.
4 - DICETTE
CHILLO: ‘E CUNTE A LLUONGO ADDEVENTANO SIERPE
Disse un
tale i conti protratti nel tempo, cioè non saldati rapidamente diventano
(pericolosi )come serpenti
Id est:sono da evitare debiti a lunga scadenza.
5 - DICETTE
MAST’ ANTUONO: MURESSE ‘E TRUONO CHI NUN LE PIACE ‘O BBUONO!
Disse
mastro Antonio: possa decedere di bastonatura colui a cui non piaccia tutto ciò che è buono.
Riduttivamente: possa
morire bastonato quello a cui non
piaccia la buona tavola.
6 - DICETTE
DON CRISPINO Â SIÉ CUMMARA: CHI PRATTECA SE ‘MPARA
La pratica val piú della grammatica…
7 -DICETTE
‘NU SAPUTO: NUN C’È PPEJO ‘E ‘NU CAFONE RESAGLIUTO.
Disse un
uomo di vaste conoscenze,cioè pratico della vita : Non c’è peggior cosa di un
villano arricchito.
8 - DICETTE
‘O CAFONE: ‘NA VOTA SOLA ME PUÓ FÀ FESSO
Disse il
villano: Una sola volta potrai imbrogliarmi
Poi mi farò furbo e non ci riuscirai piú.
9 - DICETTE
‘O CANZIRRO Ô CAVALLO: CUMPAGNÓ T’ASPETTO ‘NFACCI’ Â SAGLIUTA.
Disse il
mulo al cavallo (che nel piano, faceva il gradasso): Compagno ti attendo (cioè:
voglio vedere cosa saprai fare) al momento della salita(di solito agevole per
un mulo, ma non per un cavallo).
I gradassi ed i supponenti perdono la loro sicumera nei momenti
difficili.
10.LL'AVVOCATO
FESSO È CCHILLO CA VA A LLEGGERE DINT' Ô CODICE.
Ad litteram: l'avvocato sciocco è quello che compulsa il codice; id est: non è
affidabile colui che davanti ad una questione invece di adoprarsi a comporla
pacificamente consiglia di adire rapidamente le vie legali; ad ulteriore
conferma dell'enunciato in epigrafe, altrove - nella filosofia partenopea - si
suole affermare che è preferibile un cattivo accordo che una causa vinta, che -
certamente - sarà stata più dispendiosa e lungamente portata avanti rispetto
all'accordo.
11.QUANNO JESCE 'A STRAZZIONA, OGNE FFESSO È PRUFESSORE...
Quando
è avvenuta l'estrazione dei numeri del lotto, ogni sciocco diventa professore.
la locuzione viene usata per sottolineare lo stupido comportamento di
chi,incapace di fare qualsiasi previsione o di dare documentati consigli, s'ergono
a profeti e professori, solo quando, verificatosi l'evento de quo, si vestono
della pelle dell' orso...volendo lasciar intendere che avevano previsto
l'esatto accadimento o le certe conseguenze...di un comportamento.
12.'A MONECA 'E
CHIANURA:MUSCIO NUNN’ 'O VULEVA MA TUOSTO LLE FACEVA PAVURA...
La
suora di Pianura:tenero non lo voleva, ma duro le incuoteva paura (si
sottointende :il pane. La locuzione viene usata nei confronti degli
incontentabili o degli eterni indecisi...
13.FÀ 'E SCARPE A UNO E
CCOSERLE 'NU VESTITO.
Letteralmente:confezionare
scarpe ad uno e cucirgli un vestito.Id est: far grave danno a qualcuno o
augurargli di decedere.Un tempo alla morte di qualcuno gli si metteva indosso
un abito nuovo e gli si facevano calzare scarpe approntate a bella posta.
14.TIENE 'A CASA A
DDOJE PORTE.
Letteralmente:
Ài la casa con due porte d'ingresso.Locuzione ingiuriosa in cui si adombra
l'infedeltà della moglie di colui cui la frase viene rivolta.In effetti la casa
con due usci d'ingresso consentirebbe l'entrata e l'uscita del marito e
dell'amante senza che i due venissero a contatto.
15.FÀ ACQUA 'A PIPPA. FÀ ACQUA 'A PIPPA.
Letteralmente: la pipa fa acqua;
id est: la miseria incombe, ci si trova in grandi ristrettezze. Icastica espressione
con la quale si suole sottolineare lo stato di grande miseria in cui versa
chi sia il titolare di questa pipa che fa acqua. Sgombro súbito il campo
da facili equivoci: con la locuzione in epigrafe la pipa, strumento
atto a contenere il tabacco per fumarlo, non à nulla da vedere; qualcuno
si ostina però a vedervi un nesso e rammentando che quando a causa di un
cattivo tiraggio, la pipa inumidisce il tabacco acceso impedendogli di
bruciare compiutamente, asserisce che si potrebbe affermare che la pipa
faccia acqua. Altri ritengono invece che la pipa in questione è quella piccola
botticella spagnola nella quale si conservano i liquori, botticella che se
contenesse acqua starebbe ad indicare che il proprietario della menzionata pipa
sarebbe cosí povero, da non poter conservare costosi liquori, ma solo
economica acqua. Mio avviso è invece che la pippa in epigrafe sia
qualcosa di molto meno casto e della pipa del fumatore, e di quella del beone
spagnolo e stia ad indicare, molto piú prosaicamente, il membro
maschile che laddove, per sopravvenuti problemi legati all’ età o ad altri malanni, non fosse piú
in grado di sparger seme si dovrebbe contentare di emettere i
liquidi scarti renali, esternando cosí la sua sopravvenuta miseria se non economica,
certamente funzionale.Del resto nell’icastico parlar napoletano il gesto
onanistico maschile corrisponde alla moderna espressione: farse ‘na pippa! che negli anni ’50 del 1900 sostituí le piú
antiche: farse ‘na sega! o anche farse ‘na pugnetta!
16.SANT'ANTUONO, SANT'
ANTUONO TÈCCOTE 'O VIECCHIO E DAMME 'O NUOVO E DAMMILLO FORTE FORTE, COMME Â
VARRA 'E ARETO Â PORTA...
Sant'
Antonio, sant' Antonio eccoti il vecchio e dammi il nuovo, e dammelo forte,
forte come la stanga di dietro la porta. La filastrocca veniva recitata dai
bambini alla caduta di un dente, anche se non si capisce perché si invochi
sant' Antonio, che poi non è il santo da Padova, ma è il santo anacoreta
egizio.
17.FACESSE 'NA CULATA E
ASCESSE 'O SOLE!
Letteralmente:
Facessi un bucato e spuntasse il sole!Id est: avessi un po' di fortuna...La
frase viene profferita con amarezza da chi veda il proprio agire vanificato o
per concomitanti contrari avvenimenti o per una imprecisata sfortuna che ponga
il bastone tra le ruote, come avverrebbe nel caso ci si sia dedicati a fare il
bucato e al momento di sciorinarlo ci si trovi a doversi adattare ad una
giornata umida e senza sole ,cosa che impedisce l'ascigatura dei panni lavati.
'a culata è appunto il bucato ed è detto colata per indicare il momento della
colatura ossia del versamento sui panni, sistemanti in un grosso capace
contenitore,dell'acqua bollente fatta colare sui panni attraverso un telo sul
quale , temporibus illis, era sistemata la cenere ricca di per sé di soda(in
sostituzione di chimici detergenti), e pezzi di arbusti profumati(per conferire
al bucato un buon odore di pulito)...
18.CARTA VÈNE E
GGHIUCATORE S'AVANTA...
La
sorte lo soccorre fornendoglii carte buone che gli permettono di vincere, ed il
giocatore se ne vanta, come se il merito della vittoria fosse da attribuire
alla sua abilità e non alla fortuna di aver avuto un buon corredo di carte
vincenti. La locuzione è usata per commentare l'eccessiva autoesaltazione di
taluni che voglion far credere di essere esperti e capaci, laddove son solo fortunati!
19. 'A FEMMENA È 'NU
VRASIERE, CA S'AUSA SULO Â SERA.
La
donna è un braciere che si usa solo di sera. Locuzione violentemente
antifemminista che riduce la donna ad un dispensatore di calore da usare però
parsimoniosamente solo a sera, nel letto
Ammore,
tosse e rogna nun se ponno annasconnere.
Amore,
tosse e scabbia non si posson celare:ànno manifestazioni troppo palesi.
20.PARONO 'O SERVEZIALE
E 'O PIGNATIELLO.
Sembrano
il clistere e il pentolino. La locuzione viene usata per indicare due persone
che difficilmente si separano, come accadeva un tempo quando i barbieri che
erano un po' anche cerusici,chiamati per praticare un clistere si presentavano
recando in mano l'ampolla di vetro atta alla bisogna ed un pentolino per riscaldarvi
l'acqua occorrente...
Brak
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