PIGLIÀ VAVIA E METTERSE 'NGUARNASCIONA.
Letteralmente: prender bava (cioè boriarsi) e porsi
in guarnacca. Id est: assumere aria e contegno da arrogante; lo si dice
soprattutto di coloro che, saccenti e supponenti, essendo assurti per mera sorte o casualità a
piccoli posti di preminenza, si atteggiano ad altezzosi ed onniscienti,cercando
di imporre agli altri (sottoposti e/o conoscenti) il loro modo di veder le
cose, se non la vita, laddove in realtà poggiano la loro albagía sul nulla.Tale
vacuo atteggiamento è spesso proprio di coloro che soffrono di gravi complessi
di inferiorità e che nella loro vita familiare non son tenuti in nessun cale ed
in alcuna considerazione (cosa che fa
aumentare nel loro animo esacerbato un senso di astio nei confronti dell’umanità
tutta, di talché – appena ne ànno il destro - sfogano astio e malumore sui poveri sottoposti
e/o conoscenti che però, ovviamente, si
guardano bene dall’accettare o addirittura dal considerare ciò che i boriosi saccenti tentano di esporre
o imporre.
bòria s. f.
astratto = atteggiamento di superiorità, di ostentazione della propria
posizione o dei propri meriti veri o piú spesso presunti, ma millantati;
altezzosità; l’etimo è forse dal lat. borea(m) 'vento di
tramontana', da cui 'aria (d'importanza)', ma un’altra scuola di pensiero pensa,
probabilmente piú giustamente, ad un
forma aggettivale (vapòrea) da un
iniziale vapor=vapore;benché sia
difficile decidere a quale idea
aderire.., molto mi stuzzica l’idea del vapore secondo il percorso vapòrea→(va)pòrea→pòria→bòria;
albagía s. f. astratto = boria, presunzione, alterigia. l’etimo è molto
controverso; a parte il solito pilatesco etimo
incerto (che mi dà l’orticaria...) qualcuno propone una derivazione da alba nel senso di vento dell’alba; qualche altro
(ed a mio avviso forse piú esattamente) vi vede un denominale del lat. albasius sorta di abito bianco indossato
dalle persone altezzose: albàsius avrebbe
dato albàsia e poi albasía→albagía adottando il suffisso tonico greco ía
proprio delle voci astratte e dismettendo il corrispondente suff. latino atono ia;
vàvia s. f. astratto = boria, presunzione, alterigia, superbia, arroganza, tracotanza,
prosopopea, spocchia; sufficienza, sussiego; la voce a margine(di pertinenza quasi
esclusivamente maschile, ma talvolta anche femminile)
è un derivato di vava (bava)= liquido viscoso che cola dalla bocca di taluni animali,
spec. se idrofobi, o anche da quella di bambini, vecchi, o di persone che si trovino in un'anormale
condizione fisica o psichica come càpita in chi viva uno stato continuo di
superbia tracotante; etimologicamente la voce a margine si è formata
partendo da *baba, voce onom. del linguaggio
infantile voce che in napoletano, con consueta alternanza b/v (cfr. bocca→vocca –
barca →varca etc.), diventa vava ed aggiungendovi il suffisso
atono latino delle voci astratte ia ottenendo vàvia; si fosse adottato
il suff. greco tonico si sarebbe
ottenuto vavía;
guarnasciona s.vo f.le=guarnaccia, elegante sopravveste medievale ampia e lunga,bordata
di pelliccia portata soprattutto dagli
uomini di riguardo; in realtà la voce a margine è un accrescitivo (cfr. il
suff. one) formato partendo da un originario ant.
provenz. guarnacha (da leggere guarnascia
donde l’accrescitivo guarnasciona; guarnacha fu
modellata sul lat. gaunaca(m)
'mantello di pelliccia',.
raffaele bracale
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