mercoledì 14 luglio 2021

NOVE LOCUZIONI 14.7.21

 

NOVE LOCUZIONI 14.7.21

1.    ADDÓ MAJE?

ad litteram: dove mai?

Domanda retorica che si suole rivolgere  ai responsabili di azioni  discutibili se non ripropevoli, per indurli a recedere dal loro comportamento  ritenuto  non esistente in nessun altro luogo e tanto sbagliato da doversi necessariamente evitare.

addó = dove? avv.  in quale luogo (in prop. interrogative dirette e indirette, e talora in prop. esclamative): addó vaje?; addó maje s’è annascuso?; chissà addó è gghiuto..

dal lat. ad+ de ubi→addo(ve)→addó;

maje avv.  nessuna volta, in nessun tempo, in nessun caso; normalmente rafforza una negazione, posponendosi al verbo: nun l’ aggiu maje liggiuto= non l’ò mai letto; nun à maje telefonato né m’à maje scritto =non à mai telefonato né mi à  mai scritto; nisciuno l'à maje visto= nessuno l'à mai visto; dal lat. magis con caduta della sibilante,  epitesi di una semimuta finale, caduta della gutturale ed epentesi del suono di transizione j .

2.    Â ‘NTRASATTA

ad litteram: all’improvviso detto di cose che accadono inaspettatamente, senza che nulla lo lasci prevedere, nel bel mezzo di altri avvenimenti  proprio secondo  la traduzione ad litteram del latino: intra res actas da cui scatuisce ‘ntrasatta  della locuzione in epigrafe.

3. Â CASA D’’O FERRARO, ‘O SPITO ‘E LIGNAMMO.

ad litteram: in casa del fabbro, lo spiedo è di legno; locuzione usata ad ironico commento di  tutte quelle situazioni nelle quali, per accidia o insipienza dei protagonisti  vengono a mancare elementi che  invece si presupponeva non potessero mancare e ci si deve accontentare di  succedanei spesso non confacenti.

4.    ‘A CARNA TOSTA E ‘O CURTIELLO SCUGNATO.

ad litteram: la carne dura ed il coltello senza taglio.  Icastica locuzione che si usa a  dolente commento di situazioni dove concorrano due o piú elementi negativi tali da  prospettare un sicuro insuccesso delle operazioni intraprese. Altrove per significare la medesima cosa s’usa  l’espressione  illustrata alibi: ‘A funicella corta e ‘o strummolo tiriteppeto

 

5.    ACCUSSÍ À DDA JÍ

Ad litteram : cosí deve andare; fatalistica espressione con la quale a Napoli si suole accettare tutte quelle  situazioni che non possono essere eluse o evitate e alle quali perciò bisogna - sia pure obtorto collo - soggiacere.Talvolta per completamento della frase in epigrafe ed a significare un totale abbondono in un Ente supremo che, si pensa, muova tutti gli accadimenti umani, si aggiunge un religioso e rassegnato  e  accussí sia ( e cosí sia).

6.    ACCUSSÍ VA ‘O MUNNO

Ad litteram: cosí va il mondo: espressione analoga alla precedente, ma con un piú marcato senso di impotenza davanti alla ineluttabilità di taluni avvenimenti.

7.          CHILLO SE ‘MPIZZA 'E DDETE 'NCULO E CACCIA 'ANIELLE.
Ad litteram: Quello si ficca le dita nel sedere e tira fuori anelli. Id est: la fortuna di quell'essere è cosí grande che, a mo’ di un prestidigitatore,  è capace di procurarsi beni e ricchezze anche nei modi meno ortodossi o possibili.

8     A STRACCE E PPETACCE

Ad litteram: A stracci e brandelli;  locuzione usata per significare tutte le azioni fatte in modo discontinuo, con scarsa applicazione, a morsi e bocconi, azioni che lasciano presagire risultati pessimi.

stracce s.m.pl. di straccio letteralmente straccio, pezzo di tessuto logoro, riutilizzabile industrialmente per la fabbricazione di carta e tessuti o impiegato in usi domestici per pulire e spolverare (in quest'ultimo caso, anche come prodotto commerciale specificamente fabbricato a tale scopo): il commercio, l'industria degli stracci; straccio per lavare i pavimenti, per spolverare; dare, passare lo straccio | ridursi uno straccio, (fig.) diventare magro, deperito | sentirsi uno straccio, (fig.) estremamente debole; voce deverbale di stracciare che è dal  lat. volg. *extractiare, deriv. di tra°ctus, part. pass. di trahere 'trarre';

petacce s.f. pl. di petaccia =  straccio, cencio, brandello; voce derivatata dal lat. pitacium ma attraverso lo spagnolo pedazo= pezzo, cencio.  

9     ‘A SOTTO P’’E CHIANCARELLE!

Ad litteram: Di sotto a causa dei penconcelli ma a senso: Attenti alla caduta dei panconcelli!

Locuzione con la quale si suole commentare tutti gli avvenimenti  risultati o gravosi  o pericolosi nel loro evolvere; essa prende l’avvio dal grido di avvertimento che erano soliti lanciare gli operai addetti alla demolizione di vecchi fabbricati affinché chi si trovasse a  passare ponesse attenzione all’eventuale caduta dall’alto  dei dissestati panconcelli:   strette doghe di stagionato castagno, doghe che poste trasversalmente sulle travi portanti  sorreggevano l’impiantito dei solai.

‘a sotto loc. avverbiale che vale da/di sotto formata dalla preposizione ‘a= da che è dal lat. de ab nei valori di moto da luogo, origine, agente ecc.; e dal  lat. de ad nei valori di moto a luogo, stato in luogo, destinazione, modo, fine ecc + l’avverbio sotto = sotto, in posizione inferiore dal tardo  lat. subtus, avv. deriv. di sub 'sotto';

chiancarelle s.f. pl. di chiancarella = panconcello/a: asse di legno di contenuti spessore e lunghezza, assericavata dal taglio longitudinale del tronco d'albero (per solito castagno) e destinata, dopo la stagionatura, a essere ulteriormente tagliata in assi piú sottili, un tempo  destinata alla formazione dell’impiantito di solai e/o pavimenti; la voce napoletana è un diminutivo di chianca che è dal lat. planca (tavola): normale nel napoletano il passaggio del digramma pl  a chi cfr. platea→chiazza - plumbeum→ chiummo - plus→ cchiú - pluere→chio(v)ere; rammento che in napoletano la voce chianca derivata di planca indica la macelleria, il negozio di vendita di carni al minuto in quanto in origine nelle macellerie      la carne veniva esposta e sezionata su di una tavola (planca→chianca) di legno.

Brak

 

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