1-Vuttarse sott' â bannera
Ad litteram:buttarsi sotto la bandiera  Detto di chi, per vile opportunismo è solito schierarsi con il piú forte, mettendosi sotto la di lui bandiera, e ciò quando ancora ferve una mischia; peggiore il caso  ricordato al num. 2  dove lo schierarsi avviene a mischia conclusa, a risultato acquisito  e si balzi allora  sul carro del vincitore. 
2 -Zitto chi sape 'o juoco
Ad litteram:Taccia chi conosce il giuoco  Cosí fino agli anni intorno al 1950, a Napoli, i giocolieri ed i prestigitatori di strada  solevano rivolgersi agli astanti  spettatori affinché chi sapesse il trucco                 o l'imbroglio sotteso ad un giuoco tacesse e non si facesse saltar l'uzzolo di rivelarlo intorno; per traslato cosí son soliti raccomandarsi tutti coloro che temendo che qualcuno possa svelare imprudentemente taciti accordi, quando non occultati trucchi, chiedono a tutti un generale, complice silenzio.
3 -Zitto e mosca!
Ad litteram: Zitto e mosca id est:silenzio assoluto! Ordine perentorio rivolto genericamente intorno, affinché tutti tacciano completamente  al segno che si possa iperbolicamente  udire il volo d'una mosca.
4 –“Zompa chi po’!” dicette 'o ranavuottolo
Ad litteram: Salti chi può, disse il ranocchio; gli altri si contentino del proprio stato  ed accettino la loro condizione che, a causa dell'età o per sfavorevoli congiunturali condizioni,  non  permette loro  di raggiunger traguardi  allettanti o beate evasioni; questo è il senso della locuzione in epigrafe  con la dispettosa espressione posta sulla bocca di un altrettanto dispettoso  ranocchio che avendo ricevuto in sorte la possibilità di saltare, si prende giuoco di chi non può farlo.
5-Zucà a ddoje zizze
Ad litteram:succhiare da due mammelle Detto figuratamente  di chi (ingordo, avido, insaziabile quando non  prevaricante) pretende di ottenere, non si sa come,  doppi insperati vantaggi o anche  di ricavare danaro, magari estorcendolo da piú fonti.
zizze  s.vo f.le pl. di zizza = tetta, mammella( vera o figurata); la voce zizza è dal t. lat. titta(m) attraverso una forma aggettivale tittja(m)→titta(m) con tj→zz che à influenzato anche la prima t→z.  
6 -Zúcate 'o franfellicco
Ad litteram: súcchiati il bastoncino di zucchero; detto a mo' di soddisfatto commento  della gradevole situazione in cui si trovi qualcuno che per essergli occorsi tutti favorevoli accedimenti, non gli resti che beatamente  goderli  gustandosi golosamente il franfellicco: gustoso bastoncino di zucchero filato variamente insaporito, da leccare passeggiando.
Talvolta però la locuzione è usata in senso completamente opposto, quando si voglia significare a qualcuno: ti è andata male... ora non ti resta che succhiare il franfellicco, usato - in questa valenza - eufemisticamente in luogo di una intuibilissima parte anatomica maschile; in tale seconda valenza piú spesso si adopera l'espressione: zúcate 'o limone (suúcchiati il limone ) con evidente riferimento  al gusto acre dell'agrume che  richiama la spiacevolezza della situazione andata male.
franfellicco  s.vo. m.le =  duro bastoncino  di zucchero filato a forma di J  che nella tradizione popolare napoletana è l’iniziale del nome Jesus in quanto il franfellicco dolce, in origine natalizio,  destinato ai bambini fu ritenuto figurazione del Bambino Gesú, roccia su cui fonda la salvezza dell’uomo.
La voce franfellicco etimologicamente è un adattamento locale del fr. franfeluche.  
7-.Zumpà asteche e lavatore
Ad litteram: saltare tra lastrici solai e lavatoi ; id est: andar su e giú perdendo tempo. Detto di chi, eterno perdigiorno, dedichi il suo tempo non ad impegni lavorativi o di studio, ma lo trascorra bighellonando  senza una precisa meta, ascendendo i lastrici solai, posizionati in vetta alle abitazioni, o frequentando i lavatoi  posti in basso, nei pressi dei cortili delle suddette abitazioni.
8 -Zumpà 'a ll'asteco â fenesta
Ad litteram: saltare dal lastrico solaio alla finestra. Detto di chi  manchi di ogni lineare coerenza  e o tenga un comportamento  continuamente oscitante ed indeciso o, piú spesso, tenga un modo di discorrere, non facilmente comprensibile  atteso che non segua un filo logico e coerente, ma si avventuri in circonvoluzioni ardite ed indecifrabili.
9 -Zumpà comme a n'arillo
Ad litteram:saltare come un grillo;  detto con, non sempre velata, invidia di chi pur essendo  già avanti con gli anni  goda di tanta buona salute che gli consente una ipercinecità tale  da poterla paragonare a quella di un grillo insetto noto per il suo  continuo saltellare.
10 -Zumpà 'o fuosso
Ad litteram:saltare il fosso  id est: superare brillantemente una situazione sgradevole o pericolosa; detto soprattutto di chi  riesca a venir fuori  da una grave malattia; nell'immaginario napoletano il fosso della locuzione non è quello  che spesso delimita un rigagnolo; è invece quello per antonomasia: l'ultimo che però normalmente è  reso con il femminile fossa, quello destinato ad accogliere la bara (cfr. Stà cu 'o culo â fossa
Ad litteram:stare con il culo prossimo alla fossa; id est: essere vicino a decedere; locuzione, per solito, usata  a mo' di sfottò e divertito commento delle  risibili supponenti azioni di chi o molto malato, o molto vecchio, continui ad ostentare inaccettabili, pruriginose voglie o continui a fare assurdi  programmi per un futuro che invece - molto probabilmente- non potrà vedere, né  vedrà. Chiarisco che in napoletano  con il termine fossa non si intende qualsiasi buco  esistente o determinato sul terreno, ma si indica segnatamente  quello scavo  profondo un paio di metri, fatto in terra benedetta dove viene calata la bara  per la sepoltura di un morto. Ogni altro tipo di buco, piccolo o grosso che sia è reso, in napoletano, con il maschile fuosso); per cui saltarlo significa sfuggire alla morte.
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