1 -Vuje vedite 'o Pataterno!
Ad litteram: Voi guardate il Padre Eterno! Espressione che contravvenendo il 2°  comandamento  viene spesso usata con un moto di delusione e  rammarico quando non rabbia, nell'osservare e/o prender coscienza di  sgraditi accadimenti  che si pensa provengano dal Cielo e  se ne prova  meraviglia, non pensando mai che il celeste Padre potesse  chiamarci a quelle difficili prove.
2 -Vulé fottere e sbattere 'e mmane  o anche  vulé piscià e gghí 'ncarrozza.
Ad litteram: voler coire ed applaudire o anche  voler mingire ed andare in carrozza; espressioni usate alternativamente  per indicare  la sciocca idea di chi voglia conseguire nello stesso momento due risultati  antitetici e perciò non conciliaboli; nella prima espressione è sottintesa la posizione c.d. del missionario  nella quale le mani sono impegnate a sostenere il corpo e dunque non possono applaudire; la variante rammenta uno dei frequenti motivi di litigio tra i passeggeri ed i vetturini da nolo, i quali - in ispecie durante le corse notturne  dovevano a loro malgrado, arrestare  spesso la vettura per permettere ai passeggeri che lo richiedevano di provvedere ai loro bisogni fisiologici: naturalmente la faccenda,  ripetendosi spesso, comportava perdite di tempo  sgradite ai vetturini, sempre alenanti a  principiare nuove corse.
3 -Vulé piscià tutte dint'ô rinale
Ad litteram: voler minger tutti nell'orinale; id est: pretendere l'impossibile; non a tutti è concesso di fare  tutte le  medesime cose, come non è possibile che tutti possano mingere nell'orinale, qualcuno dovrà contentarsi di farlo all'aperto e - come i cani - contro il muro.
4 - Vulé vedé muorto a quaccuno
Ad litteram: voler vedere morto qualcuno id est: odiare tanto qualcuno al segno di voler assistere alla di lui morte.
5 -Vulé vennere zizza 'e vacca pe tarantiello
Ad litteram:voler vendere mammella di mucca per insaccato di tonno
id est: tentare di imbrogliare qualcuno in maniera palese e spudorata, come chi tentasse di cedere in vendita la vile mammella vaccina per il piú pregiato e costoso insaccato di tonno detto tarantiello perché prodotto largamente nel circondario della città di Taranto.
6 -Vulesse Ddio!
Ad litteram:lo volesse Iddio! È l’utinam latino. Id est: magari!, Piacesse al Cielo che accadesse!
7- Vutà càntare
Ad litteram:vuotare vasi di comodo.  Détto di chi insiste continuamente e fastidiosamente a partecipare agli altri i propri guai, le proprie angosce,i  propri malanni  che nella locuzione vengono assimilati a putescenti  grossi pitali  sversati non in mare ma coram populo quasi ai piedi altrui.
8 -Vuttà 'e mmane
Ad litteram: buttare le mani id est: sbrigarsi, attivarsi sollecitamente e procedere con uguale sollecitudine  per portare a compimento celermente un lavoro, agitando all'uopo le mani in un finalizzato moto.
9 -Vuttà fuoco p''e rrecchie
Ad litteram: gettare fuoco per le orecchie  Detto di chi per essere  esageratamente nervoso ed arrabbiato si dimostri  eccitato se non esagitato iperbolicamente emettendo per le orecchie l'ipotetico fuoco che cova dentro di sé.
10-Vuttarse sott' â bannera
Ad litteram:buttarsi sotto la bandiera  Detto di chi, per vile opportunismo è solito schierarsi con il piú forte, mettendosi sotto la di lui bandiera, e ciò quando ancora ferve una mischia; peggiore il caso  ricordato altrove   dove lo schierarsi avviene a mischia conclusa, a risultato acquisito  e si balzi allora  sul carro del vincitore.
11 -Zitto chi sape 'o juoco
Ad litteram:Taccia chi conosce il giuoco  Cosí fino agli anni intorno al 1950, a Napoli, i giocolieri ed i prestigitatori di strada  solevano rivolgersi agli astanti  spettatori affinché chi sapesse il trucco                 o l'imbroglio sotteso ad un giuco tacesse e non si facesse saltar l'uzzolo di rivelarlo intorno; per traslato cosí son soliti raccomandarsi tutti coloro che temendo che qualcuno possa svelare imprudentemente taciti accordi, quando non occultati trucchi, chiedono a tutti un generale, complice silenzio.
12 -Zitto e mosca!
Ad litteram:silenzio assoluto! Ordine perentorio rivolto genericamente intorno, affinché tutti tacciano completamente  al segno che si possa udire il volo d'una mosca.
13 -Zompa chi po’, dicette 'o ranavuottolo
Ad litteram: Salti chi puó, disse il ranocchio; gli altri si contentino del proprio stato  ed accettino la loro condizione che, a causa dell'età o per sfavorevoli congiunturali condizioni,  non  permette loro  di raggiunger traguardi  allettanti o beate evasioni; questo è il senso della locuzione in epigrafe  con la dispettosa espressione posta sulla bocca di un altrettanto dispettoso  ranocchio che avendo ricevuto in sorte la possibilità di saltare, si prende giuoco di chi non può farlo.
14 -Zucà a ddoje zizze
Ad litteram:succhiare da due mammelle Detto di chi, ingordo, avido, insaziabile quando non  prevaricante, pretende di ottenere, non si sa come,  doppi insperati vantaggi o di ricavare danaro, magari estorcendolo da piú fonti .
15 -Zúcate 'o franfellicco
Ad litteram: súcchiati il bastoncino di zucchero; detto a mo' di soddisfatto commento  della gradevole situazione in cui si trovi qualcuno che per essergli occorsi tutti favorevoli accedimenti, non gli resti che beatamente  goderli  gustandosi golosamente il franfellicco: gustoso bastoncino di zucchero filato variamente insaporito, da leccare passeggiando.
Talvolta però la locuzione è usata in senso completamente opposto, quando si voglia significare a qualcuno: ti è andata male... ora non ti resta che succhiare il franfellicco, usato - in questa valenza - eufemisticamente in luogo di una intuibilissima parte anatomica maschile; in tale seconda valenza piú spesso si adopera l'espressione: zúcate 'o limone (súcchiati il limone ) con evidente riferimento  al gusto acre dell'agrume che  richiama la spiacevolezza della situazione andata male.
Zúcate  voce verbale = súcchiati (2° p. sg. imperativo dell’infinito zucare/à = succhiare  (zucare/à etimologicamente è un denominale di sucus attraverso un *sucare) da notare che l’accento ritratto sulla prima sillaba indica che si tratta di 2° p. sg.; la 2° p. pl. sarebbe stata zucàte.
Franfellicco s.vo m.le = bastoncino di zucchero filato variamente insaporito, da leccare passeggiando; in senso furbesco: membro maschile(etimologicamente marcato per metatesi  sul francese fanfreluque).
16 -.Zumpà asteche e lavatore
Ad litteram: saltare tra lastrici solai e lavatoi ; id est: andar su e giú perdendo tempo. Detto di chi, eterno perdigiorno, dedichi il suo tempo non ad impegni lavorativi o di studio, ma lo trascorra bighellonando  senza una precisa meta, ascendendo i lastrici solai(asteche pl. di asteco dal greco ast(r)akon), posizionati in vetta alle abitazioni, o frequentando i lavatoi  posti in basso, nei pressi dei cortili delle suddette abitazioni.
17 -Zumpà 'a ll'asteco â fenesta
Ad litteram: saltare dal lastrico solaio alla finestra. Detto di chi  manchi di ogni lineare coerenza  e o tenga un comportamento  continuamente oscitante ed indeciso o, piú spesso, tenga un modo di discorrere, non facilmente comprensibile  atteso che non segua un filo logico e coerente, ma si avventuri in circonvoluzioni ardite ed indecifrabili.
18 -Zumpà comme a n'arillo
Ad litteram:saltare come un grillo;  detto con, non sempre velata, invidia di chi pur essendo  già avanti con gli anni  goda di tanta buona salute che gli consente una ipercinecità tale  da poterla paragonare a quella di un grillo insetto noto per il suo  continuo saltellare.
19 -Zumpà 'ncopp' ê ccannucce
Ad litteram:saltare  sulle cannucce id est: vivere pericolosamente e perciò in continuo timore,  come chi lo faccia muovendosi e saltando su risibili, piccole e  sottili canne  con il pericolo continuo di sprofondare .
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