mercoledì 19 gennaio 2011

ICASTICHE VOCI DELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA (1944/’45)

ICASTICHE VOCI DELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA (1944/’45)

Questa volta su suggerimento/richiesta dell’amico E. C. amico di cui al solito (per questione di riservatezza) mi limito ad indicare le iniziali di nome e cognome, prendo in esame poche, ma icastiche voci napoletane in parte figlie dell’immediato dopoguerra (1944/’45)o tornate in auge in quel periodo e delle quali solo un paio ancóra resistono nel parlato; le voci di cui intendo occuparmi sono:
baito, baitista, bisinisso,correntista, scartiloffio.
Come ò détto tre di esse: baito, baitista,correntista nacquero e si estinsero con il dopoguerra trattandosi di voci strettamente connesse a particolari attività tipiche del periodo postbellico, mentre altre due scartiloffio/a (termine in origine risalente a fine 1700,principio 1800 ma tornato in auge nel 1940/45) e bisinisso (nata nel periodo postbellico) ancóra vengono usate correntemente. Cominciamo dunque da
scartiloffio/a Ci troviamo questa volta a parlare di due parole, l’una maschile, l’altra femminile, che fan parte del fiorito ed icastico linguaggio partenopeo, ambedue nell’originario significato di atto, manovra truffaldini tesi a raggiunger lo scopo di affibbiare, per solito a stranieri, carta straccia in luogo di buona carta moneta; estensivamente poi ogni atto o manovra truffaldini operati in danno di sprovveduti, disattenti, incolti, creduloni che facilmente si lasciano raggirare ed imbrogliare.
Storicamente le voci in esame nacquero tra il finire del 1700 ed il principio del 1800 a Napoli, al tempo cioè delle frequentazioni di viaggiatori stranieri che accorrevano a visitare le città centro meridionali e nacquero nell’àmbito della camorra (setta di malviventi che uniti in consorteria tentano di procacciar con ogni mezzo lecito, ma piú spesso illecito, guadagni e benefici ai propri membri; etimologicamente la voce camorra è una corruzione ed adattamento del termine spagnolo gamurra che, a sua volta è da chamarra = abito di foggia iberica preferito dalla peggior risma di lazzaroni partenopei) che, per il tramite di suoi adepti, gestiva a suo pro quell’antico fenomeno turistico; non è che il trascorrer del tempo abbia fatto cambiar molto le cose; attualmente a Napoli, ma ugualmente in altre città centro-meridionali le vittime preferite degli scartiloffisti che sono ovviamente coloro che praticano lo scartiloffio, sono pur sempre i turisti o i derelitti cafoni e/o pacchiani, cioè gli sprovveduti provinciali che giungono in città divenendo, a loro malgrado, súbito preda di furbi lestofanti truffatori che li raggirano ed imbrogliano; e ciò avviene non perché i cittadini stanziali siano piú furbi o svelti dei cafoni o dei pacchiani, ma solo perché i cittadini ben conoscono di che infidi panni vestono i truffatori che si aggirano per piazze, vicoli e stazioni della città ed accuratamente tentano di evitarli e se ne tengono lontani. Le voci scartiloffio/scartiloffia tornarono in auge nell’immediato dopoguerra (1940/45) al tempo dello sbarco a Napoli delle truppe anglo-americane. Vediamone un po’ l’etimologia, per la ricerca della quale non bisogna mai dimenticare il significato originario di scartiloffio/a che è la truffa tesa ad appioppar carta straccia in luogo di buona cartamoneta; ordunque:
Scartiloffio/a addizione del sostantivo scartoffia con l’aggettivo loffio/a;
Scartoffia : voce gergale forse nordica, per indicare una carta da giuoco senza valore, una cartina;
Loffio/a: letteralmente frollo, cascante, molle e quindi scadente, inutile; etimologicamente da un ant. tedesco: slapf→slaf, ma non gli sarebbe estraneo il latino labi da cui il toscano labile =inconsistente.
Si comprende facilmente che una scartoffia che sia anche loffia rappresenti quanto di peggio possa capitare ad un povero turista o ad un provinciale che approdi o giunga nella nostra città o in cento altre città d’arte del centro-meridione; rammenterò – per chiudere in … allegria - l’incipit del film Guardie e ladri in cui lo scartiloffista Totò si dedicava ad una particolare forma di scartiloffio: l’appioppare ad un credulo turista americano una grossa patacca che è una ovviamente falsa moneta antica di grosse dimensioni il cui nome è dall’arabo bataqa attraverso lo spagnolo pataca.
Preciso che nel periodo postbellico le voci scartiloffio/scarti loffia indicarono sia un atto,una manovra truffaldini tesi a raggiunger lo scopo di affibbiare, per solito a stranieri, carta straccia in luogo di buona carta mnoneta; sia estensivamente poi anche ogni atto o manovra truffaldini operati in danno di sprovveduti, disattenti, incolti, creduloni che facilmente si lasciano raggirare ed imbrogliare.
E passiamo a
bisinisso s.vo m.le in primis ed in genere
1affare, faccenda, compito, impegno, incombenza, lavoro ; ma in particolare nel gergo malavitoso e nel parlato della città bassa 2 affare poco lecito commesso da chi ricava illecito profitto a danno di altri avendoli indotti in errore con artifici e raggiri, faccenda indebita, proibita, vietata disonesta con riferimento ad ogni atto o manovra truffaldini operati in danno di sprovveduti, disattenti, incolti, creduloni:
voce marcata sull’inglese business. E veniamo alle voci nate ed estinte nel periodo postbellico trattandosi di voci strettamente connesse a particolari attività tipiche del periodo postbellico; abbiamo
baito s.vo m.le 1raggiro, truffa, frode; intrigo, inghippo, fregatura, bidone,affare losco e/o fraudolento 2 la merce oggetto del raggiro o truffa con riferimento alle merci sottratte alle autorità anglo-americane e rivendute per alimentare il mercato nero; voce marcata sul s.vo inglese bait = ésca e sul verbo to bait = adescare
baitista, s.vo m.le ovviamente il soggetto dedito al raggiro, truffa, frode di cui alla precedente parola; etimologicamente voce marcata anch’essa sul s.vo inglese bait = ésca addizionato del suffisso ista suffisso con cui si formano sostantivi e aggettivi connessi con i termini in -ismo e (come nel caso che ci occupa) sostantivi di diversa derivazione spesso indicanti attività, professioni (barista, dentista etc.).

correntista/currentista s.vo m.le e f.le in doppia morfologia che nel suo significato nulla à a che spartire con l’omografo/omofono correntista dell’italiano che vale: titolare di un conto corrente: correntista bancario, postale; la voce napoletana indicò il/la ragazzo/a dalle non comuni capacità acrobatiche e destrezza di mano aduso/a a fingere di giacere addormentato/a sul ciglio della strada, ma addestrato/a a rincorrer di lí i camions anglo-americani, arrampicarvisi per sottrarvi le merci trasportate e lanciarle ai propri complici appostati lunghesso le strade.
Voce che attraverso il suff. ista (già esaminato) è un deverbale del lat. currere.
E con questo penso d’avere esaurito l’argomento e d’avere contentato l’amico E.C. ed interessato qualcuno dei miei ventiquattro lettori per cui faccio punto fermo con il consueto satis est.
Raffaele Bracale

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