mercoledì 10 febbraio 2016

UCCIDERE ED AMMAZZARE


UCCIDERE ED AMMAZZARE

Anche questa   volta mi trovo a  raccogliere una garbata  provocazione  del mio caro amico P.D.F.(i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che,memore ch’io abbia piú volte affermato che il napoletano sia piú preciso e circostanziato dell’italiano, mi à sfidato  ad elencare ed a  parlare delle eventuali voci del napoletano che rendano piú acconciamente  quelle  italiane dell’epigrafe e di loro eventuali  sinonimi . Come ò già détto alibi e qui ripeto  il caro amico – come diciamo dalle mie parti -  m’ à rattato addó me prore (letteralmente: mi à grattato dove mi prude, id est: mi à sollecitato sul mio terreno preferito) per cui raccolgo pure questo   guanto di sfida cominciando con il dire che in napoletano sono  numerosissimi  i verbi con i quali si designa l’atto del togliere la vita a qualcuno, vari a seconda della maniera o  del mezzo usato per farlo, della sfumatura stilistica e/o  del grado di efferatezza. I termini piú comomunemente usati sono: accidere, accuppà, ammasunà, chianchïà, messià, sbennegnà,sbudellà, scannà, sfecatà,sfelettà, smattà,stutà nonché la locuzione caccià/levà ll’anema.

Esamino ed illustro  le singole voci:

accidere, [ dal lat. occīdĕre]verbo transitivo usato genericamente per indicare il privare qualcuno [uomini o bestie] della vita in modo violento;

 accuppà,. [denominale del lat.  cuppa-m =nuca] , verbo transitivo usato per indicare 1) il picchiare qualcuno con violenza; 2)[come nel caso che ci occupa] ammazzare qualcuno colpendolo con violenza sulla nuca;

ammasunà, [ da un tardo  lat. ad-mansionare]verbo transitivo usato per indicare 1)in primis mettere a dormire, portare a letto qualcuno;  2)[come nel caso che ci occupa] abbattere, finir con violenza qualcuno costringendolo alla posizione distesa, propria di chi dorme; 3) usato quale  verbo intransitivo e riflessivo vale per gli uomini: andare a dormire, coricarsi   e per le bestie: rientrare nell’ovile , pollaio o stalla, appollaiarsi.

chianchïà, [denominale del lat.  planca-m] , verbo transitivo usato per indicare 1)propriamente il macellare o ammazzare bestie da macello per uso di sostentamento; 2) per estensione fare una strage di uomini e bestie,sterminare, uccidere senza pietà con grande spargimento di sangue.

messià, , [ da un  lat.messare= mietere, falciare ]verbo transitivo usato per indicare 1)in primis mietere, tagliare le mesi falciandole;  2)[come nel caso che ci occupa per  analogia] abbattere violentemente qualcuno colpendolo a gli arti inferiori con armi da taglio.

sbennegnà, [denominale del lat. vīnea-m, der. di vinum «vino»] , verbo transitivo usato per indicare 1)propriamente vendemmiare, terminare la vendemmia 2)[come nel caso che ci occupa per  analogia] finire violentemente qualcuno con armi atte a procurare grand’effusione di sangue.

Sbudellà verbo transitivo [denominale del lat lat. botĕllu-m, dim. di botŭlus «salsiccia», col prefisso distrattivo  s- ]   1) in primis aprire il ventre di un animale per estrarne le budella, sventrare: 2)[come nel caso che ci occupa per  analogia]  ferire e finire violentemente qualcuno,colpendolo con armi da taglio, al ventre, in modo da provocargli la fuoriuscita degli intestini.

Scannà, verbo  transitivo  [denominale  del greco  kanna (canale della gola), col prefisso S- distrattivo - 1.in primis ammazzare un animale recidendogli le arterie del collo e la trachea, sgozzarlo, tagliargli la gola;  2.per analogia come nel caso che ci occupa ammazzare una persona con un colpo di arma bianca alla gola.

sfecatà, verbo transitivo [denominale del lat lat.fecatu-m, col prefisso distrattivo  s- ]  sinonimo del pregresso sbudellà con riferimento piú preciso alla zona corporea colpita dall’arma usata per ammazzare.

sfelettà, verbo transitivo [denominale del franc. .filet, col prefisso distrattivo  s- ]  ]    1) in primis slombare, fiaccare i lombi d’una persona a forza di percosse inferte con un bastone; : 2)[come nel caso che ci occupa per  estensione] reiterare le percosse ai lombi sino a condurre a morte la persona colpita.

smattà, verbo transitivo [dallo spagnolo matar, col prefisso dintensivo  s- ]  ]    1) in primis screditare, diffamare;calunniare una persona : 2)[come nel caso che ci occupa per  estensione] reiterare le calunnie o diffamazioni   sino ad ottenere  la morte di crecapuore  della persona diffamata.

stutà verbo transitivo [dal lat. (e)x-tutare ]    1) in primis spegnere, smorzare 2)[come nel caso che ci occupa per  analogia] condurre a    morte una persona con qualsiasi mezzo violento.

nonché la locuzione caccià/levà ll’anema. Ad litteram: cavar fuori l’anima (ad una persona, estraendogliela – figuratamente dal corpo); locuzione usata con riferimento generico a chiunque si sia adoperato  per ottenere  la morte

di una persona con i piú diversi mezzi e/o metodi; caccià: verbo transitivo [lat. *captiare, der. di capĕre «prendere] cavare o tirar fuori, estrarre con forza; da non confondere con caccïà che vale: dare la caccia, cercare o inseguire animali (per lo piú selvaggina) per catturarli o ucciderli:

E qui faccio punto fermo augurandomi d’essere stato chiaro ed esauriente ed aver soddisfatto la curiosità dell’amico P.D.F.   quella dei miei ventiquattro lettori  e di chi forte si imbattesse in queste paginette.Satis est.

R.Bracale Brak

 

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