CHELLO È BBELLO 'O PRUTUSINO va 'a gatta e nce piscia a coppa...; CHELLA
MUGLIEREMA È BBELLA, ce vuó tu ca ‘a zennije!
Questa
volta è stato il caro amico P. G. (i
consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali
di nome e cognome) a chiedermi via
e-mail di chiarirgli significato e
portata delle due espressioni partenopee
in epigrafe. E diamoci da fare.
1) Chello è bbello 'o prutusino, va 'a gatta e nce piscia a
coppa... Ad
litteram: Il prezzemolo è bello, poi la gatta vi minge su; espressione che
però nella sua prima parte è ironica se non sarcastica ed è quindi da da intendersi in senso
antifrastico:Il prezzemolo non è rigoglioso, poi la gatta vi minge sopra -
Amaro commento di chi si trova in una situazione precaria e non solo non riceve
aiuto per migliorarla, ma si imbatte in chi la peggiora
maggiormente...L’espressione, come ò anticipato, cosí come formulata con l’aggettivo bello,
parrebbe sostanziare un fatto o dote positiva, ma trattandosi di un’espressione
ironica se non sarcastica essa deve essere lètta in senso antifrastico cioè
negativo di talché il bello va inteso
brutto
Analoga è la situazione espressa nella seconda locuzione che esamino:
2) Chella muglierema è bbella, ce vuó tu ca ‘a zennije! Ad
litteram: Mia moglie è bella, ci vuoi tu che le ammicchi; anche questa espressione nella sua prima parte è molto ironica e quasi sarcastica
ed è quindi da da intendersi in senso antifrastico: mia moglie non è un
fior di virtú.... manca solo che tu le faccia dei cenni per indurla e
sollecitarla al tradimento! Dolente, amaro commento profferito da chi si trovi in una incerta situazione
e si imbatta in chi tenti di
peggiorla maggiormente...o definitivamente.
chello/u
agg.vo dimostrativo neutro [al m.le chillo al f.le chella] = quello
prutusino s.vo neutro = prezzemolo, erba aromatica,pianta erbacea biennale, rustica, dicotiledone,
largamente coltivata per le sue foglioline composte di colore verde lucente a
margini frastagliati, usate in cucina per le proprietà aromatiche (fam.
Ombrellifere) etimologicamente lettura metatetica dal gr. petrosélinon, comp. di pétra
'roccia, pietra' e sélinon 'sedano'; propr. 'sedano che cresce fra le
pietre'
muglierema= mugliera
+ mia s.vo fle addizionato
in posizione enclitica del possessivo = mia moglie; voce dal lat. muliere-m+ mea→muglierem(e)a→muglierema.
piscia voce verbale 3ª p. sg. ind. pr. dell’infinito piscià = mingere, orinare
(dal lat. pitissare→pi(ti)ssare→pissare→pisciare;)
zennije voce
verbale 2ª p. sg. ind. pr. dell’infinito zennià
= far cenni, cennare, ammiccare, fare l’occhiolino (denominale del lat.
cinnu-m da cu si trasse cinnare→zennare e
poi zenniare→zennià con l’infisso frequentativo “i”).
E
qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto
l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú
genericamente chi dovesse imbattersi in
queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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