venerdì 8 maggio 2020

NE PUTISSE FÀ LUMINE P’’A NOTTE




NE PUTISSE FÀ LUMINE P’’A NOTTE
Questa volta è stato il  caro amico  G.M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato e portata dell’ espressione partenopea   in epigrafe. Gli ò risposto  che la locuzione in esame da rendersi nella lingua nazionale: “ Potresti farne piccole candele [da accender]di notte”,
è usata sarcasticamente in riferimento all’inutile, improduttivo agitarsi di qualcuno che sprechi  tempo e materiali [a volte costosi come ad. es. la cera d’api] che potrebbe essere speso l’uno  ed usati gli altri  per finalità piú fattive, utili e concrete [come sarebbero  i lumini per la notte, nel caso della cera d’api.].L’espressione è usata altresí in riferimento a chi reagisca con profondo turbamento di spirito ed iriitazione  di fronte ad accadimenti o accuse da tenersi in non cale in quanto risibili gli uni o patentemente false le altre. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico G.M.  ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est.
 Raffaele Bracale

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