mercoledì 5 novembre 2008

VARIE 48

1. Addó maje?
adlitteram: dove mai?
Domanda retorica che si suole rivolgere ai responsabili di azioni discutibili se non ripropevoli, per indurli a recedere dal loro comportamento ritenuto non esistente in nessun altro luogo e tanto sbagliato da doversi necessariamente evitare.
addó = dove? avv. in quale luogo (in prop. interrogative dirette e indirette, e talora in prop. esclamative): addó vaje?; addó maje s’è annascuso?; chissà addó è gghiuto..
dal lat. ad+ de ubi→addo(ve)→addó;
maje avv. nessuna volta, in nessun tempo, in nessun caso; normalmente rafforza una negazione, posponendosi al verbo: nun l’ aggiu maje liggiuto= non l’ò mai letto; nun à maje telefonato né m’à maje scritto =non à mai telefonato né mi à mai scritto; nisciuno l'à maje visto= nessuno l'à mai visto; dal lat. magis con caduta della sibilante, epitesi di una semimuta finale, caduta della gutturale ed epentesi del suono di transizione j .
2. Â ‘ntrasatta
ad litteram: all’improvviso detto di cose che accadono inaspettatamente, senza che nulla lo lasci prevedere, nel bel mezzo di altri avvenimenti proprio secondo la traduzione ad litteram del latino: intra res acta da cui scatuisce ‘ntrasatta della locuzione in epigrafe.
3. Â casa d’’o ferraro, ‘o spito ‘e lignammo.
ad litteram: in casa del fabbro, lo spiedo è di legno; locuzione usata ad ironico commento di tutte quelle situazioni nelle quali, per accidia o insipienza dei protagonisti vengono a mancare elementi che invece si presupponeva non potessero mancare e ci si deve accontentare di succedanei spesso non confacenti.
4. ‘A carna tosta e ‘o curtiello scugnato.
ad litteram: la carne dura ed il coltello senza taglio. Icastica locuzione che si usa a dolente commento di situazioni dove concorrano due o piú elementi negativi tali da prospettare un sicuro insuccesso delle operazioni intraprese. Altrove per significare la medesima cosa s’usa l’espressione illustrata alibi: ‘A funicella corta e ‘o strummolo tiriteppeto

5. Accussí à dda jí
Ad litteram : cosí deve andare; fatalistica espressione con la quale a Napoli si suole accettare tutte quelle situazioni che non possono essere eluse o evitate e alle quali perciò bisogna - sia pure obtorto collo - soggiacere.Talvolta per completamento della frase in epigrafe ed a significare un totale abbondono in un Ente supremo che, si pensa, muova tutti gli accadimenti umani, si aggiunge un religioso e rassegnato e accussí sia ( e cosí sia).
6. Accussí va ‘o munno
Ad litteram: cosí va il mondo: espressione analoga alla precedente, ma con un piú marcato senso di impotenza davanti alla ineluttabilità di taluni avvenimenti.
7. Avimmo perduto 'aparatura e 'e centrelle.
Ad litteram: abbiamo perduto gli addobbi ed i chiodini. Anticamente, a Napoli in occasione di festività, specie religiose, si solevano addobbare i portali delle chiese con gran drappi di stoffe preziose; tali addobbi erano chiamati aparature o apparature (etimologicamente deverbale d’un basso latino ad+ parare =addobbare; accaddeva però talvolta che - per sopravvenuto mal tempo, il vento e la pioggia scompigliassero, fino a distruggerli gli addobbi ed a svellere drappi e chiodini o bullette(in napoletano centrelle dal greco kéntron= chiodo) usati per sostenerli; la locuzione attualmente viene usata per dolersi quando, per sopravvenute, inattese cause vengano distrutti o vanificati tuttti gli sforzi operati per raggiungere un alcunché.
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