venerdì 29 aprile 2011

ALLICCIÀ, ALLACCIÀ, ALLAZZÀ & DINTORNI

ALLICCIÀ, ALLACCIÀ, ALLAZZÀ & DINTORNI
Questa volta su suggerimento/richiesta dell’amica A.M.(di cui per i soliti problemi di riservatezza, mi limiterò ad indicare le iniziali di nome e cognome) tenterò di illustrare i verbi napoletani in epigrafe di cui il primo alliccià/are è verbo d’ambito tecnico della lingua nazionale dove è giunto come denominale di
liccio= s.vo m.le elemento del telaio che serve ad alzare ed abbassare alternatamente i fili dell'ordito seguendo le maglie del liccio che sono fili sottili, generalmente di acciaio, con un occhiello al centro attraverso il quale passano i fili dell'ordito, tesi tra i due liccioli. ( liccio è dal lat. licium); il verbo alliccià/are dicevo vale:a) far passare velocemente i fili dell'ordito attraverso i licci; b) con altra valenza: piegare leggermente in fuori i denti di una sega, alternatamente uno a destra e uno a sinistra, per facilitare il taglio; a noi però interessa il significato sub a) perché appunto partendo dal significato di movimento veloce, di azione rapida etc. che esso verbo è pervenuto in talune lingue regionali meridionali (come il calabrese, il lucano ed il siciliano e sembra anche il pugliese) dove nella forma di adazzare/ri, addazzare/ri, ajazzari vale: correr via, partire in fretta, camminare velocemente azioni che semanticamente continuano l’originaria azione di far passare velocemente i fili propria della valenza tecnica del verbo allicciare..
Anche nella parlata napoletana il verbo alliccià/are è pervenuto nel significato di correr via, partire in fretta, camminare velocemente, solo che per quanto riguarda la morfologia piuttosto che accogliere adazzà/are o ajazzà/are si è preferito (dico: poltronescamente) riferire il significato di correr via, partire in fretta, camminare velocemente, ad un preesistente verbo assonante sia con alliccià/are che con adazzà/are o ajazzà/are e cioè con il verbo allaccià che va da sé non è l’italiano allacciare/à = stringere con lacci; legare insieme(denominale di laccio),verbo che in napoletano si rende con allazzà( denominale di lazzo= laccio), ma è verbo affatto diverso. Nel suo significato primo il verbo napoletano allaccià/are vale triturare finemente carni(lardo e/o prosciutto o pancetta ) ed è derivato da un tardo latino parlato *ad+aciare (formato su di un *acia per il class. acies= tagli affilati e per metonimia coltelli,orbene: adaciare→ addacciare→allacciare= inferir tagli; ed è solo per un adattamento popolare di comodo dovuto a somiglianza morfologica ed al rifiuto di adottar voci nuove che l’allaccià (triturare) napoletano à finito per indicare anche il correr via, il partire in fretta,il camminare velocemente, quantunque semanticamente nulla leghi l’azione del triturare con quelle del correr via, partire o camminare rapidamente, ad eccezione di un tenuissimo legame che si potrebbe, con molta buona volontà, intravedere tra la rapidità del cammino e quella dei colpi inferti sulla carne (lardo, prosciutto etc. ) con un affilato coltello per triturarla.
Un’ ultima notazione: nel napoletano accanto al verbo allazzà/are= allacciare = stringere con lacci, legare insieme ve ne è un altro omografo ed omofono, ma affatto diverso e di etimo ugualmente diverso; questo secondo allazzà/are significa lanciare (es.: allazzà ‘nu pernacchio (lanciare uno sberleffo)) ed è un denominale di lancea→*adlancjare→allazzà con assimilazione di ncj→ccj→zz; mentre il primo allazzà, come ò detto, vale stringer con lacci, legare insieme ed è un denominale di lazzo (che è dal lat. volg. *laceu-m per il class. laqueus)Satis est. Almeno spero, come spero di aver accontentato l’amica A.M. ed interessato qualcuno dei miei 24 lettori! Raffaele Bracale

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