giovedì 23 maggio 2013

ALTRI PICCOLI QUESITI

ALTRI PICCOLI QUESITI Anche questa volta rispondo qui di sèguito ad alcuni piccoli quesiti pervenutimi via e-mail da un amico che si trincera sotto lo pseudonimo di Capafresca. Ecco i quesiti: Sciascio/a agg.vo m.le o f.le = 1in primis sciamannato/a, trasandato/a nel verstirsi e nel comportarsi; 2 per ampliamento semantico confusionario/a, disordinato/a disorganizzato/a, caotico; questo aggettivo di valenza marcatamente negativa etimologicamente è un deverbale di sciascià/sciasciare = godere, bearsi etc da un lat. *iaciare→*ciacià→sciascià forma frequentativa di iacére= stare a riposo; il rapporto semantico tra la trascuraggine, la trasantatezza, l’esser confusionario, disorganizzato/a etc. ed il godere, bearsi si coglie ponendo mente al fatto che chi sia intenzionato a spassarsela, divertirsi, sollazzarsi, ricrearsi, non può per certo por mente ad agire in maniera ordinata, disciplinata, precisa, metodica. La voce a margine declinata al femminile non va confusa con la successiva Sciasciona s.vo ed agg.vo f.le e solo f.le solo apparentemente accrescitivo (cfr. suff. ona)della voce precedente; trattatasi invece di voce affatto originale con la quale si identifica non una donna molto trasandata nel verstirsi e nel comportarsi oppure confusionaria, disordinata disorganizzata, caotica, ma una donna paffutella, grassoccia che simpatica, piacevole, gradevole, adusa a godersela a fondo, con gusto ed abbandono, disponibile a far godere i terzi con le sue simpatiche grazie; voce anch’essa etimologicamente deverbale di sciascià/sciasciare = godere, bearsi etc da un lat. *iaciare→*ciacià→sciascià forma frequentativa di iacére= stare a riposo. Fà ‘e vuommeche = comportarsi da lezioso/a, smorfioso/a, far eccessive moine, smancerie vezzi, leziosaggini, leziosità, sdolcinatezze, svenevolezze tanto insistenti e fastidiosi da iperbolicamente provocare il vomito; in effetti il s.vo pl. vuommeche del sg. vuommeco (da un lat. volg. *vŏmicu(m)→vuommeco, per il class. vŏmĭtu(m))indica esattamente il vomito e per traslato il ribrezzo, il disgusto e vomito, ribrezzo, disgusto sono semanticamente collegati all’azione di far eccessive moine, smancerie vezzi etc. proprio perché nell’inteso comune partenopeo chi si abbandoni ad un comportamento lezioso, sdolcinato, per iperbole può incidere, intaccandole, sulle normali funzioni della peristalsi sino a provocare enfaticamente il vomito. ‘ntalliarse il verbo a margine di forma riflessiva, che venne usato già dagli autori del 1700 e mai stato abbandonato anche da quelli contemporanei, offre un variegato ventaglio di significati tutti però riconducibili alla cosiddetta perdita di tempo. Il primo significato è quello di indugiare, attardarsi e viene usato soprattutto nei riguardi di quegli adulti lenti all’agire, che prima di far qualcosa si attardano pretestuosamente; un secondo significato (riferito quasi esclusivamente ai ragazzi/e) è quello di perdere il tempo gingillandosi e bamboleggiando. Detto ciò etimologicamente mi pare che il verbo – nel suo primo significato possa derivare dal latino in + talos (star sui talloni) atteso che l’indugiare comporta quasi lo star fermo se non immobile sui talloni; nel secondo significato reputo però che il verbo possa invece, etimologicamente, far pensare al greco en-thallein (germogliare) cosa che è tipica dei ragazzi che germogliano alla vita e non ànno ancòra compiuto la loro evoluzione e gradiscono gingillarsi piuttosto che affrettarsi. coito = s.vo m.le accoppiamento sessuale, voce dal lat. coitu(m), deriv. di coire 'andare insieme', viene reso in napoletano con uno dei seguenti icastici sostantivi che sono: basulella s.vo f.le inatteso, clandestino, fugace rapporto sessuale, condotto a termine alla meno peggio, la voce basulella nata come linguaggio gergale è certamente derivata dal sost. base con riferimento alla clandestinità dell’inatteso rapporto sessuale, quella medesima clandestinità presente nell’operato del cosiddetto basista ( ecco che ritorna la voce base!) che fu il delinquente che approntava il lavoro dei ladri tracciando il piano (la base...) del furto da perpetrarsi; ma oltre al sostantivo base come fonte di basulella si può tranquillamente ipotizzare un incrocio di base col sostantivo vasulo = basolo, pietra di selce o basalto, pietra squadrata in forma di parallelepipedo ed usata per lastricare le strade; quanto all’etimo la voce napoletana ripete(sia pure con la tipica alternanza b→v quella italiana e come quella è forgiata su base che è dal lat. base(m), dal gr. básis, deriv. di báinein 'essere istallato, fondato. Nel caso di vasulo/basolo come incrocio con base della nostra basulella, non ci si riferisce alla clandestinità dell’inatteso rapporto sessuale, bensí ci si riferisce al fatto che l’ inatteso rapporto sessuale è condotto a termine alla meno peggio, magari per istrada, all’impiedi o piú precisamente allerta allerta, poggiando i piedi sui vasoli. chiavata s.vo f.le volg.: 1in primis amplesso,2 figuratamente imbroglio fregatura; voce deverbale di chiavà (dal lat. tardo clavare, deriv. del class. cla-vus 'chiodo');trattandosi di voce ritenuta volgare viene a volte sostituita eufemisticamente con il successivo chiantella s.vo f.le 1in primis suoletta interna della scarpa, 2 per traslato eufemistico assonante accoppiamento sessuale; semanticamente l’accostamento tra la suoletta interna della scarpa e l’accoppiamento sessuale si spiega tenendo presente la tipica simile aderenza che si verifica tra la suoletta e la scarpa e tra i due corpi durante il coito.Etimologicamente la voce a margine è un doppio diminutivo del lat. planta(m)→plantula→plantella→chiantella con normale esito del digramma pl in chi (cfr. platea→chiazza - plumbeum→chiummo - pluere→chiovere – plattu-m→chiatto etc.); futtuta s.vo f.le rapporto sessuale; voce deverbale di fottere [=coire] dritto per dritto dal lat. volg. *fottere, per il class. futuere futtisterio s.vo m.le1in primis rapporto sessuale intenso e continuato, coito di piú persone nel medesimo luogo o con la stessa persona, orgia2 per traslato gran confusione,chiasso, frastuono, baccano, trambusto; voce etimologicamente derivata dalla radicefutt←fott del verbo lat. volg. *fottere, per il class. futuere addizionata di un allungamento espressivo/durativo isteriu(m) ricavato dal lat. tardo histeriu(m)← histericu(m), che è dal gr. hysterikós, deriv. di hystéra 'utero'; ‘ncasata s.vo f.le copula rapida, intensa ed estemporanea priva di implicazioni sentimentali; voce etimologicamente deverbale di ‘ncasà/’ncasare = pigiare, spingere a fondo, comprimere da un lat. volg. aferizzato *incapsare→’nca(p)sare→’ncasare; sciammeria s.vo f.le letteralmente si tratta di un’ampia giacca da cerimonia che a Napoli è appunto detta con voce intraducibile sciammeria: giacca elegante con falde lunghe, tipica delle cerimonie o ricorrenze importanti, con esclusione dei matrimoni eleganti nei quali sia previsto il tight (detto giocosamente a Napoli: cafè a ddoje porte) la sciammeria non è un denominale forgiato sul francese càmbre, ma molto piú probabilmente è derivato direttamente dallo spagnolo càmberga sempre che non derivi direttamente dal nome del duca di Schönberg (17° sec.) che volle che le sue truppe fossero equipaggiate con una lunga palandrana che, dal nome del duca, è resa in italiano col termine giamberga ; personalmente trovo piú convincente l’ipotesi ispanica che piú si presta ad approdare a sciammeria attraverso la napoletanissima, solita prostesi di una s intensiva all’originario cia (ch) spagnolo, assimilazione regressiva della b, sincope del gruppo rg sostituito da un ri con una i atona; come ò accennato si tratta di una giacca molto ampia che inviluppa quasi chi l’indossa al segno che per traslato giocoso e furbesco con il termine sciammeria si intende, come nel caso che ci occupa anche il coito, in particolare quello in cui l’uomo assume una posizione tale che copra del tutto la donna col proprio corpo e con molta probabilità quando i napoletani accennano ad una sciammeria onirica, è al coito e non alla giacca che intendono riferirsi, avendo probabilmento acceso nella loro fantasia notturna la scena d’una unione sessuale, piuttosto che d’una giacca da cerimonia. E con questo penso d’aver adeguatamente risposto alla richiesta pervenutami e pubblicando queste paginette spero di interessare anche qualcuno dei miei ventiquattro lettori. Satis est. Raffaele Bracale

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