CESSA ‘E MMERDA
cessa ‘e mmerda con
questo epiteto che nella sua
formulazione completa suona cessa ‘nquacchiata ‘e mmerda ( gran
cesso lordo di escrementi!)ci si rivolge ad una donna ritenuta non solo laida, sordida, sudicia, repellente,ma grandemente, estremamente brutta, ributtante,
ripugnante.La particolarità che d’acchito colpisce in questo epiteto
baroccheggiante è la femminilizzazione del sostantivo cesso che diventa cessa non perché con l’epiteto ci si rivolge ad una
donna, ma in virtú del fatto che in napoletano un oggetto (o cosa quale che
sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile;
abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo
piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú
piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú
piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a ‘o carretto piú
piccolo ); ),‘a canesta (piú grande rispetto a ‘o canisto piú
piccolo ), fanno eccezione ‘o
tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de
‘a caccavella; nella fattispecie volendosi con l’offesa che si lancia
affermare che la donna cui è rivolta è veramente un grande cesso [lordo
di escrementi] ecco che è parso opportuno femminilizzare cesso che diventa cessa;
il s.vo cesso
vale 1 (ant.) luogo
appartato
2 (pop.) gabinetto, ritirata, latrina
3 (volg.) luogo sporco, cosa o persona lurida, schifosa; è voce dal lat. recessu(m)→(re)cessu(m)→cesso, deriv. di recedere 'ritirarsi'
2 (pop.) gabinetto, ritirata, latrina
3 (volg.) luogo sporco, cosa o persona lurida, schifosa; è voce dal lat. recessu(m)→(re)cessu(m)→cesso, deriv. di recedere 'ritirarsi'
l’agg.vof.le nquacchiata/nguacchiata che à in nquacchiato/nguacchiato il m.le è esattamente il part.pass. del verbo nquacchià/nguacchià
che nella parlata napoletana vengono usati per indicare:
sporcare, insudiciare, macchiare, imbrattare, ed anche il mettere in atto un pasticcio
di difficile soluzione,una situazione intrigata, deflorare una ragazza ed infine l’ungere
o il condire esageratamente in ispecie con sugo di pomodoro, tutti fatti
che sostanziano in ogni caso un lordura,
una cosa sporca o anche un errore;
faccio notare che
etimologicamente trattasi di voci di
origine onomatopeica e che la n d’attacco anteposta alle originarie voci quacchià/guacchià/ ed alibi quacchiarïà nonché a guacchio/quacchio, è sempre e solo una consonante eufonica
migliorativa del suono delle parole che da quacchià/guacchià/quacchiarïà approdano
a nquacchià/nguacchià/nquacchiarïà
nonché da guacchio/quacchio,
a nguacchio/nquacchio; si
tratta precisamente di una consonante
eufonica e non di un residuo di un in→’n per cui non à senso
anteporre a nguacchio/nquacchio,nquacchià/nguacchià/nquacchiarïà
un inutile ed incoferente segno diacritico (’) che
presupporrebbe la caduta della vocale i
di in e pertanto
correttamente occorre scrivere nguacchio/nquacchio, nquacchià/nguacchià/nquacchiarïà
e non ‘nguacchio/’nquacchio,o ‘nquacchià/’nguacchià/’nquacchiarïà
come purtroppo càpita di
leggere in talune raffazzonate pubblicazioni di sedicenti cultori e/o esperti
del napoletano!
mmerda/merda s.vo f.le dal
lat. merda(m) = escremento, sterco e figuratamente: cosa che disgusta, persona
spregevole, situazione ripugnante | nella loc.ne agg.le ‘e mmerda= pessimo/a, spregevole: fà ‘na fijura ‘e mmerda: fare una
figura di merda = fare una pessima figura; dal s.vo a margine deriva il s.vo
m.le mmerdajuolo = raccoglitore di sterco; dal s.vo a margine deriva altresí
l’agg.vo m.le o f.le mmerduso/mmerdosa = inetto/a,
incapace, buono/a a nulla. o di ragazzo/a che si atteggino ad adulti;in tale
significato sono usati piú spesso i diminutivi mmerdusillo/mmerdusella.
Brak
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