MEZZANELLE Â SICILIANA
(Mezzanelle
alla siciliana)
Nota
propedeutica
Questo
gustosissimo, sostanzioso e gratificante primo piatto à la sua culla in
Sicilia, dove però viene preparato con un qualunque formato pasta industriale,
purché doppio(sedanini, rigatoni, maltegliati); nella rivisitazione napoletana,
che si discosta dalla ricetta originaria anche per una decisamente migliore
presentazione del piatto, è essenziale
usare il formato di pasta industriale détto: mezzanelli/e I Mezzanelli/e (in napoletano mezzanielle/mezzanelle) sono
un tipico formato di pasta lunga e doppia, in uso nella cucina napoletana dove
vengono usati mai cotti interi nella loro lunghezza, ma tassativamente
spezzettati in pezzi di circa 4 o 5 cm.Si tratta di una pasta che è nota con una
forma doppia di nome: una maschile (mezzanielle) ed una femminile (mezzanelle)
ora sia che si tratti di mezzanelle, sia si tratti di mezzanielle con tale
formato di pasta ci troviamo di fronte ad un formato molto simile ai
pirciatielli (che sono i bucatini napoletani), sebbene di calibro piú doppio; ci troviamo di fronte cioè al formato che fa
da trait d’union tra i formati doppi e lunghi e quelli di transito come i
mezzani (etimologicamente da un lat. medianu(m), deriv. di medius 'mezzo'
atteso che tale formato di pasta fa quasi da mediano tra i formati lunghi e
quelli corti), da cui con un pretestuoso vezzeggiativo diminutivo traggono il
nome sia che lo si intenda femminile (mezzanelle) sia che lo si intenda
maschile (mezzanielle). Al proposito rammenterò che – come accade spessissimo
in napoletano (cfr. cucchiaro/ cucchiara – tammurro/tammorra – tino/tina –
carretta/carretto etc.con le due sole
eccezioni di tiano/tiana, caccavo/caccavella) - con il nome femminile si
intende qualcosa di piú grosso del corrispondente maschile con la sole
eccezioni, come ò detto, di tiano che è
inteso piú grosso di tiana,e di , di
caccavo che è inteso piú grosso di caccavella , per cui le mezzanelle ànno un
calibro leggermente maggiore dei mezzanielle; rammenterò altersí che mentre i
perciatelli (in italiano impropriamente bucatini) sono un formato di pasta
quasi simile ai mezzanelli di cui son solo un po’ piú sottili, possono esser
cotti e serviti, per come sono lunghi,(sebbene a rischio di sporcarsi di sugo,
che spesso schizza, aggomitolando bucatini e/o perciatelli) questi mezzanelli/e
, per esser di calibro maggiore devono essere tassativamente ridotti in pezzi
di altezza di ca 4 – 5 cm. Al proposito di bucatine – pirciatielle = bucatini –
foratini dirò che v’è una differenza tra il bucatino ed il perciatello; il
bucatino s.m. è una pasta alimentare consistente in un grosso spaghetto
piuttosto doppio e bucato per tutta la sua lunghezza, va da sé che il nome
bucatino è da collegarsi al fatto che tale tipo di pasta è bucata; la medesima
bucatura centrale che percorre la pasta per tutta la sua lunghezza la si
ritrova nei pirciatielle grossi spaghetti piú doppi dei precedenti bucatini;
poiché la voce verbale bucare (perforare) non è napoletana, se ne deduce che
tra bucatine e pirciatielle la pasta piú tipicamente partenopea sia la seconda,
atteso che il verbo bucare (perforare) è reso in napoletano con la voce pircià
(che è dall’antico francese percer) da cui derivano ‘e pirciatielle.
che sono (con derivazione dal verbo percià dall’ant. fr. percier= bucare), i bucatini napoletani. È assolutamente sconsigliato, se non vietato per questa preparazione usare,come pure qualcuno impropriamente e colpevolmente fa, i vermicelli (che etimologicamente è un derivato diminutivo del lat. vermen) qualche sciagurata massaia addirittura usa, da autentica iconoclasta, gli spaghetti(etimologicamente è un derivato diminutivo del lat. spacum) che sono di trafila molto piú sottile e dunque meno saporita, che sono altresí assolutamente da evitare per questa ricetta. Illustriamola, precisando súbito che per questa preparazione occorre munirsi di tante scodelle (cm. 15 di diametro di bocca e 12 cm. di altezza) in alluminio, per quanti sono i commensali: in questo caso 6 in quanto è prevista, per la presentazione del piatto, la monoporzione.
che sono (con derivazione dal verbo percià dall’ant. fr. percier= bucare), i bucatini napoletani. È assolutamente sconsigliato, se non vietato per questa preparazione usare,come pure qualcuno impropriamente e colpevolmente fa, i vermicelli (che etimologicamente è un derivato diminutivo del lat. vermen) qualche sciagurata massaia addirittura usa, da autentica iconoclasta, gli spaghetti(etimologicamente è un derivato diminutivo del lat. spacum) che sono di trafila molto piú sottile e dunque meno saporita, che sono altresí assolutamente da evitare per questa ricetta. Illustriamola, precisando súbito che per questa preparazione occorre munirsi di tante scodelle (cm. 15 di diametro di bocca e 12 cm. di altezza) in alluminio, per quanti sono i commensali: in questo caso 6 in quanto è prevista, per la presentazione del piatto, la monoporzione.
ingredienti
e dosi per 6 persone
6
etti di mezzanelli spezzettati (4 cm.),
5
etti di passata di pomidoro in bottiglia
o la polpa di 5 etti di pomidoro
rossi e maturi tipo Roma o San Marzano lavati,
sbollentati, pelati e passati ad un passaverdura a buchi fitti;
2
bicchieri di olio d’oliva e.v.p. s. a f. ;
due cucchiai di sugna;
1
spicchio d’aglio in camicia;
1
cipolla dorata affettata grossolanamente;
8
etti di melanzane napoletane lunghe violette,di cui una parte, circa 4
etti (scegliendo quelle piú piccole) va
privata di picciolo e calice lavate,
asciugate e tagliate a cubetti di 1.5 cm. di spigolo senza sbucciarle, mentre
le altre melanzane (quelle piú lunghe) va private di picciolo e calice lavate, asciugate e tagliate longitudinalmente
in fette di mezzo cm. di spessore,
3
etti di provola affumicata in dadini da 1 cm. di spigolo,
3
etti di ricotta pecorina salata ;
50
gr. di formaggio pecorino grattugiato
sale
fino q. s.
sale
grosso q.s.
pepe
nero q.s.
Procedimento.
Lavare,
asciugare e tagliare come détto le melanzane sia a fette che a cubetti e
porre separatamente le une e le altre
in due colapasta coperte con
circa 2 cucchiai di sale fino, e tenervele sotto la pressione d’un piattino
sormontato da un peso di 2 kg. quasi 30 minuti affinché perdano l’amaro liquido di vegetazione; alla
fine sciacquarle sotto acqua fredda corrente,strizzarle accuratamente e
friggerle separatamente a seguire in una
padella di ferro nero con 2/3 dell’olio ed uno spicchio d’aglio in
camicia schiacciato sotto la larga lama di un coltello; a frittura ultimata
prelevarle con una schiumarola e tenerle separatamente al caldo in due terrine;eliminare
l’aglio, rabboccare l’olio residuo ed
aggiungere la cipolla affettata,farla colorire
indi aggiungere la polpa dei
pomidoro passati,oppure la passata in bottiglia salare
parsimoniosamente,spezzettarvi a mano il ciuffo di basilico e portare a cottura in circa 15 minuti fino
ad ottenere un sugo odoroso ed abbastanza spesso;
Lessare
in abbondante (8 litri)
acqua salata (sale grosso) i mezzanelli; scolarli al dente e versarli in una
zuppiera calda; aggiungere la ricotta salata,
rimestare accuratamente, unire il sugo di pomidoro le melanzane a cubetti fritte ed i cubetti di
provola affumicata; cospargere con il pecorino grattugiato, abbondante pepe
nero,e rimestare ancóra; frattanto verniciare di strutto l’interno delle sei
scodelle aggiungere un po’ di salsa, indi accuratamente foderare le scodelle
con le fette fritte di melanzane facendo debordarne i lembi e ripetere un paio di
volta l’operazione di rivestimento; a
questo punto, porzionare nelle scodelle le mezzanelle condite, pressarle
leggermente al centro e verso le pareti , sistemando a chiusura della bocca alcune fette di
melanzane poste ortogonalmente a mo’ di graticcio
e ripiegando verso il centro delle scodelle i lembi debordanti delle
melenzane di fodera. Mandare le scodelle cosí preparate in forno preriscaldato
a 160° e tenervele trenta minuti; al termine estrarle e delicatamente ed accuratamente cavare i
singoli timballi dalle scodelle ed impiattarli versando sulle cupolette alcuni cucchiai di sugo.
Vini:
Corposi vini rossi campani (Solopaca, Aglianico, Piedirosso, Taurasi) serviti a
temperatura ambiente.
Mangia
Napoli, bbona salute!E facítene salute!
raffaele bracale
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