FOTTÍO
L’amico A.M. [i consueti problemi di riservatezza mi
costringono ad identificarlo con le sole iniziali] mi à chiesto di spendere
qualche parola per illustrargli significato, etimologia e soprattutto semantica
della voce in epigrafe. Provvedo, ma non son certo di riuscire a dargli tutte le risposte
attese. Comincio con il dire che la voce in esame, nel significato di in
primis “grande quantità di cose, oggetti
o persone e per estensione chiasso, baccano, è voce di origine
partenopea poi pervenuta ed accettata [sia pure come volgare] nel lessico della
lingua nazionale è etimologicamente un
deverbale di fóttere [ che è dal basso latino futtere per il classico futuere e
che di per sé sta per: possedere carnalmente e metaforicamente imbrogliare e
raggirare azioni che contengono l’idea del possesso dell’altrui mente,
correlativamente al possesso del corpo altrui espresso dall’atto sessuale];
detto ciò confesso che è impervia la strada da seguire per chiarirne la
semantica[sia nell’accezione di chiasso, baccano che in quella di gran
quantità] sempre che non si voglia sostenere che nel coire, cioè nel
congiungersi sessualmente si agisca in modo tanto rumoroso sino a pervenire al
chiasso sfrenato, al baccano che invece
può essere tranquillamente accettato se il coito avvenga non misuratamente tra
due individui di sesso diverso, ma nel corso di un’orgia che veda coinvolte
molte persone vocianti. Piú tranquilla appare
la via semantica parlando di una
gran quantità soprattutto di oggetti che se agitati si prestano a suscitare un
rumore forte o prolungato. Però
bisognerebbe chiedersi come mai si sia
partiti dal verbo fottere approdando in primis a “grande quantità di cose,
oggetti o persone” e poi per estensione
a “chiasso, baccano”. Però è inutile porsi domande atteso che, allo
stato dei fatti, non è dato sapere; e perciò chiedo un prestito all’Alighieri e concludo con del suo,
parafrasandolo :” Stiamo contenti, umana gente, al quia.” Satis
est.
Raffaele Bracale