giovedì 21 maggio 2020

UN ANTICHISSIMO, DESUETO TERMINE: SANTEFICÉTE.


UN ANTICHISSIMO, DESUETO TERMINE: SANTEFICÉTE.
Del datatissimo sostantivo in epigrafe mi à chiesto per le vie brevi il caro amico N.C. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) che me ne à chiesto il significato e l’etimo;gli ò cosí risposto:
Carissimo, il termine di cui mi chiedi fu già usato, temporibus illis, in ”Napole contraffatta dapò la pesta” (1665) poemetto in ottava rima  di un tal  Giambattista Valentino, “ scrivano” di tribunale e  “ poeta a tempo perso” , vissuto durante la seconda metà del XVII secolo. Di costui ci sono pervenuti alcuni poemetti in ottava rima, scritti in  napoletano: “La Mezacanna co Lo vascello dell’Arbascia” (1660),la già ricordata ”Napole contraffatta dapò la pesta” (1665) e “La cicala napoletana, cioè la difesa de la Mezacanna”, “La galleria Segreta” e “Lo commanno d’Apollo” (1674). Quanto al significato della datata e pressoché desueta voce è giusto ricordare che, tenendo presente il contesto d’uso essa à il valore ora positivo di uomo buono e remissivo, ora negativo-sarcastico di bacchettone, bigotto, baciapile sino a  beghino; il comportamento di custui è tale da indurre gli altri a ritenerlo degno di esser santificato; infatti etimologicamente si tratta di termine marcato sulla voce verbale latina: “santificetur”[sia santificato] .
Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico N.C. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele Bracale

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