domenica 31 maggio 2020

FOTTÍO


FOTTÍO
L’amico A.M. [i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad identificarlo con le sole iniziali] mi à chiesto di spendere qualche parola per illustrargli significato, etimologia e soprattutto semantica della voce in epigrafe. Provvedo, ma non son certo  di riuscire a dargli tutte le risposte attese. Comincio con il dire che la voce in esame, nel significato di in primis  “grande quantità di cose, oggetti o persone e  per estensione  chiasso, baccano, è voce di origine partenopea poi pervenuta ed accettata [sia pure come volgare] nel lessico della lingua nazionale è  etimologicamente un deverbale di fóttere [ che è dal basso latino futtere per il classico futuere e che di per sé sta per: possedere carnalmente e metaforicamente imbrogliare e raggirare azioni che contengono l’idea del possesso dell’altrui mente, correlativamente al possesso del corpo altrui espresso dall’atto sessuale]; detto ciò confesso che è impervia la strada da seguire per chiarirne la semantica[sia nell’accezione di chiasso, baccano che in quella di gran quantità] sempre che non si voglia sostenere che nel coire, cioè nel congiungersi sessualmente si agisca in modo tanto rumoroso sino a pervenire al chiasso sfrenato, al baccano  che invece può essere tranquillamente accettato se il coito avvenga non misuratamente tra due individui di sesso diverso, ma nel corso di un’orgia che veda coinvolte molte persone vocianti. Piú tranquilla appare  la via semantica  parlando di una gran quantità soprattutto di oggetti che se agitati si prestano a suscitare un rumore forte o prolungato.  Però bisognerebbe  chiedersi come mai si sia partiti dal verbo fottere approdando in primis a “grande quantità di cose, oggetti o persone” e poi per estensione  a “chiasso, baccano”. Però è inutile porsi domande atteso che, allo stato dei fatti, non è dato sapere; e perciò chiedo un prestito  all’Alighieri e concludo con del suo, parafrasandolo :” Stiamo contenti, umana gente, al quia.” Satis est.
Raffaele Bracale

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