domenica 17 maggio 2020

BBIVE, ZUCA E MMIETTE ‘MMOCCA ‘O LLATTE ‘E MÀMMETE.


BBIVE, ZUCA E MMIETTE ‘MMOCCA ‘O LLATTE ‘E MÀMMETE.
Anche questa volta faccio sèguito ad  un  quesito rivoltomi dall’amico N.C. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) cercando di chiarirgli il significato della locuzione in epigrafe. Gli ò cosí risposto:
Carissimo, mi chiedi di una datatissima [risalente com’è ai princípi del 1800] espressione  molto significativa nella sua icasticità che tradotta ad litteram suona: “Bevi, succhia e poni in bocca il latte di tua mamma ”e perciò a tutta prima parrebbe, letta oltre il suo significato letterale, un invito a ritenere la propria genitrice [emblema va da sé della famiglia] unica fonte di insegnamento, accogliendo e facendo  propri ogni  indicazione, consiglio, ispirazione, esortazione, dettame che da lei venga. In realtà si tratta di una locuzione ironica da leggersi in senso antifrastico, cioè  connatura un’ esortazione a non contentarsi  delle  conoscenze, cognizioni materne e/o familiari, ma di estendere l’apprendimento e/o ammaestramento abbeverandosi  ad altre fonti, soprattutto nei tempi nuovi, apportatori di nuove norme o dottrine, quali quelli che furono i giorni di inizio secolo.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico N.C. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele Bracale

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