domenica 24 maggio 2020

M’AVISSE VISTO CU ‘E FFIBBIE ‘NCOPP’Ê SCARPE?


M’AVISSE VISTO CU ‘E FFIBBIE ‘NCOPP’Ê SCARPE?
Mi è stato chiesto, via e-mail,  dal  caro amico A. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrargli  il significato  della locuzione in epigrafe. Gli ò cosí risposto:
Si tratta di una datatissima, ma icastica  locuzione ironica interrogativa ancorché desueta e che solo qualche napoletano d’antan rammenta e talora usa, risalente alla prima metà del 1800; ad litteram vale: “Mi avessi visto (calzare) scarpe fornite di fibbie d’argento?” id est: Mi ritenessi cosí vecchio, intontito e credulone da potermi confondere con uno di quegli annosi eleganti, canuti signori     che usavano indossare ancóra calzoni al ginocchio, lunghe calze di seta e lucidissime scarpe provviste di fibbia d’argento si aggiravano per Napoli nell’ultima metà del 1700 ai quali si poteva raccontar qualnque cosa ed esser certi che, resi confusi, turbati, frastornati, istupiditi dall’età avanzata avrebbero creduto a tutto? Bada non sono uno di quelli ed a me non puoi raccontar frottole, sciocchezze,fandonie o fole; checché tu dica,  non ci crederò mai!
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. M.  ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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