sabato 23 maggio 2020

FÀ ‘O RIAVULO A CQUATTO


FÀ ‘O RIAVULO A CQUATTO
L’espressione inepigrafe, originariamente partenopea trasmigrò pure nella lingua nazionale nella forma pedissequa di "fare il diavolo a quattro",mantenendone anche il medesimo significato di agire alla medesima maniera di quattro demoni con riferimento  a qualcuno che dimostri non solo  di avere  tale e tanta energia da non trarsi mai indietro,ma di  usare spesso modi di fare veeementi  e poco  educati, sí  da generare una confusione totale.Quanto alle sue origini essa nacque  nel periodo barocco [cioé nel lasso di tempo corrente tra la fine del 1600 ed i principi del 1700] prendendo spunto dalle tavole teatrali:  infatti spesso nelle rappresentazioni rionali della famosa “Cantata dei Pastori” cosí come era nota al popolo minuto della città bassa l’opera teatrale che Andrea Perrucci(Palermo 1651-† Napoli1706) che  nel 1698, aveva pubblicato sotto lo pseudonimo di Ruggiero Casimiro Ugone e con il titolo originale di  “Il Vero Lume tra l’Ombre, ovvero la spelonca arricchita per la nascita del Verbo Umanato.”,opera che ebbe súbito un gran successo tanto da essere rappresentata non solo nei teatri ufficiali della città, ma anche in quelli di fortuna rionali ad opera di dilettanti. Ebbene   uno dei personaggi che non poteva mancare mai era proprio il diavolo [protagonista di una famosissima scena, quella della sua rovinosa caduta...]; in iscena il demonio, come da prassi,  cambiava repentinamente sembianze. Atteso che i cambi d’abito potevano essere lunghi e laboriosi,  era frequente che per interpretare il diavolo si usassero anche fino a quattro attori,ognuno già truccato ed agghindato in modo consono alla  parte, che avrebbero dovuto alternarsi sulla scena, ma che talora, per imperizia, disattenzione o assenza di un adeguato regista finivano per sortire dalle quinte contemporanemente provocando  una confusione  assoluta. Proprio per questo motivo “fà ‘o riavulo a cquatto” enbbe a significare agire provocando confusione, disordine, chiasso, baccano quando non frastuono, gazzarra, baraonda, pandemonio, subbuglio. Satis est.
Brak

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