giovedì 14 maggio 2020

CU ‘STI CHIARE ‘E LUNA!


CU ‘STI CHIARE ‘E LUNA!
L’ amico  G.L. [i consueti problemi di riservatezza mi impongono di indicarne le generalità con le sole iniziali] mi à chiesto di fornirgli il significato della datatissima locuzione partenopea in  epigrafe; l’accontento qui di sèguito  dicendogli che si tratta di un’espressione esclamativa di disappunto, in origine nata nell’àmbito di rapinatori, scippatori, borsaioli, tagliaborse, predoni, marioli che operavano con il favore delle tenebre ed ora   usata in senso esteso da chi, quasi infastidito si veda posto inopportunamente la richiesta di un aiuto materiale o la soluzione di un qualsivoglia problema proprio nel momento meno adatto per esser supportati. Piú precisamente l’espressione in esame esprime    il rincrescimento, il rammarico, d’esser chiamato in causa in un lasso di tempo proprio il piú sconveniente, imbarazzante, importuno, intempestivo tal quale è o sarebbe  quello notturno allorché il chiarore lunare penetrando il buio  sconsiglia o sconsiglierebbe l’agire pena l’esser colti sul fatto; come a dire: “C’è questa luna lucente e tu proprio ora vuoi che io ti aiuti a delinquere  o ti faccia da palo?”
Reputo che  non ci sia altro da aggiungere. Penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico G.L. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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