martedì 26 maggio 2020

E APPRIESSO? APPRIESSO ARRIVENO ‘E PEZZIENTE!


E APPRIESSO? APPRIESSO ARRIVENO ‘E PEZZIENTE!
Il caro amico A. R. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare significato ed origine dell’espressione napoletana in epigrafe. Gli ò cosí risposto: Carissimo, ti rispondo e spero di essere esauriente. L’espressione di cui mi chiedi  che ad litteram vale: “E appresso, e dopo?” “Appresso  arrivano i pezzenti di san Gennaro!” è pressoché desueta, ma fu viva e vegeta negli anni ’50 del 1900 sulla bocca di chi, importunato ed infastidito da un incontentabile astante che, non soddisfatto dal racconto di un aneddoto e/o episodio,  continuasse ad interrogare chi lo narrasse con reiterati e irritanti:”E appresso? E poi?” volendo significare a costui  ch’era inutile il suo chiedere ripetutamente in quanto  non v’era null’altro da aggiungere ed il racconto si chiudeva lí senza ulteriori giunte e/o particolari. E per addivenire a tanto chi raccontava usava una risposta ironica e succosa[giocata sulla doppia valenza (temporale e locativa) dell’avverbio “appresso” che in napoletano vale temporalmente: dopo, inoltre e locativamente: al sèguito, dietro. ]  risposta che tagliasse la testa al toro e fosse convincente per l’importuno, che si vedeva costretto a non reiterare i suoi punti interrogativi. L’ironica risposta di cui ti dico fu/era: “Appresso  arrivano i pezzenti di san Gennaro!” con la quale ci si riferiva ad una abitudine ancóra viva, come del resto l’espressione,  negli anni ’50 del 1900,usanzanza per la quale le famiglie piú facoltose della città bassa erano solite invitare ad ogni esequie di familiare e/o persona cara,[in cambio di parva moneta e contenuto asciolvere elargito  ] una rappresentanza, in divisa [gilet rosso (che scimmiottava le camice rosse del predatore nizzardo...)] e labaro  dei poveri/pezzenti, ospiti dell’ospizio annesso all’ospedale “San Gennaro dei Poveri”, nel popolare  quartiere Sanità,dove erano assistiti delle suore  Figlie della Carità, conosciute come Suore  Vincenziane, [fondate nel 1633 da San Vincenzo de’ Paoli (Pouy in Guascogna  24 aprile 1581 - †Parigi 27 settembre 1660) e Santa Luisa de Marillac (Parigi, 12 agosto 1591 –† Parigi, 15 marzo 1660),   che seguirono e seguono ancóra  la loro vocazione in tutto il mondo, impegnandosi ovunque al servizio dei piú poveri;    E qui mi fermo  pensando  di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. R.  ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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