mercoledì 13 maggio 2020

RACCHIO- RACCHIA


RACCHIO- RACCHIA
Questa volta su invito del carissimo amico S.C. [che, per motivi di riservatezza mi vedo constretto ad indicare con le sole iniziali] mi accingo a parlare dei sostantivi in epigrafe per indicarne significato e, se possibile etimologia. Va da sé che si tratta di un’ unica voce una volta al maschile (racchio) ed una volta al femminile (racchia). E però, stranamente i significati sono diversi: al maschile, cosí come registrato nei datatissimi Raffaele D’Ambra e Pietropaolo Volpe, racchio vale offensivamente sciocco, cretino, idiota, balordo, insensato, stolto, babbeo et similia ,ma pure fatuo, vanitoso, melenso, vanaglorioso, mentre il femminile racchia piú che all’aspetto mentale di una persona fa riferimento all’aspetto fisico ed identifica una donna che non sia avvenenente, ma  sia brutta, sgraziata, se non deforme o malfatta, quasi grottesca e del tutto priva di femminilità. E fin qui nulla quaestio: sui significati, or ora elencati un po’ tutti gli addetti ai lavori e/o gli appassionati sono d’accordo; i problemi sorgono quando si affronta l’etimologia del termine.Troppe furono le etimologie proposte dai tanti autori dal D.E.I. al D’Ascoli, da Iandolo a de Falco ed altri; ve le risparmio. Il D’Ambra non ebbe dubbi e collegò racchio [fatuo,sciocco] all’ebraico racha di pari significato; il D’Ambra però non registra il lemma racchia nei significati che ò summenzionato, lasciando intendere che racchio al femminile racchia connoti una donna fatua sciocca cosa che invece, nell’inteso comune corrente non è atteso che una donna sciocca non è detto che sia priva di femminilità cosí come oggi si ritiene sia una racchia. A mio avviso perciò occorre trovare un’altra origine del termine racchio e del femminile racchia , origine che semanticamente possa giustificare i significati di stupido e di sgraziato; reputo che il greco rakos [cencio,straccio,ciarpa]  semanticamente possa rappresentare qualcuna priva di forma e/o grazia.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere e penso di aver risposto all’invito dell’amico S.C. ed interessato chi mi leggesse. Satis est.
Raffaele Bracale.

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